Dopo 35 anni questo thriller rimane una delle storie più agghiaccianti viste al cinema
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Dopo 35 anni questo thriller rimane una delle storie più agghiaccianti viste al cinema

Da molti ritenuto uno dei migliori adattamenti mai realizzati, ha conservato tutto il suo fascino oscuro dopo tutto questo tempo

Dopo 35 anni questo thriller rimane una delle storie più agghiaccianti viste al cinema

Da molti ritenuto uno dei migliori adattamenti mai realizzati, ha conservato tutto il suo fascino oscuro dopo tutto questo tempo

misery è ancora il miglior thriller dopo 35 anni

La prova del tempo è fondamentale per qualsiasi film che voglia sopravvivere oltre il suo periodo di uscita e successive “vite”. Ci sono capolavori della Settima Arte che sono stati riscoperti e apprezzati solo molto tempo dopo l’arrivo nelle sale e altri che da subito era chiaro che avessero qualcosa di speciale, di insuperabile. Per molti versi, Misery non deve morire è uno di questi e dopo 30 anni rimane uno dei thriller più agghiaccianti mai visti al cinema.

Uscito nel 1990, l’adattamento di uno dei molti romanzi di Stephen King è uno dei film psicologici più iconici degli anni ’90 e ancora oggi continua a inquietare gli spettatori. Diretto da Rob Reiner – che solo un anno prima aveva diretto Harry, ti presento Sally, cult tornato in auge in questi giorni grazie ad uno spot con protagonisti Billy Crystal e Meg Ryan – Misery non deve morire ha saputo mescolare suspense, paura psicologica e una dinamica di potere inquietante e continua a terrorizzare grazie a una serie di punti di forza che lo rendono un classico senza tempo.

Uno degli aspetti più potenti di Misery è sicuramente la straordinaria interpretazione di Kathy Bates nel ruolo di Annie Wilkes. La sua performance le valse l’Oscar come miglior attrice protagonista, e non è difficile capire perché: Annie è un personaggio complesso, una fan ossessionata da un autore che diventa il suo prigioniero. La sua capacità di passare da momenti di dolcezza quasi materna a esplosioni di violenza incontrollata crea un senso di terrore crescente. La Bates non solo ha incarnato il personaggio alla perfezione, ma ha anche reso Annie una delle antagoniste più memorabili della storia del cinema. James Caan, nel ruolo dell’autore Paul Sheldon, è altrettanto convincente: la sua interpretazione di un uomo intrappolato in un incubo psicologico, costretto a subire la follia di Annie, è tesa e coinvolgente. L’interazione tra i due attori è il cuore pulsante del film e contribuisce a costruire quella dinamica claustrofobica che rende Misery così affascinante.

Misery non deve morire si distingue inoltre per l’abilità nel creare una tensione costante senza bisogno di effettivi “salti” da film horror tradizionale. L’atmosfera è opprimente, grazie alla sceneggiatura che sviluppa lentamente il tormento psicologico di Paul, intrappolato nella casa isolata di Annie. La violenza che esplode improvvisamente è tanto più scioccante proprio per la sua imprevedibilità, ed è qui che Misery riesce a cogliere nel segno: il terrore psicologico supera la semplice paura fisica.

Il thriller in questione è poi considerato uno dei migliori adattamenti dei romanzi del Re dell’horror: Rob Reiner ha mantenuto il cuore della storia intatto ma senza appesantirlo con troppe digressioni. Sebbene il libro e il film abbiano delle differenze, il film riesce a tradurre efficacemente la claustrofobia e l’ossessione che permeano la trama originale. Inoltre, la sceneggiatura di William Goldman è perfetta nell’equilibrio tra dialoghi e momenti di silenzio, riuscendo a mantenere un ritmo incalzante senza mai sacrificare la psicologia dei personaggi.

La tematica di Misery, inoltre, è universale e senza tempo, perché riguarda l’ossessione fanatica e la pericolosità di un culto individuale. La relazione tra Paul e Annie, che parte da un’apparente ammirazione e si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, riflette il modo in cui la passione, quando distorta, può condurre alla distruzione. Questo tema è ancora incredibilmente attuale, e la rappresentazione di una star intrappolata nella propria creatura – l’autore di successo schiacciato dalla sua stessa fama – offre uno spunto di riflessione che va al di là del semplice thriller.

A oltre 30 anni dall’uscita, in definitiva, Misery non deve morire continua a essere un capolavoro del genere thriller, che non solo regge la prova del tempo, ma continua a essere fonte di ispirazione per registi e scrittori. Potete vederlo o recuperarlo in streaming su Prime Video

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