Che siate hard fan di Dragon Ball dai tempi del manga di Akira Toriyama, pubblicato in Giappone dal 1984 al 1995 sulla leggendaria rivista cartacea Weekly Shōnen Jump, o che siate arrivati più tardi, quando Dragon Ball e Dragon Ball Z erano cartoni animati o meglio, per la precisione serie anime di Toei Animation trasmesse in chiaro in Tv sulle reti nazionali; che siate innamorati di lungo corso o estimatori di uno tra gli avvincenti ventuno film animati o dei tre speciali televisivi di più recente produzione (la più vicina nel tempo è la serie di questo 2024 Dragon Ball Daima), o che vi consideriate un po’ dei Super Sayan per la ragione che più vi piace, resta comunque altamente probabile che a un certo punto vi siate fatti la stessa domanda fatidica: qual è la vera, definitiva storia dell’origine delle sette sfere del drago? E se la risposta fosse semplice, probabilmente Dragon Ball non riuscirebbe a irradiare il suo fascino oltre lo spazio e il tempo e mietere vittime tra i nostri poveri cuori dai lontani anni ’80 e ’90 fino ai giorni nostri.
Gli estimatori e gli osservatori più attenti, hanno notato però un dettaglio. Forse la risposta al suadente mistero, al quesito dei quesiti, si nascondeva già in un punto impensato. E anzi, una delle possibili origini delle sfere del drago sarebbe stata svelata – in uno strano cortocircuito accaduto negli anni ’90 e per questo certo ancora, propriamente postmoderno – nel corso della serie animata prima ancora che nel manga. Stiamo parlando nella fattispecie dell’episodio 33 e del Maestro Muten, erede di un’antichissima tradizione nonché notoriamente abile storyteller (o raccontastorie che dir si voglia). Nel punto in questione, il nostro Muten racconta una versione del mito rivolgendosi in particolare a Crillin e Lunch, tramandando una versione orale di questa storia, che si rivela per altro essere una versione alternativa rispetto a quella precedentemente svelata nel manga.
Seguendo il racconto del Maestro Muten scopriamo così che le sette sfere del drago sarebbero state in origine una unica grande sfera, passata direttamente agli umani dagli dei. Quindi, solo dopo avere avuto prova, preso coscienza di quanto fosse corrotto il cuore e forse la natura stessa di noi componenti del genere umano, quegli stessi dei avrebbero deciso di rivedere la loro posizione rispetto a quel dono che ci era stato fatto, dividendo la grande sfera in sette più piccole. Gli abitanti della terra, infatti, avevano mostrato loro troppa avidità, ingordigia, troppa brama di quella sfera, così che scegliere di dividerla in sette avrebbe naturalmente posto un freno ai loro desideri, anteponendo una matematica serie di difficoltà e di prove al raggiungimento di quei poteri che tanto volevano. E alla fine di questa affascinante parabola, nella quale cogliamo certo tante vecchie memorie di differenti cosmogonie, e molteplici tradizioni religiose del mondo, pur lontanissime e irriducibili tra loro, perfino forse una certa istintiva familiarità con Il Signore degli Anelli, scopriamo un ultimo sorprendente fatto. Che la storia di Muten era falsa e in essa non c’era alcun fondamento di verità, come sarà rivelato più avanti agli attenti osservatori che hanno comparato le differenti versioni del mito nel manga e nella serie animata.
E voi cosa ne pensate? Ricordavate questo tratto della serie Tv? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.
Fonte: CBR
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