Capitolo 9 del Diario dal set di Dark Resurrection Volume 2, il secondo capitolo della saga realizzata da un gruppo di fan italiani di Star Wars. Ogni settimana in esclusiva per i lettori di Best Movie gli aggiornamenti alla lavorazione del “Guerre Stellari made in Italy”.
Il 24, 25 e 26 di settembre verrà girata l’ultima scena di Dark Resurrection Volume 0: la battaglia tra i sanguinari Daikas e i Guardiani del Tempio di Eron. Questa si preannuncia come una delle sequenze più spettacolari dell’intera fan-saga basata sull’universo di Star Wars e vedrà un gran numero di comparse provenienti da tutta Italia (assieme a qualche volto noto) scontrarsi a colpi di spada laser per dar vita a uno dei momenti più memorabili di Dark Resurrection. Abbiamo parlato con Maurizio Zuppa, responsabile della coreografia dei combattimenti (che nel Volume 1 ha vestito i panni del maestro Jedi Zui-Mar Lee), per farci spiegare come si prepara a una sequenza così importante e, più in generale, quali sono le difficoltà nella realizzazione dei combattimenti all’interno della serie.
Best Movie: Nel Volume 1 di Dark Resurrection ti abbiamo visto nei panni dello Jedi master Zui-Mar Lee, maestro di Hope, ma tu sei in primo luogo il coreografo dei combattimenti, in cosa consiste esattamente il tuo lavoro e quali tecniche utilizzi?
Maurizio Zuppa: Ho iniziato la mia avventura nel cast di Dark Resurrection vestendo i panni di Zui-Mar Lee, maestro della giovane Hope. Ricordo che Angelo mi disse: “Hai un viso incredibile e sei estremamente espressivo, nella vita sei un insegnante di arti marziali, saresti perfetto per interpretare l’istitutore di Hope”. Nel Volume 1 non erano previste coreografie elaborate per i combattimenti, ma gli attori dovevano comunque acquisire dimestichezza nell’uso delle spade. Angelo ed io abbiamo pensato di creare degli “scambi tecnici” che dessero l’impressione al pubblico di assistere a dei veri e propri combattimenti corpo a corpo. Marcella Braga è riuscita a comprendere e fare propri, in breve tempo, tutti i miei insegnamenti. Abbiamo girato una scena nei boschi, nella quale Zui-Mar Lee mette alla prova la propria allieva, è stupefacente vedere come Hope dimostri una totale confidenza nell’uso della spada. Angelo ed io volevamo rendere ogni scena più vera possibile, doveva intravedersi lo sforzo impiegato in ogni combattimento, la sofferenza fisica e la fatica degli attori.
Per lo scontro tra Sorran e Zui-Mar Lee abbiamo utilizzato il contatto pieno tra le lame, è stata una scena molto impegnativa, nella quale abbiamo rotto parecchie spade, ma il risultato ottenuto ci ha ripagati per ogni goccia di sudore versato. Simone Casile e Andrea Buccella, entrambi esperti di combattimento, si sono affrontati realmente, senza simulazioni, raggiungendo più volte il contatto pieno. Non avendo a disposizione cavi per realizzare le acrobazie ci siamo avvalsi di trampolini, con i quali gli attori sono riusciti a raggiungere l’elevazione desiderata.
Sappiamo di aver utilizzato tecniche molto simili a quelle impiegate nei film degli anni settanta, e di averlo fatto in un’epoca di mezzi tecnici estremamente sofisticati, ma noi semplicemente non potevamo permetterceli. proprio per questa ragione, siamo fieri dei risultati ottenuti, nel Volume 1.
Il maestro Jedi Zui-Mar Lee mentre istruisce la giovane Hope in Dark Resurrection Volume 1
BM: Come si prepara una scena di combattimento per questo tipo di film? Quali difficoltà comporta?
Maurizio Zuppa: La preparazione di una scena di combattimento è molto complessa e meticolosa. Per prima cosa è necessario trovare lo staff giusto: bisogna servirsi di praticanti e sportivi con grandi doti tecniche e ottima preparazione atletica. Gli attori devono mostrare una buona preparazione fisica e un’altrettanta predisposizione all’apprendimento. I tempi necessari per la realizzazione, di tutti i combattimenti presenti in un film d’azione, possono variare moltissimo a seconda degli effetti speciali utilizzati e dei mezzi tecnici a disposizione, si parte dai tre, sei mesi di lavorazione fino ad arrivare ad alcuni anni per i film più complessi. Molti esperti di arti marziali trovano difficile liberarsi dagli schemi mentali e fisici creati dalla loro disciplina, ma questo è un passo essenziale, che devono assolutamente compiere.
Il combattimento realizzato per un film è molto diverso da una competizione o una lezione in palestra, bisogna entrare nel personaggio, dedicando a quest’ultimo corpo ed emozioni. Spesso, il compito più arduo per un maestro dei combattimenti è quello di passare la coreografia all’attore, far sì che la faccia propria, che ci si senta a suo agio. Si deve stabilire una grande sintonia tra maestro e allievo, sintonia capace di superare qualsiasi barriera fisica e psicologica. Dote essenziale per qualsiasi maestro è la pazienza, perché questo lavoro necessita di molte ore di allenamento e preparazione.
Mario Zuppa e Marco Martani (il maestro Jedi Ranur) sul set del Volume 0
BM: Come detto più volte, il Volume 2 è molto più complesso del primo, questa evoluzione riguarda anche le coreografie dei combattimenti?
Maurizio Zuppa: Certamente, c’è stata un’evoluzione notevole anche per quanto riguarda i combattimenti. Si è deciso di dare molto più spazio alle coreografie, scegliendo atleti sempre più preparati. Angelo ha affidato a me il loro addestramento. Sono un istruttore di arti marziali e discipline psicofisiche, specializzato nella pratica e nell’insegnamento di diversi sistemi di combattimento a mano nuda e con l’uso di armi. Da 5 anni rappresento il Keysi Fighting Method (KFM) in Italia. I fondatori Justo Dieguez Serrano e Andy Normann, esperti di arti marziali, lavorano da parecchio tempo sui set di Hollywood, creando le coreografie di moltissimi film (Mission Impossible 3, Batman begins, Batman: Il cavaliere oscuro, Quantum of Solace, Scontro tra Titani). Sono stati per me grandissimi maestri, grazie ai loro preziosi consigli ho appreso come muovermi nell’ambiente e quali parametri adottare nella scelta degli atleti. Mi hanno insegnato molti trucchi del mestiere, impartendomi lezioni su “Timing”, balistica dei corpi, effetto scenico dei movimenti di lotta, uso delle armi corte e tecniche del corpo a corpo.
Per la scena di apertura del prologo è stato invitato Ran Arthur Braun, professionista del settore teatrale, regista e fight coreographer. Con Ran Arthur abbiamo creato e coordinato un combattimento che vede i sei Jedi contro un’orda di biodroidi. La parte acrobatica è stata affidata completamente agli stuntman Daniele Balconi, Fabio Branca e Yuri Zaffi (FWF). Per il maneggio delle armi mi sono avvalso del prezioso contributo di Manuel di Gregorio, praticante esperto in kung fu cinese, che ha trovato ottime soluzioni tecniche per gli attori.
I protagonisti, presenti sul set del Volume 0, sono stati veramente molto bravi ed estremamente professionali. Elena Cucci, ha seguito alla lettera tutte le istruzioni che le ho impartito. Quando l’ho vista in azione, mi sono quasi commosso, determinata e spietata, si è mossa con classe ed eleganza. Ottimi i due registi Fausto Brizzi e Marco Martani, ai quali è bastato un pizzico di maneggio di spade per apprendere la tecnica e metterla in pratica. Per Mattia Stancanelli abbiamo scelto l’uso delle due spade laser che, in quanto armi doppie, richiedono molto lavoro. Pochi giorni fa, ho assistito ad una proiezione privata del risultato postprodotto (quindi con gli effetti visivi ultimati) e posso dire che il risultato è spettacolare.
Anche gli atleti che hanno interpretato i biodroidi sono stati magnifici, nonotante l’impedimendo delle scomodissime tute in lattice, sono riusciti a compiere mirabolanti evoluzioni e cadute. Un ringraziamento particolare va a Mattia Criscuolo, che ha vestito per moltissimi giorni gli scomodissimi panni del biodroide, faticando e sudando moltissimo.
BM: Sappiamo che presto sarà girata la scena di un’imponente battaglia, l’attacco dei Daikas al tempio di Eron, come vi state preparando per questa ennesima prova?
Maurizio Zuppa: Ecco un esempio di ciò che ti dicevo prima, a proposito dei tempi di lavorazione dei film di azione. La scena dei Daikas richiede un mese di preparazione, 3 ore al giorno. Abbiamo fatto la preparazione fisica, poi quella tecnica, quindi la stesura delle coreografie, ci aspetta solo la prova con i costumi. I costumi creati da Iron Ring sono pesanti e ingombranti, molti dei loro elementi sono realizzati in cuoio durissimo. Abbiamo curato la parte tecnica delle coreografie con un gruppo d’istruttori keysi specializzati nel corpo a corpo e nell’uso delle armi corte. Per questa scena useremo delle lance, delle spade e delle doppie spade corte, che si usano come dei machete, il tutto rigorosamente laser.
La scena vede coinvolti Daikas e guardiani. Per i Daikas abbiamo pensato a uno stile tribale e veloce, per i guardiani a uno più essenziale. Ma non voglio svelarvi troppi dettagli, non vorrei rovinarvi la sorpresa.
Un video esplicativo sui combattimenti di Dark Resurrection:
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