Gonna di tulle rosa e stivali di gomma viola, con un motivo a quadri rubato a una tovaglia, Zooey siede sul divano saccheggiando senza ritegno il secondo pacchetto di pop corn. Aspetta la prossima intervista con uno sguardo che tradisce noia e curiosità in parti uguali. Le gambe penzolano nel vuoto, con le punte dei piedi che si spingono via l’un l’altra. Hold me closer Tiny Dancer, canterebbe Elton John vedendola così, minuscola e svagata, diva non leggendaria, ma dai leggendari occhi blu.
Zooey Claire Deschanel (nella foto), classe 1980, attrice e voce degli She & Him (se ancora non la conoscete guardate sotto il video di Why do you let me stay here?, e vi farete un’idea abbastanza precisa del personaggio) è qui per presentare My Idiot Brother, commedia indie in cui interpreta la sorella di un hippie trentenne (Paul Rudd) dal cuore d’oro ma dalla bocca larga, che per troppo candore finisce per incasinare le vite delle sue tre sorelle (oltre a Zooey, Elizabeth Banks ed Emily Mortimer).
Un microcosmo tutto al femminile, in cui le donne appaiono per lo più isteriche ed aggressive, preda di umori che l’unico elemento maschile della famiglia non può far altro che subire. In questo quadro (vagamente misogino), Zooey interpreta la sorella più piccola e meno responsabile, senza famiglia (ha una relazione lesbica con un’avvocatessa) e senza lavoro, fatta eccezione per delle saltuarie performance come stand-up comedian. In cerca di un’identità, soprattutto sessuale, finisce per tradire la sua compagna, infilandosi in un ginepraio di bugie e fraintendimenti.
Considerato che finora il suo più grande successo è 500 giorni insieme (in cui spezza il cuore di Joseph Gordon-Levitt) le chiedo se la diverta sfruttare il lato oscuro di quel suo sguardo di porcellana, che sembra fatto apposta per incantare e poi impietrire, come quello di una moderna Medusa con la passione per l’alternative rock. Per uno scherzo del destino, quando glielo chiedo indossa degli enormi occhiali da sole bianchi: siamo seduti vicino alla terrazza e il sole che piomba giù dalle montagne taglia in due la stanza e le finisce dritto in faccia. «Beh, posso dirti che mi piace interpretare personaggi che non sono proprio piacevoli, e trovare il modo di far sì che gli spettatori si identifichino comunque».
Zooey Claire Deschanel in My Idiot Brother
Cosa significa per te “lavorare duro”? È un’espressione che voi attori usate spesso.
«Non sono il tipo di attrice che pesca dalla sua vita per interpretare un personaggio, ma in ogni caso quando tu reciti le emozioni sono reali, anche se le situazioni non lo sono. E a volte è faticoso».
C’è qualche tipo di domanda che ti fa arrabbiare?
«Non mi piacciono le domande che vogliono condurmi in partenza da qualche parte, che mi vogliono spiegare come dovrei sentirmi. Quelle che contengono già la risposta. Mi fanno, non so, venire voglia di ribellarmi (ride). Ma allo stesso tempo non c’è niente di più bello che parlare con chi è veramente aperto, è una delle parti migliori di questo lavoro».
L’anno scorso hai aperto il festival con 500 giorni insieme. Quel film ha cambiato la tua carriera?
«Non saprei. È difficile dirlo dalla mia prospettiva, è una domanda che bisognerebbe fare a qualcuno che vede le cose dall’esterno. Diciamo che è un film che ho amato molto e che ha ritarato la percezione del pubblico nei miei confronti».
E poi, per ultimo, racconta che il suo film meno conosciuto e meno visto è anche quello per cui probabilmente ha faticato di più, e si chiama Winter Passing. E poi è finita.
A questo punto Zooey si alza nella brevità del suo metro e sessanta, mi sorride e si toglie gli occhiali. E gli occhi sono blu. Assolutamente blu, nel senso che non si riesce a pensare a nient’altro.
Una volta, guardando il thriller SWAT, un mio amico mi aveva detto che Colin Farrell senza un filo di barba era l’effetto digitale più incredibile che avesse mai visto. Beh, dovrebbe essere qui ora.
Io non sono né abbastanza cinico, né abbastanza professionale per trattenermi, quindi le chiedo di scattare una foto assieme.
Mentre siamo in posa la tengo sotto braccio, e vedo il bordo della gonna di tulle che si agita impettito attorno alle ginocchia e i piccoli pois bianchi sul maglione di lana nera. E in quel momento, esattamente in quel momento, mentre il flash si prende tutto il tempo che gli serve, io ci penso di nuovo. Perché, naturalmente, c’è un’altra canzone di Elton John che sembra scritta per lei. (Foto Getty Images)
Sotto, il video musicale di Why do you let me stay here? e il trailer di Your Highness:
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