Django Unchained, alle radici di un capolavoro: pensieri sparsi sul film
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Django Unchained, alle radici di un capolavoro: pensieri sparsi sul film

Dal blog di Gabriele Ferrari, una raccolta di considerazioni entusiaste sul primo grande film del 2013

Django Unchained, alle radici di un capolavoro: pensieri sparsi sul film

Dal blog di Gabriele Ferrari, una raccolta di considerazioni entusiaste sul primo grande film del 2013

“Django Unchained è un tripudio di citazionismo spudorato ma mai becero. Si permette di sfottere la scena più famosa di Dirty Harry e di far incontrare sparatorie classiche, Tupac e James Brown in un mash-up spiazzante. Un paio di scene nel terzo atto sono cover blues di Scarface. C’è un momento in cui Samuel L. Jackson sfiora la citazione da Pulp Fiction. L’amata exploitation spunta da ogni poro della pellicola, arrivando anche a fare riferimento a casi clamorosi di exploitation ad alto budget (parole di Tarantino, non mie) come il Mandingo di Richard Fleischer. È una festa, e sapete cosa? Non stucca mai, perché ogni scelta ha un senso e ogni inquadratura/dialogo preso in prestito dai Grandi è inserito nel contesto del film”.

“Non ho controprove, ma sono abbastanza convinto che una delle battute migliori del film sia improvvisata da Christoph Waltz. Il che mi consente di dire: dovendo scegliere il vincitore assoluto del film sarei in difficoltà. SONO TUTTI BRAVISSIMI”.

Continua a leggere i pensieri sparsi di Gabriele Ferrari su Django Unchained, sul suo blog Just Like Honey.

Leggi anche la recensione del film di Marita Toniolo.

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