Dopo la morte di David Bowie, l’11 gennaio Entertainment Weekly ha chiesto a vari personaggi dello spettacolo di condividere i loro ricordi della rockstar. Ecco come Cristopher Nolan descrive come riuscì a convincere l’eroe della sua infanzia a lavorare per lui.
L’esperienza di averlo sul set fu meravigliosa. Intimorente all’inizio. Aveva un livello di carisma superiore a quello a cui si è abituati, e tutti lo avvertivano. Non ho mai visto nessuna troupe rispondere così a un attore, per quanto fosse grande. Era sempre gentile, pur essendo consapevole dell’effetto che faceva. Tutti hanno potuto parlargli e condividere un pezzo di lui. Ho lavorato con lui pochi giorni, solo cinque, ma ho avuto l’opportunità di chiacchierare un paio di volte con lui, che conservo come un tesoro nella mia memoria. Normalmente quando incontri una star, non importa quanto star sia, quando la conosci a livello personale perde l’aura mistica che lo circonda.
Ma non con David Bowie. Me ne sono uscito da quell’esperienza pensando si essere il suo più grande fan, e un fan che ha avuto la miracolosa esperienza di lavorare con lui. Ho amato il fatto che dopo aver lavorato con lui, subivo lo stesso fascino per il suo carisma. Ho pensato che fosse quasi magico».