Il diavolo si nasconde nei dettagli. Per esempio nella borsa ufficiale del Festival, che a differenza delle comuni tracolle di Venezia o Cannes, è una sacca rettangolare alta settanta centimetri e larga cinquanta: se la usate rovesciata, diventa quasi una tenda da campeggio. Sembra uno scherzo, ma non lo è: al Comic-Con di San Diego, le dimensioni contano. Basta osservare il Convention Center, che ospita assieme agli alberghi circostanti – il Marriot e l’Hilton, due grattacieli scintillanti – la manifestazione: si allunga a pochi metri dall’oceano sulla costa della città, gigantesco e multiforme, con il suo caratteristico rivestimento di vetri opachi e ricurvi.
Qui, per quattri giorni ogni anno, gli appassionati di fumetti, videogames, action figures, cinema e serial televisivi, si danno appuntamento e convergono da tutto il mondo. Lo fanno per assistere alle immagini in prima mondiale di film che non usciranno in sala per molti altri mesi (quest’anno, ad esempio, The Amazing Spider-Man – nella foto – e Prometheus), per provare un nuovo videogioco, per sfogliare albi nuovi di zecca (e conoscere nuovi supereroi) settimane prima del loro debutto in edicola o in libreria. Ma anche per partecipare agli ambiti Q&A (ovvero “domanda e risposta”) con le star ospiti – tantissime -, farsi autografare un poster o un disegno dal loro autore preferito, o semplicemente assistere ai più incredibili contest per cosplayer dell’anno.
Osservando la prima coda della rassegna, quella della Preview Night – durante la quale verrà proiettato l’episodio pilota di Alcatraz, il nuovo serial prodotto dalla Bad Robots di J.J. Abrams – si resta subito impressionati dalla dedizione e dall’organizzazione con cui i fan presenti affrontano gli eventi. Si mettono in fila quattro ore prima e si portano dietro sedie pieghevoli, libri e mazzi di carte per affrontare l’attesa: come in un famoso episodio di South Park, in cui si teorizzava l’esistenza di un parco divertimenti con una giostra consistente soltanto in una coda, ci si rende conto che per questo genere di appassionati la fila è di per se un’istituzione. Senza, non si godrebbero l’evento. Non altrettanto per lo meno.
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