Risolta la questione della serie Disney Qui non è Hollywood, che ha subìto un cambio di nome a causa del ricorso del sindaco della cittadina di Avetrana, l’attenzione si sposta su un altro tragico caso di cronaca nera che si sta preparando ad arrivare sul piccolo schermo: il delitto di Perugia.
Proprio in questi giorni, infatti, nella città umbra sono in corso le riprese della serie Tv che ripercorrerà il tragico evento del 1º novembre 2007, nel quale perse la vita la studentessa inglese Meredith Kercher, trovata con la gola tagliata nell’appartamento che condivideva con altri studenti dell’Università per stranieri. Ad attirare le ire dei perugini è però il nome della produttrice che accompagna la troupe, quello di Amanda Knox.
Sì, perché la miniserie, che si intitolerà Blue Moon e sarà composta da otto episodi, racconterà la versione dei fatti della statunitense, all’epoca coinquilina della vittima, inizialmente arrestata e accusata del delitto (assieme all’ex fidanzato Raffaele Sollecito e a Patrick Lumumba, il titolare del bar dove Knox lavorava) e poi assolta definitivamente nel 2015.
L’arrivo del cast, che comprende Grace Van Patten nel ruolo di Amanda Knox e Giuseppe De Domenico in quello di Sollecito, e della troupe composta da oltre 200 elementi, ha causato diverse manifestazioni di protesta nel capoluogo umbro, dove alcuni cittadini hanno esposto dei cartelloni chiedendo «Rispetto per Meredith». Sulla questione è intervenuta dunque la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, che ha pubblicato una lettera aperta scusandosi con i cittadini e delineando le motivazioni della concessione alle riprese.
«Perugia mia, scusami – ha esordito Ferdinandi – Ho pensato di proteggerti e invece, questa volta, forse non ci sono riuscita fino in fondo. Ma vorrei spiegartene le ragioni. […] Avremmo potuto non autorizzare le riprese di cinque scene a Perugia che sarebbero state realizzate in qualsiasi altro borgo della nostra regione. Abbiamo ritenuto che farle girare qui sarebbe stato un elemento di maggiore garanzia e di controllo perché così come abbiamo richiesto e fatto, avremmo potuto visionare e autorizzare ogni scena […] Ho incontrato personalmente la produttrice e ho chiesto rispetto per la memoria di Meredith e di Perugia. Chiedo scusa a chi si è sentito tradito da questa scelta. Ma l’abbiamo compiuta con questa intenzione e con questo spirito».
Sulla questione della serie Tv si è espressa anche la sorella della vittima, Stephanie Kercher. La famiglia finora ha commentato assai raramente le iniziative di Amanda Knox, che ha già pubblicato un memoir da oltre 3.5 milioni di dollari ed è stata protagonista di un documentario su Netflix. «La nostra famiglia ne ha passate tante. Per noi è molto difficile comprendere il senso di un progetto come questo – ha dichiarato Kercher – Meredith verrà sempre ricordata per la sua vitalità, anche nell’assenza il suo amore e la sua personalità continuano a risplendere. Sentiremo sempre un vuoto indescrivibile, ma la nostra condotta sarà sempre guidata dalla dignità, seguendo l’esempio di Meredith».
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