L’importanza di sostenere le opere prime
telegram

L’importanza di sostenere le opere prime

L’importanza di sostenere le opere prime

Parliamo sempre dei maestri, e va bene. I maestri sono la nostra storia, ci ricordano quello che è stato fatto e che ancora possiamo fare. Ma è importante parlare anche degli esordienti, di quegli autori e quelle autrici che stanno facendo i loro primi passi all’interno del mondo del fumetto e che cercano con tutto ciò che hanno, intuizioni, talento, visioni, di lasciare un segno. Anche piccolo, per carità.

Durante le fiere, di occasioni simili, occasioni in cui riflettere sulle promesse e sulle aspirazioni del mercato, su ciò che abbiamo e che si sta costruendo, ce ne sono diverse. Purtroppo spesso non ricevono l’attenzione che meritano. A Lucca Comics and Games, per esempio, c’è il Lucca Project Contest, che ogni anno elegge un vincitore – o, ovviamente, una vincitrice – da pubblicare (grazie, e questo va assolutamente detto, alla collaborazione con Edizioni BD, una delle realtà italiane più attente alle novità e ai giovani autori).

Nel 2022 è toccato a Vaga, nome d’arte di Valentina Galluccio: il suo libro, Dog, è ambientato nella periferia di Napoli, parla d’amore e di violenza, di ossessione e soprusi; con il suo stile unico e originale, riesce a raggiungere una sintesi precisa tra disegno e parole, tra ciò che, insomma, vediamo e ciò che invece leggiamo. Vaga si muove in una dimensione sospesa, tra sogno e incubo. La sua protagonista, Mia, ha paura, non riesce più a respirare; vede il suo ragazzo come un mostro, metà cane e metà uomo. Solo alla fine capisce: non è un essere eccezionale, e il dolore non può essere nascosto sotto le giustificazioni.

Dog è un viaggio, ed è un viaggio tortuoso, ricco e terribilmente affascinante. Vengono fuori la voce di Vaga e la sua creatività. È più di un semplice biglietto da visita; è un’affermazione: eccomi, ci sono anche io.

Un altro esordio che merita di essere citato è Lo schermo bianco di Enrico Pinto, pubblicato da Coconino Press.

Il suo è un fumetto ambientato in un futuro prossimo, non troppo differente dal nostro presente ma nemmeno così simile: siamo in Francia e la nuova presidente è pronta a fermare l’arrivo di immigrati e stranieri con una legge. Quello de Lo schermo bianco è un movimento di protesta e di attivismo e Salvo, il protagonista, si ritrova suo malgrado al centro di congiure e complotti. Anche qui, come per il Dog di Vaga, è evidente la novità del tratto: semplice, ma non per questo banale; articolato, leggero, ispirato. Tremolante, ma senza l’incertezza di chi non sa cosa fare. Vero, preciso, vibrante.

Ne Lo schermo bianco, l’architettura – intesa come insieme di figure e non come disciplina – è un altro dei protagonisti. Contano infatti gli edifici, il modo in cui occupano lo spazio e la loro storia. Pinto, con questo fumetto, ha messo insieme più cose; ha provato a riflettere sulla stretta attualità, su quello che sta succedendo in Europa e sulla paura che sembra non abbandonarci mai, nemmeno per un istante. Allo stesso tempo, però, è stato in grado di andare oltre, di raccontare la sua personalissima verità e di non limitarsi a riprendere, o a imitare, quello che qualcun altro aveva già mostrato prima di lui.

Lo schermo bianco e Dog sono due facce della stessa medaglia: una medaglia, però, che non è mai uguale o ripetibile, che non può, per forza di cose, cogliere la realtà in tutta la sua complessità. Il fumetto è un mezzo per fotografare il nostro mondo.

Per questo, come dicevamo all’inizio, è importante non solo parlare dei maestri, degli autori e delle autrici che hanno avuto tempo e modo per affermarsi e per farsi conoscere; ma pure, e in certi casi soprattutto, degli esordienti, di chi per la prima volta sta pubblicando un fumetto. Insieme alle diverse iniziative, vanno citati gli editori che si impegnano, stagione dopo stagione, a scovarli e a sostenerli, dando loro, anche se per poco, un posto da poter chiamare casa.

 

Edizioni BD (2) Coconino Press (2) 

© RIPRODUZIONE RISERVATA