Oyster Bay, Long Island, 3 ottobre 2012. La nebbia che serpeggia tra gli alberi ha qualcosa d’innaturale. All’inizio non capiamo bene cosa la renda diversa, poi man mano che l’auto si addentra nel bosco iniziamo a comprendere: nonostante sia, notte c’è luce come se fosse giorno. Un cielo nuvoloso incombe sulla campagna, non è la luna a illuminare la vegetazione. Parcheggiamo in una piccola radura, dove arriva la risposta ai nostri dubbi: da dietro gli alberi spuntano cinque enormi bracci meccanici. Sono alti almeno sessanta metri, e al loro apice sorreggono degli enormi spot al neon avvolti in teli bianchi, in modo da espandere la luce in modo omogeneo. L’effetto è simile a quello delle numerose invasioni aliene viste in sala, con le astronavi immobili un momento prima di colpire. Stiamo per andare sul set di Noah, e nessuno ci ha detto quello che ci aspetta…
Un palazzo in mezzo al bosco
Percorriamo una strada tra gli alberi che sbuca a lato di un campo di terra nerissima, pietrosa, dove sono state piazzate delle pompe idrauliche pronte a spruzzare getti d’acqua. Si intravedono alcuni membri della troupe che si muovono veloci. Quando l’intero spazio aperto ci si apre davanti, ciò che appare all’estremità sinistra della radura getta l’intero gruppo di giornalisti in un silenzio stupefatto, alla Jurassic Park: non sono brontosauri, però, quelli che vediamo, è l’Arca di Noè. Si presenta come un maestoso edificio tra gli alberi, una specie di bunker. Un palazzo squadrato, austero, senza finestre. Unico accesso possibile l’enorme entrata, una porta immensa che conduce all’interno. L’ufficio stampa che ci accompagna deve aver notato la nostra espressione, perché si affretta subito a puntualizzare: «Ci sono voluti tre mesi per costruirla. I materiali usati sono principalmente legno, bambù e cartapesta. Impressionante, eh?».
Nemici invisibili
Quando ci lasciano avvicinare maggiormente vediamo che al momento stanno girando una scena con il solo Russell Crowe intento a correre attraverso il campo, diretto verso l’entrata dell’Arca. Prima di entrare si ferma di colpo, si volta per rivolgere alcune battute aggressive a un nemico invisibile (che comparirà in un controcampo, supponiamo), poi sale veloce per la pedana di accesso. L’attore ripete la scena qualche volta, dandoci così la possibilità di continuare ad ammirare lo spettacolo che il reparto di scenografia ha allestito. Anche l’autunno c’ha messo lo zampino. La nebbia che avvolge il bosco tutt’intorno allo spiazzo rende l’atmosfera ancora più suggestiva. Mentre Crowe continua instancabile ciak dopo ciak, notiamo Emma Watson che chiacchiera gioviale con Logan Lerman. È l’unica che sembra divertirsi un mondo in questo posto surreale: sorride e gesticola con entusiasmo. Intorno a lei i numerosi componenti del cast tecnico sono concentrati, silenziosi, quasi risentissero della “gravitas” che l’ambiente circostante impone loro.
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