Le app di incontri promettono amori da favola e connessioni istantanee, ma cosa succede quando dietro il profilo perfetto si nasconde una realtà inquietante? Il truffatore di Tinder, film disponibile su Netflix e che affronta proprio questa tematica, ha scosso gli spettatori, rivelando i lati più oscuri di un mondo digitale dove fiducia e manipolazione si intrecciano pericolosamente. Un racconto di lusso, inganni e vite spezzate che lascia un segno profondo e fa riflettere su quanto davvero conosciamo chi incontriamo online.
Nel 2018, Cecilie Fjellhoy, una studentessa norvegese di 29 anni residente a Londra, credeva di aver trovato l’uomo dei suoi sogni su Tinder: un affascinante presunto erede di un impero di diamanti di nome Simon Leviev. Con il suo stile di vita lussuoso, Leviev si presentava come un miliardario che viveva tra jet privati, abiti firmati e incontri di lavoro ad alto livello. Tuttavia, quella che sembrava una favola si rivelò presto un incubo. Leviev, il cui vero nome è Shimon Hayut, si è rivelato essere un abile truffatore internazionale, capace di derubare Fjellhoy di 250mila dollari e di spingerla al limite della disperazione.
Il truffatore di Tinder esplora le storie di Fjellhoy e di altre due vittime, Pernilla Sjoholm e Ayleen Charlotte. Fjellhoy racconta che, dopo pochi incontri sontuosi, Leviev le aveva chiesto di diventare la sua fidanzata, chiamandola persino “la mia futura moglie”. Poco dopo, però, iniziò a manipolarla emotivamente, raccontandole di essere perseguitato da “nemici” nel pericoloso mondo del commercio di diamanti. Utilizzando immagini di minacce, attacchi al suo presunto bodyguard e un elaborato sistema di menzogne, Leviev le chiese di prestargli denaro per “due settimane”. Fidandosi di lui, Fjellhoy accettò senza esitazioni.
Nel giro di poche settimane, come spiegato nel film, la giovane si ritrovò in un vortice di richieste continue, accumulando debiti che sfiorarono i 250mila dollari. Solo quando i controlli bancari emessi da Leviev risultarono scoperti, Fjellhoy si rese conto dell’inganno. Con l’aiuto di American Express e dei giornalisti del quotidiano norvegese Verdens Gang, scoprì che il suo amante era in realtà un truffatore seriale già ricercato per frodi commesse in vari paesi.
Shimon Hayut, alias Simon Leviev, utilizzava i soldi delle sue vittime per finanziare la sua vita di lusso e corteggiare nuove prede. Si stima che abbia truffato almeno 10 milioni di dollari, coinvolgendo donne in tutto il mondo. Nonostante fosse stato arrestato dalla polizia greca nel 2019 e condannato a 15 mesi di carcere, Hayut fu rilasciato dopo soli cinque mesi. Oggi vive libero in Israele, mentre le sue vittime continuano a lottare con i debiti accumulati.
Il documentario evidenzia non solo la crudeltà di Hayut, ma anche la vulnerabilità di chi viene manipolato in nome dell’amore. Come sottolinea Sjoholm, l’unico modo per fermare persone come Hayut è far conoscere il loro volto: “Se la gente sa chi è, non potrà più farlo“. The Tinder Swindler non è solo una denuncia di una truffa, ma anche un ammonimento sui pericoli del mondo digitale e delle app di incontri, dove ciò che appare perfetto potrebbe nascondere una trappola devastante.
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Fonte: New York Post