Uguaglianza, inclusione ed emancipazione sono solo alcuni dei valori che la Disney cerca di veicolare attraverso le sue opere. Specialmente negli ultimi anni, durante i quali la Casa di Topolino si è impegnata per essere al passo con i tempi e, soprattutto, un vero esempio di rispetto verso ogni minoranza e cultura.
Un’immagine che non coincide esattamente con quella data a cavallo tra gli anni ’30 e ’70, periodo in cui la Disney realizzò molti dei classici che ne fecero la fortuna, inserendovi però rappresentazioni caricaturali di varie etnie che non sono state chiaramente gradite dai diretti interessati. Specialmente oggi, con la maggiore consapevolezza raggiunta dal pubblico e una maggiore attenzione a temi come la discriminazione e l’intolleranza.
Parliamo ad esempio degli stereotipi razzisti presenti in film come Peter Pan, dove gli indiani d’America vengono rappresentati in maniera caricaturale; ne Gli Aristogatti e Lilli e il Vagabondo, che danno un’immagine distorta degli asiatici attraverso i gatti siamesi o in Dumbo, dove i corvi parlano usando lo slang degli afroamericani.
Nei mesi scorsi era stata valutata la possibilità di rimuovere alcune delle sequenze incriminate dai contenuti presenti sulla piattaforma streaming Disney+, tuttavia, la major ha deciso di optare per un disclaimer inserito all’inizio di ogni film, che avverte: “Questo programma viene presentato così come era stato creato in origine. Per questo potrebbe contenere delle rappresentazioni culturali obsolete”.
Una soluzione che se da un lato potrebbe essere apprezzata perché volta a mantenere intatti i classici disneyani, dall’altro potrebbe far discutere perché considerata non sufficiente a mitigare l’impatto di certi contenuti caricaturali. Voi cosa ne pensate?
Fonte: Collider
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