Negli ultimi giorni, come riportato precedentemente, una pioggia di critiche si è abbattuta sul Museo Grévin, celebre museo delle cere situato a Parigi, quando ha svelato sui social una nuova statua raffigurante l’attore Dwayne Johnson.
I fan di The Rock, infatti, non hanno preso bene il “reveal”, accostando la statua a ogni tipo di personaggio: una controfigura, il collega Vin Diesel, persino la mascotte di Mastro Lindo – ma negando la somiglianza con l’attore. In particolare, una delle accuse principali rivolte all’istituzione è quella di aver sbiancato eccessivamente la carnagione di Dwayne Johnson: «Questa statua è da rifare – si legge tra i commenti –, è davvero un insulto averlo sbiancato così». Oppure: «The Rock è samoano, fanno whitewashing e lo chiamano arte!».
Non si è fatta attendere la reazione del diretto interessato, che ha commentato l’accaduto sui suoi profili social: pur prendendola con leggerezza e promettendo di visitare presto il suo “doppio”, Dwayne Johnson ha confermato che i suoi rappresentanti contatteranno il Museo per richiedere le dovute modifiche.
«Per la cronaca, dirò al mio team di contattare gli amici del Museo Grévin di Parigi affinché la mia statua possa essere “aggiornata” con alcuni importanti dettagli e miglioramenti, a cominciare dal colore della pelle. E la prossima volta che sarò a Parigi, ci farò un salto e berrò qualcosa con me stesso!».
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Il prossimo film in cui vedremo Dwayne Johnson è Red One, action-adventure movie di Natale in arrivo su Prime Video in inverno, per il quale la star ha stabilito il record del cachet più alto della storia del cinema. Tra i suoi progetti futuri c’è anche il live action Disney di Oceania, in cui tornerà a vestire i panni del semidio Maui, a cui aveva prestato la voce nel film d’animazione del 2016.
Fonte: Variety
Foto: Getty Images (Christopher Polk)
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