«Celebriamo le arti popolari». La scritta, dal sapore quasi arcaico pur nella sua modernità, campeggia un po’ ovunque per il Gaslamp Quarter, il centro storico della città del sole, la Sunny San Diego che ogni anno, immancabilmente dal 1970, ospita il Comic-Con; non la fiera di fumetti più grande del mondo (per quello bisogna volare in Giappone), ma ormai da qualche anno la più importante, l’appuntamento immancabile per ogni appassionato di fantascienza, fumetti, horror, fantasy e qualsiasi cosa si possa classificare come “nerd”. Ombelico del mondo per chiunque ami le nuvolette parlanti, impostosi come vetrina irrinunciabile anche per Hollywood e dintorni, pieno di difetti organizzativi che gli si perdona di tutto cuore, immerso in una bolla a-temporale dove i supereroi sono ancora Batman e Superman e non chi riesce a pagare il mutuo: se cercate un luogo dove evadere davvero dalla realtà non serve cercare altrove.
In coda per il paradiso (dei nerd)
Chi frequenta il Comic-Con lo sa: per guadagnarsi anteprime ed esclusive bisogna sudare. Code chilometriche ed interminabili, cosplayer accampati fuori dall’enorme Convention Center fin dalla notte precedente, le sale dove si tengono gli eventi sono come prigioni a prova di fuga, con un solo bagno per 6.000 persone. È il prezzo da pagare per poter tornare a casa dagli amici e vantarsi di aver visto prima di tutti la nuova clip di I Guardiani della Galassia, o di aver saputo per primo che nel prossimo film su Superman comparirà anche Batman. Ed è un prezzo che decina di migliaia di persone al giorno sono disposte a pagare: le grandi case lo sanno, e anche quest’anno hanno trasformato San Diego nel loro personale campo di battaglia, sfidandosi a colpi di esclusive e annunci shock.
Eppure, forse a conferma del luogo comune che «la tv è il nuovo cinema», a uscire trionfatore dall’edizione 2013 del Comic-Con non è né Marvel né DC, ma la serie tv che ha attirato fan da ogni angolo del pianeta e che ha monopolizzato il solito, immenso parco di cosplay; inutile precisare che parliamo di Il Trono di spade (guarda il panel completo e la gallery), qui presente con… niente di speciale, ma il fatto che fuori dal Convention Center ci fosse gente in lacrime per non avere avuto accesso all’evento la dice lunga sul peso specifico che il parto della mente di George R.R. Martin ha nella comunità nerd.
Superman vs. Batman vs. i procioni spaziali
Gli appassionati nerd hanno avuto di che gioire anche per quel che riguarda il cinema, con le solite due major a sfidarsi a colpi di annunci shock e tutte le altre a seguire, tra esclusive e gustosi antipasti. La più attesa, quella che si sapeva avrebbe stupito con effetti speciali, era la Casa delle Idee: liquidati Thor: The Dark World e Captain America: Il soldato d’inverno con brevi clip inedite (divertente e a tratti comica quella di Thor, più tesa e thriller quella di Captain America), Marvel ha accolto sul palco James Gunn, che ha svelato per la prima volta I guardiani della galassia; e se pensavate che Avengers fosse l’apice dell’umorismo consentito da un film di supereroi, ripensateci. Ah già, a proposito di Avengers: con aria quasi casuale, Joss Whedon è salito sul palco a mostrare un micro-teaser, svelando il titolo del sequel più atteso del millennio, Avengers – Age of Ultron.
Non sorprende che la DC, inserita nell’immensa presentazione di Warner (tre ore e mezza), abbia deciso di puntare su serietà ed epicità per rispondere ai rivali: l’apparizione a sorpresa di Zack Snyder, regista di L’uomo d’acciaio, è culminata con l’annuncio di un sequel, nel quale comparirà anche Batman. Il tutto accompagnato da una gigantografia del logo di Superman sovrapposto a quello del Pipistrello: abbastanza da far impazzire anche i fan più scettici sul futuro dei due franchise.
Il lucertolone che distrusse Tokyo e i mattoncini che conquistarono il mondo
Quel che rende davvero grande il Comic-Con è che quanto raccontato finora è solo una porzione di quel che s’è visto, e forse neanche la più importante. Gareth Edwards ha portato qualche scena del suo Godzilla, cupissimo, fangoso e decisamente promettente, mentre Tom Cruise ha fatto vedere quanto ancora possa funzionare come eroe action nelle prime clip di Edge of Tomorrow, o come l’hanno definito molti dei presenti «Source Code con i soldati cyborg». Facile applaudire, come facile è stato entusiasmarsi per il promettente remake di Robocop, reinvenzione del classico di Paul Verhoeven virata decisamente sul dramma umano. È quasi impossibile ricordare tutto, tale è l’orgia di stimoli che sommerge chi decide per l’esperienza completa; gli young adult in arrivo, pronti a sfidarsi per attirare l’attenzione manco fossimo agli Hunger Games, X-Men: Days of Future Past e The Amazing Spider-Man 2 in cerca di un posto al sole, soprattutto, ed è forse la novità più esplosiva di questa edizione, la netta impressione (anche a giudicare dalle dimensioni degli stand dedicati) che Lego faccia dannatamente sul serio con il suo The Lego Movie, e punti davvero a espandere il suo impero conquistando Hollywood.
La nascita di un mito
Per quante novità possano arrivare dalle sale gremite di cinefili, comunque, il Comic-Con resta e resterà sempre sospeso fuori dal tempo. Le facce che popolano l’immenso spazio espositivo sono sempre le stesse, Star Wars funziona sempre meglio di Prometheus e tra i grossi franchise solo Lo Hobbit (peraltro grande assente della line-up Warner) ha la potenza di fuoco per confrontarsi con Batman, Dragonball o il Doctor Who. Nessun giudizio di valore, solo una constatazione: forse, ormai, definirle semplici “arti popolari” non basta. Che sia arrivato il momento di parlare di “mitologia popolare”?
Alla ricerca del cult perduto
Numerose quanto i film se non di più, quasi virali nel colonizzare vetrine e manifesti sparsi per il centro di San Diego, le serie tv (vecchie e nuove) sono state la star silenziosa del Comic-Con 2013. I guardiani della galassia avranno strappato urla e applausi a 6.000 persone, ma Breaking Bad (guarda la gallery) ha smosso una massa di persone dieci volte superiore per presentare l’ultima stagione, e il panel d’addio di Dexter ha commosso pubblico e attori in egual misura. E poi ci sono le novità, che incidentalmente sono anche la nota dolente dell’edizione 2013. Almost Human, nuovo prodotto della coppia di Fringe J.J. Abrams/J.H. Wyman, ha raffreddato il pubblico con il suo scontatissimo mix di sci-fi à-la-Blade Runner e procedurale in stile CSI, e i due spin-off più attesi (The Originals, costola di Vampire Diaries, e Once Upon a Time in Wonderland, che esplorerà il mondo di Alice) sembrano prodotti confezionati su misura per i fan già affezionati. Né le altre novità di CW, a cui è stato concesso il monopolio della Preview Night (la serata del mercoledì, dedicata ai pilot più attesi), hanno convinto: The Tomorrow People è un mix tra X-Men e Supernatural con un pesante tocco teen, forse troppo per non scadere presto nella telenovela, e The 100 è la vera perla trash di quest’anno, una versione adolescenziale di After Earth che a tratti sembra virare su Beverly Hills 90210. L’impressione, insomma, è che sia presto per vedere nascere nuovi cult: ma quanto ancora saprà pazientare il pubblico televisivo?
Tutti pazzi per un trono
Su dieci cosplayer, cinque sono vestite da Khaleesi, la regina dei draghi dalle lunghe trecce bionde: basterebbe questa considerazione per raccontare il dominio assoluto di Il Trono di spade in questa edizione del Comic-Con. La serie HBO è onnipresente – per una settimana, i cartelli alle fermate degli autobus sono scritti in lingua Dothraki – e universalmente acclamata, e la presenza dell’intero cast ha convinto migliaia di persone a mettersi in coda fin dalle due del mattino nella speranza di accedere nella quasi mitologica Hall H. Ciò che impressiona davvero è che, a conti fatti, il panel di Il Trono di spade è stato uno dei più poveri della manifestazione: un ironico video che commemora tutti i morti delle prime tre stagioni, la chicca di una scena tagliata da un episodio e le emozionate domande dei fan al cast. Poco o niente rispetto ad altri botti, eppure i nerd hanno mandato un messaggio chiaro: abbiamo un’unica regina, ed è quella dei draghi.
Gioventù bruciata
L’affannosa ricerca di un potenziale erede di Twilight sembra ormai terminata – vincitore: nessuno, la saga dei vampiri è inimitabile –, e se il Comic-Con è un’indicazione attendibile il filone young adult ha deciso di spostare nettamente il tiro: non più storie d’amore mischiate a suggestioni fantasy, ma un approccio crudo, realistico e spietato al soprannaturale e al fantascientifico. Non è un caso che il franchise più atteso fosse Ender’s Game: l’adattamento del romanzo di Orson Scott Card promette di essere sì spettacolare, ma anche senza pietà nel ritrarre gli orrori di una vita militare imposta con la forza a ragazzini di dieci anni. Vi viene in mente Hunger Games? È normale: Jennifer Lawrence sarà pure una delle attrici più divertenti dello showbiz, ma basta uno sguardo al trailer del nuovo capitolo, Hunger Games: La ragazza di fuoco, per capire che il primo film sembrerà un parco giochi al confronto. Stesso discorso per il Divergent (guarda la clip) della “grande esclusa” (da The Amazing Spider-Man 2) Shailene Woodley e lo Shadowhunters di Lily Collins: molta tensione, molta cupezza, pochi sorrisi e poca magia in senso “potteriano”. Che Hollywood abbia deciso che è ora di dare una svegliata agli adolescenti di oggi?
Un posto al sole
Se ad attirare tutta l’attenzione dei fan dei cinecomics è la sfida tra Uomo di ferro e Uomo d’acciaio, sarebbe ingiusto dimenticarsi di loro, gli eterni secondi, tagliati fuori dalla battaglia che conta da problemi di diritti ma sempre amatissimi dai fan, disposti a perdonare qualsiasi difetto pur di rivedere in azione Logan e Peter. Ci riferiamo a The Amazing Spider-Man 2 e alle due nuove iterazioni dell’universo X-Men, Days of Future Past e Wolverine – L’immortale. Il primo ha mostrato al pubblico un primo assaggio del villain Electro di Jamie Foxx, che il regista Marc Webb ha definito «un semidio», i secondi hanno regalato ai fan in estasi una “riunione di famiglia” con il cast del film al completo, oltre a un paio di scene in esclusiva (con coreografie da strapparsi gli occhi) del secondo film dedicato all’eroe interpretato Hugh Jackman. Che con questo film tocca quota sette apparizioni nel ruolo di Wolverine: più di chiunque altro abbia mai interpretato un supereroe, sia esso Superman, Batman o Iron Man. Altro che seconde linee…