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Doctor Who, scoppia la polemica per l’Isaac Newton nero. La replica: «Non c’è tempo per i bigotti»

I personaggi degli episodi speciali sono giudicati troppo "woke" e dopo la transessuale Rose ora è finito nel mirino anche il gender swap del matematico e fisico inglese

Doctor Who, scoppia la polemica per l’Isaac Newton nero. La replica: «Non c’è tempo per i bigotti»

I personaggi degli episodi speciali sono giudicati troppo "woke" e dopo la transessuale Rose ora è finito nel mirino anche il gender swap del matematico e fisico inglese

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Continuano le polemiche per i nuovi episodi speciali di Doctor Who che stanno festeggiando i 60 anni della serie britannica. Dopo le critiche per il personaggio transessuale emerse nei giorni scorsi, e già duramente dismesse dallo showrunner Russel T Davies, ora tocca al direttore di casting dello show rispondere a coloro che si lamentano per la scelta di far interpretare Isaac Newton ad un attore nero.

Nel secondo dei tre episodi arrivati su Disney+, dal titolo Wild Blue Yonder, abbiamo visto infatti il Dottore interpretato da David Tennant incontrare il celebre matematico e fisico inglese autore della teoria della gravitazione universale e inventore del calcolo infinitesimale. Qui, è interpretato dall’attore nero Nathaniel Curtis e questo scarto rispetto alla realtà storica dei fatti a quanto pare ha disturbato certi spettatori. Online sono emerse critiche per la scelta, rapidamente contestate da Andy Pryor durante un’intervista a Digital Spy

«È un’interpretazione divertente di Isaac Newton – ha dichiarato – Il nostro non è un dramma storico. Possiamo divertirci un po’». Quando gli è stato chiesto di commentare le polemiche relative al casting dei personaggi degli episodi speciali, giudicati troppo “woke” da alcuni, il responsabile di quelle scelte ha espresso un duro parere: «È triste che viviamo in un momento storico nel quale le persone vedono le minoranze come dei cattivi. Sono bravo a spegnere questo tipo di polemiche. E sono anche contento, molto contento di bloccare gente su Twitter. Non penso di avere tempo per i bigotti di questo tipo».

Poi, ha proseguito dicendo: «È ancora più importante dare voce alle persone e rappresentarle, specialmente per i giovani che stanno crescendo e magari sono trans o fanno parte di altre minoranze. Se possono vedersi sullo schermo, può essere significativo per loro nella vita. Li fa sentire parte del mondo e difatti lo sono». I social media, per il direttore di casting di Doctor Who, sono un posto pericolo in cui le persone si ritrovano a dire cose che non pensano: «È come un gioco per loro. Ma la vita non lo è, penso sia importante farsi avanti per persone marginalizzate».

Nei giorni scorsi, come detto, è emersa anche la polemica relativa alla scelta di includere il personaggio di Rose, interpretata da Yasmin Finney, già vista nella serie teen Heartstopper. Come la sua interprete, anche Rose è trans, e la serie ha incluso una scena in cui vengono affermati i suoi pronomi, oltre a un momento in cui sua nonna Sylvia (Jacqueline King) cerca di abituarsi alla sua identità e a riferirsi a lei nel modo corretto.

La BBC ha affermato di aver ricevuto circa 150 chiamate di protesta, che accusavano il network di aver realizzato un programma “anti-uomini” e di aver rappresentato un personaggio “inappropriato”. Lo showrunner, però, si è scrollato di dosso tutto così: «Non abbiamo avuto una lunga lista di candidati ai provini. Ma poi è arrivata Yasmin ed è bastato poco, perché era perfetta. È assolutamente fantastica e la rivedremo ancora in futuro, perché ho adorato lavorare con lei».

I tre episodi speciali di Doctor Who sono tutti disponibili su Disney+.

Foto: BBC

Fonte: Digital Spy

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