Il coronavirus costringe le persone a casa (#iorestoacasa) e ha portato al rinvio di molte manifestazioni attesissime. Il mondo dei fumetti non ha voluto però stare a guardare e ha preparato una risposta ad hoc al coro di #iorestoacasacolfumetto. Nasce così Coronacomics, o meglio, Corona(vs)Comics, il primo salone on-line del fumetto.
L’evento – promosso da It Comics, sotto la direzione artistica di Rosa Puglisi e Fabiano Ambu – si terrà dal 25 al 28 marzo 2020 su Twitch e Facebook, con dirette con editori e autori e una “mostra” on-line dedicata al virus raccontato dal fumetto dagli anni Trenta ad oggi.
«L’organizzazione del Corona(VS)Comics! nasce dall’esigenza di adattarsi alle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria in corso senza rinunciare al nostro lavoro» hanno dichiarato Fabiano Ambu e Rosa Puglisi (in arte Vorticerosa), direttori artistici della manifestazione. «Il titolo della manifestazione, perché ci piace considerala proprio così, è stato scelto proprio per esorcizzare con linguaggio fumettistico le paure e timori che in questi giorni stanno drasticamente cambiando le nostre giornate nella speranza di riuscire a debellare questa minaccia prima possibile per tornare alla normalità. Nel mondo dei fumetti arriva sempre un eroe, super o buffo non importa, che mette a posto tutto: noi, in attesa che arrivi, abbiamo pensato a questa soluzione, una piattaforma che permette agli editori e agli autori di incontrare virtualmente, e quindi nel totale rispetto delle direttive in corso, il loro pubblico per presentare il risultato di mesi di duro lavoro che a causa del rinvio di molti appuntamenti fieristici programmati in queste settimane rischierebbe di andare perduto».
Gli appuntamenti di Coronacomics
Dal 25 al 28 marzo 2020, dalle ore 10 alle ore 20, sulle piattaforme social di It Comics, Twitch e Facebook, saranno oltre 30 gli autori e gli editori che si alterneranno in diretta per presentare le loro novità editoriali per la prossima stagione con video e dirette dalle loro redazioni e abitazioni. Ciò permetterà al pubblico di seguire i vari interventi da casa loro senza dover rinunciare al piacere di parlare di fumetto, di scoprire quali saranno le novità in prossima uscita e di fare domande in diretta.
Numerose le case editrici e i gli autori che hanno accettato la sfida: Astorina, Bugs Comics, CUT UP Publishing, Midiam Comics, Sbam! Libri, Poliniani editore, 001 edizioni; Fabiano Ambu, Sergio Algozzino, il Baffo, Barbascura X, Francesco Barcella De la Vega, Alessandro Bocci, Moreno Burattini, Antonello Catalano, Marco Checchetto, Alberto Corradi, Alex Dante, Giuseppe Di Bernardo, Don Alemanno, Daniele Favero, Gea Ferraris, Stefano Landini, Alberto Locatelli, Francesco G. Lugli, Jose Maniette, Gian Luca Margheriti, Bruno Olivieri, Lucio Parrillo, Fabio Ramacci, Marco Santucci, Maria Laura Sanapo, Laura Scarpa, Claudio Stassi, Marco Rizzo, Luca Strati, Walter Trono, Marco Turini, Vorticerosa.
La mostra Comics Contagion
Come tutti i saloni che si rispettano anche Corona(VS)Comics! propone una mostra, sempre on-line ovviamente. Si tratta di un “docuweb” intitolato Comics Contagion, prodotto in collaborazione con la casa di produzione La Tenda Rossa di Milano e Riccardo Mazzoni, che, coinvolgendo numerosi protagonisti del mondo del fumetto, tra cui Max Bunker, Antonio Serra, Moreno Burattini, Mario Gomboli, Marco Santucci, Alberto Corradi e molti altri, narra come il fumetto ha raccontato la paura dei virus dagli anni Trenta ad oggi. Da Martin Mystere a Batman, da Asterix a Diabolik, da Nathan Never a Spider Man, un percorso lungo quasi cent’anni nel segno della paura del contagio. Nei fumetti troviamo virus reali, capaci di mettere in ginocchio il mondo, come in Crossed, dell’autore meno politically correct del fumetto americano, Garth Ennis, e in Y – L’ultimo uomo, in cui la malattia stermina tutti gli esseri umani di sesso maschile, ma anche virus che si trasformano nella scusa per raccontare la crudeltà e il cinismo presenti negli esseri umani come nel manga Eden: It’s an Endless World, o, ancora, il virus che si fa metafora della difficile condizione degli adolescenti come nel capolavoro Black Hole di Charles Burns.
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