Fenomeno Sio
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Fenomeno Sio

Riflettori puntati su uno dei più giovani e talentuosi fumettisti di casa nostra

Fenomeno Sio

Riflettori puntati su uno dei più giovani e talentuosi fumettisti di casa nostra

Quel fenomeno di Sio, per citare il Tony Pisapia de L’uomo in più di Paolo Sorrentino. Perché Sio, nome d’arte di Simone Albrigi, classe ’88, è un fenomeno. Spesso lo diamo per scontato, e sbagliamo. Ha costruito da zero il suo nome e la sua storia; ha saputo – come racconta anche Lucio Staiano di Shockdom – trovare l’occasione e il pubblico giusti.

I suoi fumetti sono essenziali, semplici, mai banali; ha unito linguaggi e mondi interi. Da Internet alla carta stampata, dai social agli appuntamenti mensili in edicola. Ha fatto del tratto abbozzato uno dei suoi punti di forza. Ha un’ironia sottile, feroce, interpretabile in diversi modi (ed è anche questa la sua grandezza: sembra rivolgersi ad un pubblico di giovanissimi, e invece parla a tutti). Nella sua scrittura, si riconosce una certa tradizione del fumetto italiano, che affonda le radici nelle sceneggiature di Tito Faraci e in Topolino. Sio vende, e vende benissimo. E vende soprattutto in edicola e in fumetteria. Da qualche settimana, ha lanciato Shonen Ciao, e che meraviglia: ha raccolto professionisti, altre firme, ha saputo fare da curatore. Sio viene spesso sottovalutato. Ed è un peccato. E lo è per due ragioni, principalmente. Prima di tutto perché è una risorsa per il fumetto italiano. E poi perché è riuscito a riassumere il significato di divenire: passare da un punto a un altro, migliorarsi, adattarsi, ripetere, aggiustare; soprattutto, mai guardarsi indietro.

Come altri autori, ha capito una cosa fondamentale: bisogna andare oltre; bisogna parlare anche ai non appassionati; e non bisogna lasciarsi schiacciare dai pregiudizi e dalle dinamiche – restringenti – di un mondo intimamente piccolo come quello dell’editoria a fumetti. Sio merita dieci, cento, mille copertine di settimanali. Come Fumettibrutti su Sette del Corriere della Sera e Zerocalcare su L’Espresso. E le merita non solo per la sua bravura, per le copie vendute, per il successo; le merita anche per quello che – forse inconsciamente, forse no – rappresenta. Ha fatto fumetti, libri, videogiochi (Super Cane Magic ZERO), magazine. Ogni giorno pubblica una nuova striscia online, e ha battuto diversi record. È un appassionato, uno che crede in quello che fa, che ama la sintesi del fumetto, che sa assolutamente dove mettere le mani e che sa riconoscere il talento. Lo noti quando parla di qualcuno o di qualcosa, quando cita questo autore o quel fumetto. Conosce la teoria, la praticità che hanno determinate scelte, e sa applicarle in ogni istante. È giovanissimo per la media dei fumettisti italiani. Ed è, allo stesso tempo, vecchissimo. Perché ha viaggiato, provato, vissuto. Ha un podcast, Power Pizza, con Nicola Bernardi e Lorenzo Civolari. E un canale Youtube, Scottecs, con più di 2 milioni di iscritti. Ha doppiato Over the Garden Wall di Cartoon Network. Adora l’animazione e il nonsense. Nel surreale, ha trovato una scintilla chiara e spontanea di empatia. Ha parlato e parla di tutto, di ogni cosa, di chiunque. È uno che sa sognare rimanendo con i piedi per terra, e che sa provare cose nuove senza montarsi la testa. È un fenomeno, sì.

© Nicola Bernardi

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