E chi sono, io, per deluderli?
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E chi sono, io, per deluderli?

E chi sono, io, per deluderli?

È incredibile come quanto più stia diventando vecchio, tanto più giustifichi i miei peccati di gioventù.
Ero giovane, in fondo, penso. Mica vero: ero solo cretino. Però lo sono stato solo a scuola, nella mia Accademia. Mi sembra anche del tutto normale: ne prendono otto in tutto, migliaia di iscrizioni da tutta Europa, settimane di selezione, se sei dentro ti senti un dio. Hai vent’anni, sei in un posto che puzza di cinema e di storia e godi di ogni singolo angolo nascosto, di quelli che trovi anche alla fine del terzo anno, che non sapevi ci fossero. È così: un’accademia di cinema, quella roba lì, ti porta a viverla 24 ore al giorno, non solo quelle che vivi dentro la struttura. Io, poi, folle e testardo, ci ho messo quattro anni per entrare in quel posto: il Centro Sperimentale di Cinematografia. Una roba assurda. Il “Centro”, punto. Diffidate da chi lo chiama “lo sperimentale”. Una roba fondata ottanta anni fa, sperimenta il giusto. Ma forma. Eccome, se forma. Ma esci di lì che hai lavorato solo su ruoli enormi, sui grandi classici, settimane a stare sui grandi monologhi. E poi vai a dire dieci battute scritte così così in un’opera prima. Se ti va bene.

Io ho esordito con un ruolo protagonista dopo anni di gavetta spicciola, di sei battute lì, due pose in quella fiction, due pubblicità… e quel ruolo me l’ha offerto un cineasta importante ma talmente esperto e “potente” che poteva permettersi di prendere uno sconosciuto e mettergli un filmone in mano. Altrimenti, soprattutto agli esordienti, appioppavano sempre i soliti noti. Ma proprio sempre. Perché erano una garanzia. E godevo di stima e di fiducia, arrivavo sempre fino alla fine, provini su provini per finire a dire dieci battute, due pose (si chiama così il singolo giorno di lavoro su un set per l’attore), a fare i “personaggini”. Se mi andava bene. Ecco, ero cretino. Perché avevo fretta.

Adesso sono ancora più cretino, perché ho paura. E la paura non la batti mica dicendoti: “non voglio più avere paura”. La batti sviluppando il coraggio. E quello ogni tanto lo trovi grazie all’esperienza che maturi. Che è il contraltare di quel cretinismo che hai a 20 anni. Ma poi magari ti siedi. E sei ancora più stupido di prima. Perché la stupidità, in realtà, è solo pigrizia allo stato puro. E non ti accorgi che adesso sei tu, il solito noto che però è una garanzia per i produttori. Insomma, diventi una garanzia, invecchiando, perché non sei tu più in garanzia. Sto invecchiando, e dicono che i vini, invecchiando, migliorino.

Ma aveva ragione Montale: non tutti migliorano, alcuni inacidiscono. Di me, però, per fortuna, dicono che sono uno stronzo già dal primo giorno in cui ho iniziato.
E chi sono, io, per deluderli?

 

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