Conclusosi il primo corso con l’uscita di Blue Beetle e (prossimamente) di Aquaman and the Lost Kingdom, per il DC Universe sarà tempo di tagliare con il passato: sappiamo già da alcuni mesi che la nuova era sarà guidata dalle menti di James Gunn e Peter Safran, che hanno già annunciato alcuni titoli da cui ripartire, come gli attesissimi Superman: Legacy, The Brave and the Bold e molto altro. Ma a quanto pare c’era un altro nome in lizza per prendere le redini dell’universo DC. Si tratterebbe di David Ayer, regista di Suicide Squad che negli ultimi giorni è tornato a parlare della travagliata esperienza che ha portato all’uscita del film del 2016, per molti l’inizio della fine del corrente DC Universe.
In un’intervista con il podcast di Jon Bernthal, il regista ha affermato di essere stato considerato dagli executive di Warner Bros. come possibile leader del marchio, e che le critiche a Suicide Squad hanno arrestato tutto, facendo poi propendere per il duo Gunn-Safran già menzionato.
«Durante la produzione di Suicide Squad», ha ricordato David Ayer, «quando ci dedicavamo alla revisione delle scene, tutti dicevano: “Oh, cavolo, forse Ayer diventerà il capo della DC”. Ma lì dentro è come Il trono di spade. Gli intrighi di palazzo erano folli».
Il film, ricordiamo, è stato un successo commerciale, ma è stato bocciato da pubblico e critica. Da tempo il regista sostiene che la sua versione sia nettamente diversa da quella diffusa nelle sale e, dopo l’uscita della director’s cut di Justice League di Zack Snyder, sta lottando con lo studio per ottenere lo stesso trattamento.
Intanto, Ayer ha anche trovato il tempo di dispensare ai colleghi qualche buon consiglio per il futuro dell’universo DC. Qualche giorno fa ha scritto sul suo profilo X (ex Twitter): «La soluzione è semplice. Lasciare che i registi possano mostrare la loro visione. Non prendere decisioni basate sulla paura. Tornare a osare. Studiare che cosa ha funzionato. Non inseguire il mercato. La DC ha sempre avuto i migliori personaggi dell’editoria. Dark, intenso e riflessivo sono i tre aggettivi del brand».
Fonte: CBR
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