Corto è bello, green è meglio
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Corto è bello, green è meglio

Questo mese andiamo alla scoperta di un progetto che promuove i festival attenti all’ambiente, sostenibili in tutti i loro aspetti, dal food ai materiali promozionali

Corto è bello, green è meglio

Questo mese andiamo alla scoperta di un progetto che promuove i festival attenti all’ambiente, sostenibili in tutti i loro aspetti, dal food ai materiali promozionali

Greenwashing? No, grazie.

Il mondo è chiamato a essere più sostenibile, ovvero più umano, più attento. Ce lo insegnano i 17 Sustainable Development Goals (SDGs), gli obiettivi Onu ad ampio raggio da realizzare entro il 2030. Promuovono la dignità dell’uomo nelle sue relazioni, nel suo lavoro e nel suo habitat, la terra e la città.

Più di dieci anni fa nacque Edison Green Movie, il primo protocollo europeo per il cinema ecosostenibile dedicato alle case di produzione cinematografiche: fu creato per aumentare la consapevolezza della responsabilità di impresa nell’impatto territoriale e per incrementare l’uso di fonti rinnovabili. E se le produzioni hanno il loro protocollo green, anche le manifestazioni cinematografiche, finalmente, si stanno unendo per avere il loro. Una notizia importante perché i festival, soprattutto quelli di cortometraggi, giocano un ruolo imprescindibile. All’inizio del 2022 l’AFIC, l’Associazione che riunisce i Festival cinematografici italiani (molti di loro dedicati completamente agli shorts) ha finalmente iniziato a scrivere le prime linee guida del progetto “Festival Green”. Sono linee guida che, entro il 2022, diventeranno un protocollo per tutti gli associati che le adotteranno.

Le aree d’azione sono ad ampio raggio: riguardano la promozione, ma anche il food e la raccolta differenziata. Quanti materiali si sprecano per la promozione? Innumerevoli: perciò tutto ciò che è veicolo di comunicazione, dai gadget agli allestimenti, sarà basato su materiali rinnovabili, riciclati o riciclabili, a zero o a minima tossicità. Avete presente poi quella parte essenziale e “nascosta” che ogni evento gestisce, la famosa raccolta differenziata e indifferenziata? Le buone pratiche green dovranno seguire le regole territoriali per la gestione dei rifiuti. Anche il food diventa elemento per creare sostenibilità: per favorire il km zero e alimentare un sistema di produzione sano, legato al territorio, i festival sono chiamati a coinvolgere e a promuovere le attività locali nella produzione del cibo sostenibile. E se la mobilità per l’organizzazione e la fruizione dell’evento è all’impronta degli spostamenti pubblici per ridurre il consumo di Co2, un festival green e sostenibile deve anche facilitare l’inclusione sociale e culturale, e – last but not least – combattere l’inquinamento acustico.

Tutte queste linee dovrebbero diventare realtà. Lo speriamo. E finalmente anche dai festival un seme è stato gettato.

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