Cose cattive: web reality e torture alla Saw nel primo horror prodotto da Luca Argentero
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Cose cattive: web reality e torture alla Saw nel primo horror prodotto da Luca Argentero

Il film sarà in tour nei cinema italiani fino alla fine di giugno seguendo una formula distributiva innovativa, presentata dall’attore ieri a Roma

Cose cattive: web reality e torture alla Saw nel primo horror prodotto da Luca Argentero

Il film sarà in tour nei cinema italiani fino alla fine di giugno seguendo una formula distributiva innovativa, presentata dall’attore ieri a Roma

La nuova frontiera del cinema italiano indipendente è la multimedialità. Ovvero sviluppare la settima arte viaggiando su livelli differenti, che interagiscono fra loro: web, sala, mercati esteri, home video. La Inside Productions di Luca Argentero e Myriam Catania – che hanno deciso di trasferire la loro alchimia privata in una casa di produzione che sostenga i giovani talenti – sta operando proprio così, a iniziare dal film di Simone Gandolfo, Evil Things – Cose cattive, che è stato presentato ieri a Roma alla stampa. Un progetto low budget, realizzato con poco più di 100mila euro, e distribuito in una sola copia usando il sistema on demand: in altre parole la copia a disposizione verrà fornita via via ai cinema che ne faranno richiesta, in un’ideale tour che toccherà tutta l’Italia e che proseguirà almeno fino a fine giugno.

Se è vero che i fondi per le produzioni di opere prime nel nostro Paese scarseggiano, ecco dunque la soluzione: con un po’ d’impegno e un approccio diverso si può riuscire a realizzare un progetto ambizioso, potenzialmente vincente in Italia, e al contempo competitivo sul mercato straniero. Presentato alla scorsa edizione del Noir Film Festival di Courmayeur, questo horror italiano è la storia di quattro ragazzi che partecipano a un concorso indetto su un blog chiamato, appunto, Evil Things. Ogni concorrente posta un video in cui fa qualcosa di “cattivo” e i prescelti tra tutti vengono convocati da un fantomatico Maestro in un luogo misterioso e isolato – una cascina di campagna – dove parteciperanno a una sorta di reality show che li guiderà verso l’autodistruzione. Il Maestro muove infatti le fila di un gioco perverso, con torture e umiliazioni fisiche inflitte senza pietà: il tutto ripreso e messo in Rete per il piacere degli spettatori, convinti che si tratti di un gioco.

Horror 2.0, che strizza l’occhio a Saw – L’enigmista, moderno e mai come ora attuale in una società schiava del proprio telefono e perennemente connessa alla Rete, incapace di sorprendersi delle atrocità a cui assiste quotidianamente. Girato con un cast giovane, fresco e talentuoso (i nomi noti sono quelli di Marta Gastini e Pietro Ragusa), il film è diretto appunto da un attore divenuto ora anche regista, Simone Gandolfo, conosciuto qualche anno fa da Argentero sul set del tv movie La baronessa di Carini e dimostratosi anche un ottimo sceneggiatore e regista. L’idea di marketing alla base di tutto è stata quella di far comparire sul web sei mesi prima dell’uscita del film, parallelamente alla fase di produzione, un vero blog con lo stesso titolo (e gli stessi contenuti) della pellicola, con profili di personaggi che interagivano costantemente con la community, per sondare il terreno e creare aspettativa nel pubblico, fidelizzandolo al progetto. Un blog che si è poi trasformato in quello che è oggi: il sito ufficiale del film, dove trovate molti materiali e l’elenco delle date del tour, sempre aggiornato.

Come ha dichiarato lo stesso Argentero: «È stato curioso e interessante vedere quello che le persone mandavano ai blogger, un vero e proprio esperimento antropologico, atto a rappresentare il lato oscuro della società. La reazione della Rete è stata massiccia e, a volte, si è dovuto bannare qualche utente, ma ci siamo divertiti nel vedere che cosa oggi viene considerato “cattivo”». Alla domanda come mai, essendo consapevoli di avere a disposizione un budget così ridotto, si è deciso di optare per un horror, che generalmente richiede un budget più alto per via della realizzazione di effetti speciali, trucco e parrucco, lo stesso Luca risponde: «Ciò che realmente struttura questa pellicola è la sceneggiatura. Comanda il film in maniera solida, ed è stata pensata anche  per contenere le spese».

Leggi il blog di Luca Argentero su Bestmovie.it

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