Mentre Dune – Parte 2 conquista la posizione numero 1 al box office (QUI la nostra recensione), in Italia come in USA, dove il film di Denis Villeneuve sembra pronto a polverizzare il precedente record di incassi, i fan più attenti sembrano aver già rintracciato una differenza significativa tra la seconda parte di Dune e la saga letteraria creata dal genio di Frank Herbert. Scelta narrativa che potrebbe essere la premessa fondamentale per l’episodio conclusivo della trilogia che, allo stato attuale dei fatti, dovrebbe prendere quasi certamente il titolo di Dune – Messiah.
ATTENZIONE: contiene spoiler sul Dune – Parte 2 e la saga letteraria
Se avete già visto Dune – Parte 2 e non temete spoiler, potete quindi addentrarvi con noi tra speculazioni e rumors sull’episodio conclusivo di una saga destinata a scrivere una nuova pagina di Storia del Cinema, imponendosi come pietra miliare della Fantascienza contemporanea. La fondamentale differenza tra il sequel e la sua controparte letteraria riguarda Chani, l’indomita guerriera Fremen interpreta da Zendaya. Sappiamo che l’attrice ha già dichiarato alla stampa di aver iniziato a studiare l’evoluzione del suo personaggio in vista di Dune – Messiah, e di essere pronta ad accettare qualunque tipo di sfida proposta dal regista Denis Villeneuve. C’è quindi chi ha immaginato che proprio l’evoluzione del suo personaggio possa essere in realtà la premessa di Dune – Messiah.
Nel libro di Herbert, infatti, nonostante Paul Atreides (Thimotee Chalamet) debba sposare la Principessa Irulan (Florence Pugh) per assicurarsi il trono, la sua amante Chani resta al suo fianco, proseguendo la relazione e crescendo perfino i suoi figli. Al contrario, nel finale di Dune – Parte 2 il regista ci mostra chiaramente l’allontanamento di Chani. E questo ci fa supporre che sarà proprio lei a guidare la rivolta del popolo Fremen contro Paul Atreides, falso messia, destinato a mostrare nella parte finale della trilogia il suo vero volto come dittatore dell’universo.
Dune – Messiah dovrebbe così portarci al cuore del processo di riscrittura del mito operato dal regista. Ovvero, mostrare Paul Atreides non come un eroe, ma come una figura estremamente pericolosa, la quale evidentemente esula dalla Fantascienza e ci riporta direttamente ai nodi cruciali della realtà contemporanea. «La storia di Dune è un avvertimento, un monito contro qualunque figura di leader carismatico – ha dichiarato Villeneuve -. Frank Herbert era molto deluso dall’accoglienza ricevuto dal romanzo. Aveva la sensazione che il pubblico percepisse Paul Atreides come un eroe, mentre nelle sue intenzioni era esattamente l’opposto. E così ha scritto Dune – Messiah proprio per correggere questo errore. Per mostrare che questa storia non racconta una vittoria, ma una tragedia.»
Per sapere quando i nostri (anti) eroi torneranno sul set per girare l’ultimo e definitivo sequel di Dune, continuate a seguirci.
Fonte: Entertainment Weekly
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