È morta Laura Antonelli, aveva 74 anni. Ha vissuto gli ultimi 20 anni in povertà
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È morta Laura Antonelli, aveva 74 anni. Ha vissuto gli ultimi 20 anni in povertà

Icona del cinema erotico e d'autore degli anni Settanta e Ottanta, era diventata celebre grazie al film Malizia

È morta Laura Antonelli, aveva 74 anni. Ha vissuto gli ultimi 20 anni in povertà

Icona del cinema erotico e d'autore degli anni Settanta e Ottanta, era diventata celebre grazie al film Malizia

È morta a Ladispoli all’età di 74 anni l’attrice Laura Antonelli. Diva del cinema degli anni Settanta ed Ottanta, aveva raggiunto la popolarità con Malizia di Salvatore Samperi, per poi perdersi tra crisi depressive e problemi di droga.

Era nata a Pola (attualmente in Croazia, all’epoca in Italia) nel 1941 e il suo vero nome era Laura Antonaz. Apparteneva al gruppo delle “bellissime quattro” italiane provenienti dalla regione istriana, insieme ad Alida Valli, Sylva Koscina e Femi Benussi. Sex Symbol nella prima fase della sua carriera, era poi diventata una delle attrici tra le più scelte dal cinema d’autore. Aveva cominciato con i caroselli della Coca Cola e come interprete di numerosissimi fotoromanzi. Esordì nel cinema con Il magnifico cornuto di Antonio Petrangeli del 1964 e con Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.

La sua prima parte importante arriva nel 1969 quando il regista Massimo Dallamano la sceglie per Venere in pelliccia, ma l’occasione andrà in porto solo anni dopo, superati gli ostacoli della censura che avevano bloccato il film e uscendo con il titolo di Le malizie di Venere. Nel ’71 ottiene una certa notorietà, interpretando Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile al fianco di Lando Buzzanca.

Nel 1973 intepreta una giovane cameriera nel film Malizia di Salvatore Samperi, al fianco di Turi Ferro e Alessandro Momo. Campione di incassi, con sei miliardi di lire, il film divenne un cult, ancora oggi ben saldo nell’immaginario erotico nazionalpopolare, che la lanciò come icona sexy e le fece ottenere il Nastro d’argento come miglior attrice protagonista di quell’annata cinematografica.

Di se stessa diceva: «Sono bassina, un po’ tondetta e ho le gambe piuttosto corte: chissà perché piaccio?». Eppure, le si aprirono le porte della celebrità e passò da un cachet di 4 milioni di lire a film a uno di 100 milioni. Iniziò a lavorare con autori stranieri come Claude Chabrol, per cui interpretò Trappola per un lupo, sul set del quale conobbe Jean Paul Belmondo, con cui ebbe una turbolenta e discussa relazione. A quel film seguirono Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini e pellicole totalmente incentrate su di lei come Peccato veniale sempre di Samperi e Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi, con una scena di nudo integrale di ben sette minuti (un’eternità per l’epoca).

Nel 1976 iniziò la fase autoriale della sua carriera, in cui il suo lato personale e sensibile venne fuori a dispetto della prorompente fisicità. Sono gli anni di L’innocente di Luchino Visconti e più avanti di Passione d’amore di Ettore Scola, che le fece procurare una nomination ai David come miglior attrice non protagonista.

Per tutti gli anni ’80 lavorò in film comici o sexy come Viulentemente mia di Carlo Vanzina, Grandi magazzini di Castellano e Pipolo o La Venexiana.

La sua ascesa subisce un brusco arresto quando le vengono trovati 36 grammi di cocaina nella sua villa di Cerveteri nel 1991. La condanna è di 3 anni per spaccio, ma intanto la legge sul consumo di dorga è cambiata e così la sua accusa viene convertita da spaccio a consumo personale. È sempre in quell’anno che Samperi la vuole per un “reboot” di Malizia, Malizia 2000, che si rivela un fiasco al botteghino. Durante la lavorazione del film, tra l’altro, si sottopone a infiltrazioni di collagene che hanno l’effetto di deturparle il viso.

Questo avvenimento è al centro di una controversia civile, perché la Antonelli accusò regista e produzione di Malizia 2000 di averla costretta a ricorrere a quell’intervento per nascondere le rughe e ovviamente il chirurgo estetico di averle causato quel danno, chiedendo 30 miliardi di lire di risarcimento. Dopo 13 anni di dibattimenti e investigazioni, il tribunale stabilì che la reazione allergica della Antonelli non aveva nulla a che fare con la sostanza inettatale, ma con una qualche reazione allergica non imputabile ai citati in giudizio.

L’eccessiva lentezza del processo per droga causano una sofferenza psichica all’attrice che la costringono a ricorrere a cure psichiatriche presso un centro d’igiene mentale, spingendo i legali della Antonelli a chiedere un risarcimento al ministero di Grazia e Giustizia. L’attrice ottiene una somma di 10mila euro per nulla adeguata al danno subito a causa di un’odissea giudiziaria durata 9 anni, motivo per il quale decidono di rivolgersi alla Corte Suprema dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, grazie alla quale ottiene un risarcimento di 108mila euro più gli interessi.

L’amico Lino Banfi in tempi più recenti lancia un appello per l’amica che si trova in difficoltà finanziarie a Silvio Berlusconi e al Ministero per i Beni culturali, che interviene a favore dell’attrice, la quale però rinuncia al vitalizio offertole, facendo dichiarare al suo legale di non essere più interessata alla vita terrena e di voler essere solo dimenticata.

Laura si è spenta nella sua villa di Ladispoli, stroncata da un infarto e trovata da una domestica. Ci auguriamo riposi finalmente in pace.

Qui sotto il trailer di Malizia, il film che l’ha resa famosa:

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