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Dragon Ball ha appena cambiato un dettaglio fondamentale del drago Shenron dopo 40 anni

Dopo tutto questo tempo, è cambiata un'importante regola per esprimere un desiderio alle sette sfere del drago

Dragon Ball ha appena cambiato un dettaglio fondamentale del drago Shenron dopo 40 anni

Dopo tutto questo tempo, è cambiata un'importante regola per esprimere un desiderio alle sette sfere del drago

Dragon Ball: il drago Shenron

Tutti i fan di Dragon Ball di Akira Toriyama sono affezionati alla figura del drago Shenron, sicuramente uno dei simboli più riconoscibili della saga, grazie al quale i nostri eroi sono usciti dai guai più volte.

Creato dal Dio della Terra, è un drago magico in grado di esaudire i desideri, che viene evocato da Goku e compagni dall’unione delle sette sfere del drago che danno il titolo al manga e all’anime. Nella serie, il personaggio può esaudire pressoché qualunque tipo di desiderio, con alcune specifiche limitazioni: per esempio, non può rispondere due volte alla stessa richiesta, né può resuscitare coloro che sono morti per cause naturali. Inoltre, inizialmente può essergli espresso soltanto un desiderio, mentre successivamente i suoi poteri vengono ampliati da Dende in modo che possa accoglierne tre.

Questo particolare, però, è stato appena contraddetto nella nuova serie Dragon Ball DAIMA, in quella che i fan stanno già chiamando un’operazione di “retcon”. Ma cosa è successo nello specifico? 

Nel secondo episodio, Gomah, l’antagonista principale, riunisce le sfere del drago per esprimere il desiderio che Goku, Vegeta e il resto dei protagonisti tornino bambini. Quando però si appresta a fare al drago Shenron le altre due richieste, esso lo ferma dichiarando che per coloro che non sono “utilizzatori abituali” delle sfere, sussiste ancora la regola di concedere un solo desiderio per volta.

Chiaramente, si trattava di una limitazione necessaria per far sì che Gomah non avesse la strada spianata verso il successo dei suoi malvagi piani. Tuttavia, questo “retcon” implica che Shenron abbia in qualche modo dei favoritismi verso i personaggi principali della serie, soltanto perché a lui familiari. In passato, il drago si era già rifiutato di esaudire alcuni desideri: ad esempio, in uno degli episodi iniziali di Dragon Ball Z spiega di non poter uccidere Nappa e Vegeta, poiché questo andrebbe oltre i suoi poteri e le sue possibilità. Tuttavia, non si era mai rifiutato di accogliere una richiesta solo in base alla sua familiarità con l’evocatore.

E questa non è l’unica novità rivelata da Dragon Ball DAIMA in merito ai draghi e i desideri. Nel nuovo anime, infatti, sono state introdotte limitazioni inedite anche per Polunga, il drago di Namecc, più grande e più potente di Shenron, tanto da essere in grado anche di esaudire più volte lo stesso desiderio. In DAIMA, invece, ci viene rivelato che persino lui ha dei limiti: in particolare, i draghi possono esaudire soltanto desideri “di magia bianca”, cioè espressi da una persona di natura buona e con intento positivo e non nocivo verso le altre persone. Certo, finora abbiamo visto le sfere del drago usate soprattutto per riportare in vita o guarire qualcuno, oppure per far tornare tutto alla normalità dopo la distruzione causata da un nemico, tuttavia fino a questo momento non era stata specificata in maniera esplicita questa regola.

Che ne pensate, vi convincono queste novità introdotte da Dragon Ball DAIMA?

Fonte: Screen Rant

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