Dark Resurrection, la produzione
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Dark Resurrection, la produzione

Il produttore esecutivo di Dark Resurrection Volume 2, Fabrizio Rizzolo, spiega come si produce un film indipendente e a quali difficoltà hanno incontrato nel realizzare questo sequel

Dark Resurrection, la produzione

Il produttore esecutivo di Dark Resurrection Volume 2, Fabrizio Rizzolo, spiega come si produce un film indipendente e a quali difficoltà hanno incontrato nel realizzare questo sequel

Capitolo 7 del Diario dal set di Dark Resurrection Volume 2, il secondo capitolo della saga realizzata da un gruppo di fan italiani di Star Wars. Ogni settimana in esclusiva per i lettori di Best Movie gli aggiornamenti del regista Angelo Licata riguardo alla lavorazione del “Guerre Stellari made in Italy”.

Qualunque film è frutto di un’amalgama di energie, idee e persone. Il regista firma la direzione, ma in defintiva è solo il responsabile, nel bene e nel male, di ciò che sarà il film una volta ultimato. La verità è che tutti sono importanti, poichè basterebbe un solo anello debole nella catena per rovinare il lavoro di molti, ma all’interno di questo folle progetto, al contrario di quello che dice il famoso detto, esistono elementi indispensabili e insostituibili! Fabrizio Rizzolo è il cuore di Dark Resurrection. Attore, doppiatore, cantante, sceneggiatore ed ora anche produttore esecutivo, un artista completo che sa fare bene così tante cose che quasi fa arrabbiare! Fabrizio ha anche firmato con me la sceneggiatura di Dark Resurrection Volume 2. Vi lascio all’intervista di una persona che merita di essere conosciuta.

Intervista a Fabrizio Rizzolo, produttore esecutivo di Dark Resurrection Volume 2.

Come si produce un film indipendente?

Fabrizio Rizzolo: Un film indipendente non ha in genere come punto di partenza il denaro. E spesso neanche come punto di arrivo. Semplicemente, il motore che muove tutto non è solo quello economico, ma anche e soprattutto quello umano. Il film “indie” è in fondo la concretizzazione di un Manifesto: «Noi non dipendiamo dal denaro per fare cose belle». Ed è la verità. Le cose più belle della vita – e la vita stessa – non nascono dal denaro, ma da un atto di amore. Questo per Dark Resurrection diventa il paradigma assoluto: passione, volontà, tenacia, senza trascurare la qualità. Anzi. Mettendo la qualità al centro degli obiettivi, senza usare come scusa la mancanza di denaro. Così si ottiene DR, che è un film complesso da produrre, intriso di narrazione epica, combattimenti e filosofia, e basato su effetti speciali di altissimo livello.

Qual è la differenza tra il Volume 1 e il Volume 2?
Fabrizio Rizzolo: Beh, se Dark Resurrection Volume 1 è piombato sul pubblico senza preavviso, lo stesso non si può dire del Volume 2. L’aspettativa è alta, gli effetti vogliamo che siano migliori, ma in generale tutto il film dev’essere tecnicamente superiore al primo. Ci si evolve, è naturale. In più, se per il primo volume l’apporto tecnico-artistico proveniva sostanzialmente da amici e parenti, ora si sono uniti al progetto molti professionisti che, a titolo completamente gratuito, hanno messo a disposizione abilità e strumenti decisamente di qualità. Paradossalmente però questo ha provocato un rallentamento nella produzione: ognuno di noi vuole dare il massimo, e quindi spesso necessita di tempo. E a volte è veramente difficile quando sei un professionista inserire tuo piano di lavoro quotidiano un progetto esigente come DR. Per fortuna mi pare che i risultati si vedano: il trailer del Volume 0, prologo e prima parte del Volume 2, è stato accolto benissimo da pubblico e addetti ai lavori.

Ci sono comunque molte spese, anche se nessuno riceve compensi. Giusto?
Fabrizio Rizzolo: Assolutamente sì. Noleggi, spostamenti, catering per decine di persone. Ma per finanziare tutto ciò, oltre ad alcuni sponsor, Dark Resurrection può contare su centinaia di Produttori Associati.

Chi sono i Produttori Associati di Dark Resurrection? Come si diventa tale?
Fabrizio Rizzolo: I nostri Produttori Associati sono fan da tutto il mondo che contribuiscono diventando membri della RIVIERA FILM, l’associazione no-profit che produce DR. Come ringraziamento ricevono una copia omaggio del dvd del Volume 1 con un’ora di extra, e avranno il loro nome in coda al film: credo sarà un record da Guinness dei Primati. Per diventare Produttore Associato, è sufficiente fare una donazione di 30 Euro, anche se c’è chi – bontà sua – l’ha decisamente superata: a questo indirizzo (www.darkresurrection.com/dr2production.htm) le istruzioni. Il film adesso è diventato davvero di tutti. Più di 300 donazioni da tutto il mondo ci consentono oggi di completare il Volume 0, e confidiamo nel futuro.

Come si opera, in pratica, per produrre Dark Resurrection?
Fabrizio Rizzolo: Senza dubbio la prima cosa è trovare le persone, il cast tecnico e artistico, insomma i pazzi che credono nel progetto, nell’avventura. La seconda è fargli fare cose che – incredibile – non sarebbero disposti a fare neanche se tu li pagassi: compiti inediti, orari impossibili, fatiche estreme, salto dei pasti. La terza è fargliele fare con il sorriso. E, scherzi a parte, più o meno questo è ciò che succede. E succede. Bisogna solo saper cercare, trovare, capire, a volte aspettare. Avere idee. Coinvolgere. Il nostro Paese è pieno di risorse straordinarie, di uomini capaci e con un sogno. Chi vuole esserci ci sarà perché ha deciso di farlo: chi non ha veramente deciso, prima o poi si perderà. Ecco che allora come per magia (o grazie alla Forza, visto che in fondo parliamo di Star Wars) si forma un gruppo di guerrieri, un gruppo di amici, un piccolo esercito che si mette in gioco per qualcosa in cui crede. Ed il risultato è Dark Resurrection.

Come sei approdato al progetto DR?
Fabrizio Rizzolo: L’avventura per me è iniziata nel 2007: ho interpretato Master Zorol nel Volume 1 e ho fatto anche il doppiatore. Ho persino presentato l’anteprima all’Ariston con la splendida Giorgia Wurth. Poi Angelo Licata, creatore e vera, profonda anima del progetto, mi ha affidato il compito di primo aiuto regia e produttore esecutivo di DR2: un grande attestato di stima. Lavoriamo da mesi spalla a spalla al Volume 0. Una bella sfida, e aggiungo un grande onore. Poter essere responsabile di questa incredibile scommessa è veramente straordinario.

Come procedono i lavori?
Fabrizio Rizzolo: Ogni giorno c’è un’esigenza nuova, ogni giorno bisogna risolvere qualcosa. La vita e le necessità economiche tendono ad intralciarti, ma bisogna tenere duro. Altrimenti un film che giri in 6 settimane ma che ti ci vogliono 8 ore di lavoro per fare 4 secondi di postproduzione non ce la fai a produrlo, a finirlo. Devi sapere che ci vorrà del tempo, che ci saranno intoppi. E se sei bloccato devi stare calmo, e sapere che qualcosa di buono succederà, e ti verrà un’idea, maledizione! Poi tutto magicamente si risolve, grazie alle persone eccezionali che lavorano con te. E forse anche a Yoda e Obi-One.

Perché hai accettato questo incarico?
Fabrizio Rizzolo: Non solo l’ho accettato, ma mi sono offerto volontario! Perché Dark Resurrection è importante, è qualcosa di bello, qualcosa che rimarrà. E se io penso a quello che vorrei che rimanesse di me e di ciò che ho fatto nella mia vita, tra mia figlia, alcuni miei film e le mie canzoni, non potrei non includere proprio Dark Resurrection.

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