Daniele Luchetti: Cannes, arrivo!
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Daniele Luchetti: Cannes, arrivo!

Best Movie parla col regista de La nostra vita, unico film italiano in concorso al prossimo Festival di Cannes

Daniele Luchetti: Cannes, arrivo!

Best Movie parla col regista de La nostra vita, unico film italiano in concorso al prossimo Festival di Cannes

Abbiamo chiacchierato con Daniele Luchetti, unico regista italiano invitato in concorso al prossimo Festival di Cannes (12-23 maggio) con La nostra vita, film drammatico con un grande cast (Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti), storia dura di due fratelli “proletari” ai tempi della crisi. Ma, ci dice lui, aperta alla speranza…

Best Movie: Intanto, ci racconti la sua reazione quando ha saputo di essere in concorso.
Daniele Luchetti: Ovviamente sono contentissimo. Cannes è la capitale della “nazione cinema”, la Francia è il posto nel mondo che più ama e protegge il cinema d’autore, i film sono considerati prodotti culturali prima che un business.

Best Movie: Secondo lei perché La nostra vita ha colpito i selezionatori?
Daniele Luchetti: Direi perché è un film rigoroso, ma non in senso negativo. È una storia molto italiana ma, direi, autosufficiente, comprensibile anche da parte di un pubblico straniero. E poi è un film dal forte impatto emotivo, furioso ma anche assolutamente vitale…

Best Movie: Nonostante affronti i temi “caldi” della crisi.
Daniele Luchetti: La sorpresa è proprio la vitalità di questa storia. Ho cercato di guardare ai personaggi con amore, anche quando fanno scelte discutibili.

Best Movie: Elio Germano se l’è “portato” da Mio fratello è figlio unico.
Daniele Luchetti: È stato inevitabile pensare a lui per il ruolo di questo ragazzo che resta improvvisamente senza la compagna e cerca l’appoggio della famiglia d’origine. Un nucleo apparentemente solido ma dove la comunicazione è ridotta a zero.

Best Movie: Da dove nasce l’ispirazione?
Daniele Luchetti: Ho pensato molto a quando è morto mio padre. Anche se non ero giovanissimo – avevo trent’anni – mi sono accorto di quanto arriviamo alla morte del tutto impreparati, specie in questo paese. La morte è un grande rimosso collettivo, e lo sono in generale le emozioni. Ormai non c’è la ricerca della felicità, ma solo del benessere economico. L’Italia è un paese nervoso, che però ho voluto guardare anche con molto affetto.

Best Movie: Perché ha scelto Raoul Bova come fratello di Germano?
Daniele Luchetti: Conosco Raoul perché i nostri figli vanno a scuola insieme. Il suo personaggio è un tipo solitario, tendente alla depressione: un giorno ho visto in lui un lato nascosto con cui poteva mettere in scena al meglio queste caratteristiche.

Best Movie: Cosa porterà a Cannes, in senso non solo materiale?
Daniele Luchetti: Be’, concretamente porterò la guida ai ristoranti (ride) e la macchina digitale con cui fotografare anche i dettagli più banali, che so, il bagno della mia stanza… Per il resto, saremo solo io e il mio film.

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Raoul Bova e Elio Germano ne La nostra vita di Daniele Luchetti, in concorso a Cannes

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