A distanza di più di dieci anni dall’arrivo dell’anime in Italia, la presenza di Detective Conan sulle nostre reti continua ad essere discontinua e travagliata. Di fatto, ad oggi la serie – che aveva subito un passaggio da Mediaset a De Agostini – risulta interrotta all’episodio 724 (776 secondo la numerazione italiana), ed è ferma dal 2016.
Ma la trasmissione disordinata è solo uno dei tanti problemi che i fan italiani di Detective Conan hanno dovuto affrontare. L’anime è infatti arrivato nel nostro Paese in versione profondamente censurata, e ancora oggi non è stata prodotta un’edizione che renda giustizia all’originale.
Prima di raccontarvi come mai, occorre contestualizzare ricordando che l’opera, scritta e disegnata da Gōshō Aoyama, ruota attorno alle avventure di Shinichi Kudo, un giovane e abile detective liceale, al quale, dopo essere venuto a contatto con una misteriosa organizzazione criminale, viene somministrato un farmaco noto come APTX4869, che lo ringiovanisce, trasformandolo in un bambino di sei anni. Shinichi assume così l’identità di Conan Edogawa, nella speranza di continuare a investigare e tornare al suo aspetto originario. L’anime è dunque di genere giallo e mystery, e in ogni episodio il protagonista si trova ad affrontare un nuovo caso investigativo, cedendo poi il merito a Kogoro Mori, detective di seconda categoria e padre dell’amica d’infanzia Ran.
Considerato quindi il genere narrativo di Detective Conan, risulta quasi paradossale la scelta dell’adattamento italiano di modificare, quando non di eliminare del tutto, tutti i termini legati all’omicidio e alla morte. Ad esempio, parole come “uccidere”, “morire”, “suicidarsi”, “cadavere” e “omicidio” sono state edulcorate in “eliminare”, “perdere la vita”, “farla finita”, “corpo” e “crimine”, rendendo talvolta incomprensibili i dialoghi. La stessa cosa avviene quando si parla di droga e sostanze stupefacenti: ad esempio, nell’episodio Il caso della sonata al chiaro di luna, la parola “droga” viene tradotta addirittura in “microfilm”, con il risultato di alterare e confondere totalmente la vicenda narrata.
Questo problema si presenta soprattutto nel primo blocco di episodi trasmessi da Mediaset (ep. 1-130), mentre dalla “seconda stagione” in poi si è cercato di ricalcare meglio la versione originale. Tuttavia, anche qui permanevano diverse censure volte a mascherare le scene più cruente, utilizzando ad esempio il bianco e nero, il fermo immagine, lo zoom o colorando il sangue di nero.
La traduzione alterata ritorna poi dalla sesta stagione di Detective Conan, ovvero con gli episodi 334-385, ancora a cura di Mediaset. Anche qui, l’audio altera alcune frasi o scene con adattamenti edulcorati e approssimativi, come “deceduto”, “scomparire”, “togliere di mezzo” o addirittura “liquido corporeo” e “tracce ematiche” al posto di “sangue”. Tali censure sono state rimosse durante le repliche su Hiro e Italia 2, ma si sono manifestate nuovamente con il passaggio della serie a De Agostini e la messa in onda su Super!, canale indirizzato a un target di bambini.
Insomma, non c’è pace per il povero Detective Conan e per i suoi fan italiani… Voi che ne pensate? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti!
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