Contest #SonoSoloSenzaSala: le 5 "dichiarazioni d'amore" per il cinema che hanno vinto Best Movie
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Contest #SonoSoloSenzaSala: le 5 “dichiarazioni d’amore” per il cinema che hanno vinto Best Movie

Ecco i nomi dei cinque vincitori dell'abbonamento annuale a Best Movie selezionati a insindacabile giudizio della redazione

Contest #SonoSoloSenzaSala: le 5 “dichiarazioni d’amore” per il cinema che hanno vinto Best Movie

Ecco i nomi dei cinque vincitori dell'abbonamento annuale a Best Movie selezionati a insindacabile giudizio della redazione

#SonoSoloSenzaSala

In pieno lockdown, a fine aprile qui sul sito e sul numero di maggio di Best Movie (l’edizione da collezione con le copertine firmate da Zerocalcare, Giacomo Bevilaqua e Roberto Recchioni), avevamo coinvolto voi lettori sull’esempio dei celebri furmettisti citati qui sopra, invitandovi a fare la vostra dichiarazione d’amore nei confronti della sala cinematografica di cui sentivamo così tanta nostalgia.

Per farlo abbiamo indetto una gara creativa, il Contest #SonoSoloSenzaSala che, proprio come le cover a fumetti pubblicate sul numero di maggio, vi consentisse di raccontare la vostra passione per il cinema messo in stand by dal virus. 

Sono passati più di due mesi e in questi 70 giorni ci avete inondato di lettere d’amore, disegni, illustrazioni, foto, poesie, racconti e riflessioni ispirati dal grande schermo.
La scelta è stata durissima, ma siamo infine giunti a selezionare le cinque “dichiarazioni d’amore” che, a insindacabile giudizio della redazione, si sono guadagnate un abbonamento annuale alla nostra rivista
Complimenti a tutti i partecipanti per la creatività e il cuore che avete messo nelle vostre “opere”. E anche se non avete vinto, sappiamo che la riapertura dei cinema il 15 giugno sarà per voi una gradita consolazione. 

I cinque lettori che si sono aggiudicati un abbonamento annuale a Best Movie, in ordine alfabetico sono:

  1. Alessandra Borgonovo
  2. Giovanni Dotta
  3. Gerardo Gisolfi
  4. Filippo Mason
  5. Nico Pandolfi

1.Alessandra Borgonovo

 

2. Giovanni Dotta

3. Gerardo Gisolfi

Alla poltrona rossa

Nella sala,
il buio cala.
Su, nel soffitto, un Alieno
scruta bene il suo terreno.

La platea è arricchita
da mille mani e mille dita;
ma d’ogni età e d’ogni volto
fuggon tutti, dal Clown risorto.

Una luce frizza
sull’insegna Planet Pizza,
ma un fascio sul telo
addormenta tutti sotto un velo.

Bianco e nero
e tutto, sembra vero.
Da illusionisti di antico genere
a Norman Bates e le sue suocere.

Il colore Technique
ha smosso acque profonde con un clic;
da mostri palmati
a dame sognanti.

Ah, quante storie di tragedie
alternate a commedie;
fra stupore e meraviglia,
terrore e nostalgia.

Un Anello di certo non basta
agli amanti della festa.
C’è bisogno di Andare e Ritornare
se in vita si vuol raccontare.

Ed alla fine, per quanto brutto o bello sia
smossa è, la fantasia.
Alla Femme Fatale in fondo non importa;
basta che entri e chiudi la porta.

4. Filippo Mason

5. Nico Pandolfi

L’orecchio di Van Gogh

Ho sempre sognato ad occhi aperti, forse per questo non ho molti ricordi della mia infanzia.
La distrazione è il mio superpotere, non so mai che giorno è oggi, non ricordo cosa ho mangiato ieri e dimentico tutti i compleanni e gli onomastici; forse per questo ho pochi amici.
Quando da seduto non sfioravo il pavimento mi smarrivo nei miei pensieri, osservando le nuvole, le rondini in cielo ( a volte ancora oggi mi capita ) oggigiorno amo perdermi nei libri, sfogliando un fumetto, ascoltando musica nelle cuffie, guardando una serie tv nel buio della mia stanza; ma niente di tutto questo può farmi smarrire più di quanto possa fare un film in sala.
Sono ancora perso nelle strade di Parigi di MIDNIGHT IN PARIS di Woody Allen, tento di fuggire dalla prigionia di SAW di James Wan, mi perdo nell’eternità di VAN GOGH di Julian Schnabel, mi sbalordisco guardando i miei eroi in THE AVENGERS di Joss Whedon, Joe Russo e Anthony Russo.
Ma non sono gli effetti speciali, i colpi di scena o l’infinita bravura dei camaleontici attori a imprigionarmi in queste visioni che non conoscono limiti naturali, è la pazzia dei registi.
La pazzia di chi guarda oltre ciò che è evidente a tutti, la pazzia di chi proietta le proprie fantasie a servizio del mondo, la pazzia di chi scavalca le barriere del reale, la pazzia di chi si taglia un orecchio per l’unica cosa che conta, l’arte.

Oltre a questi cinque fortunati, abbiamo assegnato delle MENZIONI SPECIALI per le loro dichiarazioni d’amore alla sala cinematografica a:

Maria Francesca Balsamo

Finalmente è arrivato il momento, mi siedo ed inizio a leggere con tutta calma Best Movie di maggio, sembra strano, ma in quarantena ho meno tempo che nella vita “normale”. Sfogliando la carta patinata, a pagine 43, la scritta grande “#SONOSOLOSENZASALA”attira la mia attenzione, è un contest. Cosi eccoci qua, che cerco i tutti i modi di scrivere qualcosa di buono.
I ricordi che mi riportano all’interno della sala cinematografica sono molteplici, non sono una critica, ne un’esperta, sono solo un’appassionata di cinema. Quel tipo di persona che cerca di non farsi sfuggire nessuna informazione: chi sarà nel cast? Hanno iniziato le riprese? Che film esce settimana prossima? I miei amici ormai lo sanno, ed è per questo che spesso mi chiedono :”mi consigli un film?”, ed io, non posso far altro che esserne onorata, e quando il consiglio viene realmente eseguito, il mio sorriso si espande.
Da più di un anno ho fatto l’abbonamento al “the space”, andavo cosi tante volte al cinema, che bisognava trovare una soluzione. Fatta la tessera, ho iniziato a frequentare la sala anche due volte in un giorno. Trovare un solo ricordo bello inerente al cinema è difficile. Ricordo bene la prima volta che entrai alla warner bross di Roma, per un’anteprima, le mie gambe non smettevano di tremare dalla gioia, o quando lo scorso anno, per la prima volta sono stata alla “festa del cinema di Roma”, (ho visto Scorsese e Travolta, e non ci credo ancora), ma forse ciò che ho maggiormente impresso nei miei ricordi, è stata la premiere di Avengers-Endgame. Da grande amante del cinema, e da ossessionata dei cinecomic, non mi sono fatta sfuggire la maratona notturna, alla quale ho costretto i miei poveri genitori. Era un misto di emozioni quella notte, per tutta la durata di Avengers Infinity war, mentre qualcuno, insieme ai miei, faceva una pennichella, io fremevo dalla voglia che iniziasse il capitolo conclusivo della saga che mi aveva accompagnato nel corso della vita. La marvel ha sempre avuto un posto in prima fila nel mio cuore, lo so, suona melenso ma è giusto dirlo, cosi non potevo non ricordare proprio la notte in cui tutto fini. Ricordo le risate, i sorrisi pieni di gioia, l’eccitazione della battaglia finale, ed infine i sussulti di paura, tutti eravamo coscienti del fatto che avremmo perso i nostri eroi quella notte, e per qualcuno così è stato. Il film finì alle tre di mattina ed avvertivo una sensazione che non so spiegare, l’unica mia certezza era di non voler uscire dalla sala, volevo rimanere lì tra coloro che provavano le mie stesse emozioni, e questa era la cosa “magica”, oserei dire, sapere che tutti provavamo le stesse cose nello stesso momento. Uscii dalla sala numero 9 con le lacrime agli occhi, senza alzare lo sguardo, continuando a fissare le mie vans di black window, e certamente questo non migliorava la situazione. Per il resto del mese, non una e nemmeno due settimane, ma un mese, quando pensavo a quel momento, mi saliva il magone.
È questo che mi manca più di tutto del cinema, sono quelle piccole cose che non si possono davvero provare davanti allo schermo di un pc o di una televisione. Serve il buio, che ti fa credere di poter piangere senza essere visto, la comoda poltrona che ti fa rilassare, a volte anche troppo, serve l’odore dei pop corn, e sopratutto serve il grande schermo.

68Mario

Amo il cinema e le sue sale cinematografiche. Il mio primo ricordo è legato a mia nonna ed ai sabato pomeriggi di quando ero bambina che passavo con lei( fine anni ’70). Nella mia città vi era un cinema molto vecchio e mia nonna ne conosceva la proprietaria, così i sabato pomeriggi estivi, complice l’aria fresca dell’interno, mi portava a vedere i film che proiettavano… erano film vecchi di Totò o la maggior parte delle volte film americani anni ’50. Davanti a me scorrevano i grandi ” Mostri Sacri” del cinema Hollywoodiano , nomi come Elizabeth Taylor – Cary Grant – Lana Turner – Gregory Peck – Tony Curtis – Humphrey Bogart – Spencer Tracy – Katharine Hepburn – Marylin Monroe o il mio grande mito Lauren Bacall e tutto intorno a me sembrava possibile! Alla fine del film ci compravamo un gelato ed andavamo a sederci su una panchina nella piazza di fronte , parlavamo del film appena visto e di quel mondo fatto di attrici bellissime, attori affascinanti e galanti, abiti , gioielli e di tutto quello che ci faceva sognare senza dover fare i conti con una realtà molto diversa. Tutto era molto bello e la mia nonna era vicino me! Questi ricordi riaffiorano spesso nella mia mente e un sorriso spontaneo illumina il mio viso…

Andrea Oriolesi

Non lo so quanto amo il cinema, aiutatemi a capirlo.
Faccio 55 km all’andata e 55 al ritorno, ogni lunedì, di ogni settimana, di ogni anno, da 10 anni, per vedermi due film al cinema (tre quando riesco ad andare la mattina).
Già quando parcheggio l’auto sento un senso di benessere e sollievo. Poi quando intravedo l’entrata questa sensazione aumenta. Il tocco magico arriva dall’odore di popcorn che pervade il foyer, che mi accompagna alla biglietteria, lo snodo cruciale dove acquistare ma soprattutto prima scegliere i film da vedere. Dopo la scelta, di solito arrivane le chiacchiere coi dipendenti del cinema che oramai conosco e con cui si parla di film prima e dopo ogni proiezione.
Ovviamente poi si arriva in sala: ci si siede, le luci piano piano si abbassano, lo schermo si accende e cominciano a passare i trailer, aperitivo di ciò che potresti assaporare nei mesi futuri.
Infine lo schermo si fa scuro per una pausa più lunga del solito e lì capisci che sta per partire il film. Inizia la magia.
Che il film piaccia o no, mai potrei provare pensieri negativi verso quel mondo, quello stato d’animo, quel modo di essere e sentirsi che per me è unico al mondo.
Rinnovo la questione iniziale: quanto amo il cinema?

 

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