Cristopher Nolan ricorda David Bowie sul set di The Prestige
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Cristopher Nolan ricorda David Bowie sul set di The Prestige

Il regista parla del carisma della rockstar e di come aver lavorato con lui rafforzò il suo status di fan sfegatato

Cristopher Nolan ricorda David Bowie sul set di The Prestige

Il regista parla del carisma della rockstar e di come aver lavorato con lui rafforzò il suo status di fan sfegatato

Dopo la morte di David Bowie, l’11 gennaio Entertainment Weekly ha chiesto a vari personaggi dello spettacolo di condividere i loro ricordi della rockstar. Ecco come Cristopher Nolan descrive come riuscì a convincere l’eroe della sua infanzia a lavorare per lui.

Ecco cosa ha detto Nolan: «Quando stavamo facendo il casting di The Prestige, siamo rimasti bloccati un po’ sul personaggio di Nikola Tesla. Tesla era una sorta di alieno, una figura fuori dal suo tempo, e a un certo punto mi venne in mente che mi ricordava L’uomo che cadde sulla Terra. Come tanti sono sempre stato un fan sfegatato di Bowie, quindi quando feci il collegamento, mi sembrò l’unico attore in grado di recitare quella parte. Aveva lo status iconico richiesto, ed era una figura misteriosa esattamente come Tesla. Mi ci volle un po’ per convincerlo, anche se la prima volta rifiutò. È stata la prima volta in cui mi ricordo di essere tornato alla carica con un attore che mi ha rifiutato. L’ho pregato di darmi l’opportunità di spiegargli perché era l’attore perfetto per la parte. In totale onestà, gli dissi che se non avesse accettato il ruolo, non avevo idea di dove avrei potuto sbattere la testa. Direi che l’ho implorato.

L’esperienza di averlo sul set fu meravigliosa. Intimorente all’inizio. Aveva un livello di carisma superiore a quello a cui si è abituati, e tutti lo avvertivano. Non ho mai visto nessuna troupe rispondere così a un attore, per quanto fosse grande. Era sempre gentile, pur essendo consapevole dell’effetto che faceva. Tutti hanno potuto parlargli e condividere un pezzo di lui. Ho lavorato con lui pochi giorni, solo cinque, ma ho avuto l’opportunità di chiacchierare un paio di volte con lui, che conservo come un tesoro nella mia memoria. Normalmente quando incontri una star, non importa quanto star sia, quando la conosci a livello personale perde l’aura mistica che lo circonda.

Ma non con David Bowie. Me ne sono uscito da quell’esperienza pensando si essere il suo più grande fan, e un fan che ha avuto la miracolosa esperienza di lavorare con lui. Ho amato il fatto che dopo aver lavorato con lui, subivo lo stesso fascino per il suo carisma. Ho pensato che fosse quasi magico».


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