Perché New Orleans al posto di Londra? Perché un certo Marcus sostituisce il mitico Groucho? Quali armi, aggeggi strani e soprattutto quali atmosfere vedremo in Dylan Dog: Dead of Night? A svelare queste e tante altre curiosità sul film che porterà (in Italia il prossimo Halloween) sul grande schermo l’indagatore dell’incubo dei fumetti di Tiziano Sclavi sono il regista Kevin Munroe (TMNT), e il vicepresidente per lo sviluppo della Platinum (compagnia che ha originariamente acquisito i diritti) Dan Forcey. Una lunga serie di rivelazioni pubblicate su Facebook che faranno senz’altro gola ai fan del fumetto che attendono impazienti di vedere il loro beniamino anche al cinema.
Questa in breve la trama :
“Dylan Dog è il solo indagatore del paranormale al mondo. Si è recentemente trasferito a New Orleans per sfuggire a una vita fatta di incubi. Tuttavia gli incubi troveranno nuovamente lui. Un artefatto perduto, una bella ereditiera e un brutale omicidio lo costringeranno a tornare nell’oscuro mondo dei non morti…”
Le dichirazioni di Munroe e Forcey divise per punti:
Da Londra a New Orleans
Il regista Kevin Munroe spiega i motivi che li hanno spinti a spostare l’ambientazione della storia da Londra all’America e dall’ipotesi iniziale di New York (di cui era stato pubblicato un art-work) a quella finale di New Orleans.
«Non ho mai gradito la postazione Newyorkese dello script iniziale. Penso che fosse troppo tipicamente americana e che non potesse offrire quel giusto spessore al complesso. E qualsiasi altra città sarebbe stata troppo generica, anonima.
New York è stupenda, non fraintendetemi, ma questo film aveva bisogno di una più spessa riflessione sugli elementi soprannaturali che sono intorno a noi. E’ Men in Black ad avere praticamente il monopolio del mercato per le “cose strane che accadono a New York e che non sappiamo spiegarci”, e così sento che New Orleans è stata la scelta migliore che ci è stata offerta. Il dover girare il film negli Stati Uniti (anzichè in Europa) è sicuramente stata una soluzione legata al budget, non voglio mentire, ma sono pienamente a favore della location di New Orleans. E’ una città straordinariamente ricca dal punto di vista visivo, ed è la più europea fra gli insediamenti che abbiamo in America. E sì, anche se non è Londra, ha le stesse sfumature inquietanti che aderiscono perfettamente al setting londinese. Come fan, sarei lieto del risultato una volta visto sul grande schermo. E’ uno sfondo notevole. Ma, cosa più importante, è in sintonìa coi personaggi e la storia, ed è questo quello a cui l’ambientazione dovrebbe sempre rispondere.
Per la “storia di partenza” (perché dopo questa, si può andare ovunque), penso che abbiamo preso la decisione giusta. Questo film è un’introduzione molto più focalizzata sulla figura di Dylan Dog e il suo tormentato recente passato avente luogo a New Orleans. E’ lontano dal suo habitat. Ed è questo che noi ora dobbiamo vedere. E la cosa divertente, ciò che amo del suo personaggio, è che il suo habitat è tra mostri e creature soprannaturali.
La storia non specifica se Dylan sìa inglese o meno. Ma abbiamo molti indizi nel corso del film che suggeriscono il fatto che Dylan abbia avuto un passato internazionale (come una tazza di Scotland Yard sulla scrivanìa). Quindi penso che l’idea che potrebbe aver vissuto a Londra sìa ancora intatta. New Orleans è il posto dove si trova da poco… Per questa ragione, non vedremo neanche alcuna traccia di Xabaras (principale antagonista e padre di Dylan) nel film. Ma non mi sento di escluderlo per il futuro. E se Londra è una parte così importante per lui, possiamo solo immaginare quale orribile evento lo abbia costretto a lasciarla… Questo è un enigma che mi piacerebbe vedere risolto in un possibile sequel».
Brandon Routh: perché è un perfetto Dylan Dog
Kevin Munroe parla dell’abbigliamento di Dylan Dog nel film e della scelta dell’attore Brandon Routh per la parte del protagonista. L’attore aveva già incarnato un personaggio dei fumetti nel 2006 per Superman Returns, in cui interpretava il supereroe DC Comics.
«All’inizio del film, vediamo Dylan a un punto molto basso della sua vita. E, come sempre, ogni aspetto del film – dalla grafica, all’illuminazione, all’ abbigliamento – deve riflettere i personaggi e la loro storia. E quella scena riflette quello che vediamo anche un po’ attraverso il reparto costumi.
Al di là di tutto, Brandon Routh ce l’ha davvero messa tutta nell’interpretare quella parte buia della vita di Dylan in cui si sente “estraniato”. E’ stata comunque una parte divertente.
Dylan Dog ha un passato molto complicato, anche dal punto di vista emotivo, ma deve andare avanti e riuscire a superare le difficoltà. Questo aspetto rende Brandon Routh una grande scelta. Brandon ha una grande durezza come attore, ma ha anche un notevole sense of humor e un lato umano molto gentile. Una volta che lo vedi incarnare il ruolo, si avverte che è perfettamente in linea con quello spirito, quindi penso che il tutto rispetti ancora bene il franchise originale».
“Giuda Ballerino”… cassato
I fan del fumetto ricordano senz’altro quale sia la bizzarra esclamazione che l’indagatore dell’incubo predilige e a cui Munroe ha però deciso di rinunciare…
«Nella serie a fumetti, Dylan usa abitualmente l’esclamazione “Giuda Ballerino!” (tradotto con “Dancing Judas”). Abbiamo eseguito un paio di tentativi durante le riprese, ma nella versione finale del montaggio ci è sembrato poco appropriato al resto. Comunque, proveremo a farlo funzionare in futuro (se ne avremo la possibilità, ovvio)!».
Fuori Groucho, dentro Marcus
Forse il più significativo cambiamento è però Marcus Adams (interpretato da Sam Huntington). E’ la “spalla” di Dylan, che sostituisce il tanto amato Groucho dei fumetti.
Il vicepresidente dello sviluppo della Platinum Studios, Dan Forcey parla di quello che è stato il cambiamento principale introdotto nella storia: la sostituzione dell’amatissimo Groucho (per cui Bonelli si è chiaramente ispirato all’attore comico Groucho Marx) con il Marcus Adams, interpretato da Sam Huntington. Una scelta che molti fan faticano a digerire…
«Un sacco di persone si sono lamentate di questa sostituzione e il motivo è comprensibile: è difficile vedere qualcosa che si conosce da molti anni, passare attraverso un cambiamento del genere. La sola ragione per cui è avvenuto ciò si riduce a una sola parola: denaro.
Per quelli di voi che non lo sapessero, la spalla originale di Dylan nel fumetto è un attore che, mentre recitava la parte di Groucho Marx, è rimasto intrappolato nel ruolo, a causa di una perdita di memoria. Da quel momento vive e si comporta proprio come Groucho.
Quando abbiamo iniziato a sviluppare il film, abbiamo immediatamente iniziato la ricerca, scoprendo che la figura di Groucho Marx è di proprietà di una società a cui è stata concessa la licenza. Siamo andati da loro, chiedendo se fosse possibile fare un film con il loro personaggio. Ma il costo di licenza era davvero troppo alto.
E così è nato Marcus. Non abbiate paura: lo spirito irriverente della classica spalla di Dylan, rivive nella performance di Sam Huntington. Il suo rapporto con Dylan nel film è sicuramente un omaggio al comico Groucho (ci sono anche un sacco di cenni a lui nel film). Sam e Brandon sono grandi amici nella vita reale, e questo rapporto di amicizia traspare in maniera evidente anche in questo film».
Ispettore Bloch, assente con riserva
Groucho non è l’unico assente nel film. A mancare all’appello è anche l’Ispettore Bloch (una sorta di mentore per Dylan, nel fumetto). Il regista spiega che, in questo caso, è stata un’esigenza di trama, piuttosto che di soldi.
«Non avremmo mai tenuto Bloch fuori dal film per motivi finanziari. Il personaggio di Bloch è talmente radicato nel passato di Dylan a Scotland Yard. Adoro il rapporto mentore-amico che c’è tra i due.
Trasportare anche lui a New Orleans avrebbe definitivamente tradito la discendenza dei personaggi, a mio parere. Non dimentichiamo che all’inizio del film Dylan è smarrito. Senza una meta. Senza amici e tutto solo su un sentiero sconosciuto. Quindi penso che sia giusto per lui, in questo film, non avere quel mentore a cui appoggiarsi, e rialzarsi da solo da questo punto così basso della sua vita. Quindi sì, come detto, penso che Bloch potrebbe (e dovrebbe) essere inserito in film futuri».
Nella borsa di Dylan Dog
Kevin Munroe parla delle armi del mestiere di Dylan Dog e svela cosa troveremo nella sua borsa da lavoro:
«Abbiamo la classica pistola di Dylan, Webley Revolver (che ha un sistema di espulsione di proiettili d’effetto – saltano tutti fuori quando l’arma si apre – ed è molto bello da vedere su pellicola). Questa rivoltella era (con diverse marche) la pistola standard di servizio delle forze armate del Regno Unito, l’Impero britannico e del Commonwealth, fino al 1963.
Abbiamo poi una gamma di armi e gadget che Dylan usa per uscire dalle situazioni difficili nel film, come strumenti che impiegherà in un confronto con un licantropo e una coppia di vampiri e un monocolo utile per le sue indagini.
Abbiamo realizzato anche una specie di borsone da medico contenente vari gadget e aggeggi antichi (alcuni concernono l’alchimìa, altri l’occulto) che porta con sè quando lavora. La borsa contiene un mucchio di oggetti specifici e il reparto che se ne è occupato ha davvero svolto un ottimo lavoro: hanno fatto tutto il possibile (dalla ricerca di attrezzi antichi e inquietanti alla realizzazione di nuovi prodotti che abbiamo usato nel film).
Ma la più significativa differenza qui è che Dylan non è l’eroe di un film d’azione western. Può avere gadget o armi, ma è la sua intelligenza, o la conoscenza di queste creature, il suo vantaggio. E’ questo che fa la differenza».
Le atmosfere
Dan Forcey spiega come sono state ricreate le atmosfere del fumetto orginale nel film:
«I disegnatori di Dylan Dog hanno sempre fatto un lavoro incredibile nel trasporre le strade umide e buie di Londra che Dylan attraversa alla ricerca di un nuovo incubo, e allo stesso tempo, nel lasciare che i momenti più leggeri (per lo più con Groucho) fossero ironici e semplici. Il direttore della fotografia, Geoffrey Hall, e il regista, Kevin Munroe, hanno voluto che l’illuminazione del film riflettesse quello che gli artisti avevano catturato per anni nel fumetto, e per essere sicuri di ciò, hanno consultato ogni giorno il materiale originale… L’dea di Kevin era, poi, fin dall’inizio, quella di evitare il più possibile la CGI».
Gli effetti speciali
Per il film sono stati usati pochi effetti CGI e più effetti classici, come protesi e make-up. Kevin Munroe spiega perché…
«C’è un bel mix di tutte queste cose. Mi piacciono gli effetti fatti con le protesi, per cui ne avremo un sacco. I cari vecchi trucchi e costumi spaventosi. Ma abbiamo anche degli effetti in CGI fatti nella migliore maniera possibile (il più delle volte neanche vi accoregerete che ci sono). Credo che quando la gente vede sullo schermo personaggi intermente realizzati al computer, finisca per interessarsi meno di loro. A chi importerebbe di un personaggio di un videogioco? Dylan, di per sè, è molto reale e noi vogliamo che ciò si rifletta anche nei mostri che incontra. Un tono alla Van Helsing sarebbe stato tecnicamente discordante dal mondo di Dylan Dog. Quando leggi quegli albi, puoi quasi fisicamente toccare quel mondo e quei mostri, sentire il loro odore. Ciò non riesce facilmente con gli effetti in CGI. Tutto quello che abbiamo fatto con questo progetto scaturisce dall’amore verso la serie originale. E credo che i fan avvertiranno tutto questo».
Per i fan…
Dan Forcey conclude con una domanda e una risposta…:
«Abbiamo, infine, realizzato un fedele adattamento del fumetto? Noi speriamo di si. Abbiamo fatto il miglior lavoro che potevamo».