È morta la cantante irlandese Sinéad O’Connor, celebre in tutto il mondo per la canzone Nothing Compares 2 U del 1990. La notizia della morte è stata diffusa dall’Irish Times e da altri giornali irlandesi che hanno ricevuto un comunicato della famiglia; non si sanno per il momento le cause. O’Connor aveva 56 anni.
Sinéad O’Connor, nata Sinéad Marie Bernadette O’Connor, nel 2017 aveva cambiato il suo nome all’anagrafe in Magda Davitt e nel 2018 in Shuhada’ Davitt, essendosi convertita all’Islam.
Sinéad, nata a Dublino da famiglia numerosa (suo fratello Joseph O’Connor è uno scrittore di successo), è stata una tra le voci più affascinanti degli anni ottanta e novanta, artista dalla spiccata personalità, che deve la sua fama sia alla musica sia al suo anticonformismo; è ricordata per il suo look fuori dal comune (spesso aveva i capelli rasati a zero) e le sue opinioni controverse.
Sinéad impara a suonare la chitarra e a comporre canzoni mentre frequenta la scuola. All’età di 14 anni si unisce al gruppo irlandese In Tua Nua con il quale esordisce come autrice nel brano Take my hand, che diventa un successo nel 1984, e in seguito collabora con il gruppo dei Ton Ton Macoute. Questa collaborazione le vale un contratto con l’etichetta indipendente Ensign Records.
Nel 1985 Sinéad si trasferisce a Londra per lavorare al suo primo album. The Lion and the Cobra, scritto e prodotto dalla stessa Sinéad e che viene pubblicato nel 1987. L’album è un immediato successo di pubblico e critica, in cui compare anche una giovane Enya che nel brano Never get old recita in gaelico alcuni passi della Bibbia. Sull’onda del successo del disco, Sinéad intraprende un tour attraverso l’Europa e gli Stati Uniti. Il concerto tenuto al Dominion Theatre di Londra nel giugno 1988 viene ripreso dal regista John Maybury e l’anno seguente viene pubblicato col titolo The Value of Ignorance. Il 1989 vede inoltre l’esordio di Sinéad come attrice nel film Hush-a-Bye Baby.
In campo musicale il suo successo maggiore rimane legato al singolo Nothing Compares 2 U, del 1990, e incluso nell’album I Do Not Want What I Haven’t Got. Il brano è una struggente ballata romantica e raggiunge i vertici delle classifiche mondiali. Prince, nel 1985, l’aveva composta e affidata ai The Family che la inclusero nel loro unico disco, rivelatosi un totale insuccesso. O’Connor, dopo cinque anni, spinta dal suo manager, reinterpreta a suo modo il brano, altrimenti destinato a rimanere sconosciuto. Lo stesso album ottenne un ragguardevole successo, trainato anche dai singoli successivi The Emperor’s New Clothes e Three Babies. L’album vende 7 milioni di copie nel mondo.
Tra il 1990 e il 1991 ha una relazione con il cantante Anthony Kiedis, membro del gruppo Red Hot Chili Peppers, il quale le dedica la canzone I Could Have Lied (contenuto nell’album Blood Sugar Sex Magik).
Nel 1992, dopo aver manifestato l’intenzione di non esibirsi in New Jersey se fosse stato suonato l’inno nazionale degli Stati Uniti d’America, Frank Sinatra dichiarò che l’avrebbe volentieri presa a calci nel sedere (“kick her ass”). Nel mese di ottobre dello stesso anno, mentre cantava War di Bob Marley al Saturday Night Live, cambiò inaspettatamente le ultime parole del testo per riferirsi esplicitamente al problema della pratica della pedofilia denunciata contro alcuni esponenti della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America. Al termine della canzone immediatamente strappò davanti alle telecamere una foto di Papa Giovanni Paolo II, dicendo con fermezza “combatti il vero nemico” (“Fight the real enemy“).
La cantante partecipa il 16 ottobre 1992 al concerto presso il Madison Square Garden dedicato ai trent’anni di carriera di Bob Dylan ma, salita sul palco, il pubblico comincia a insultarla per via delle sue posizioni provocatorie. O’Connor aspetta in silenzio che il pubblico si calmi, poi perde le staffe, fa segno di non avere alcuna intenzione di cantare e comincia a recitare arrabbiata la canzone War di Bob Marley. Il pubblico rimane ammutolito mentre lei esce e viene abbracciata da un comprensivo Kris Kristofferson.
L’album del 1994 Universal Mother non ottiene particolari consensi, e in realtà anche gli album successivi non arriveranno più a toccare il picco di popolarità dei primi album, anche per via del diradarsi delle apparizioni pubbliche della cantante e alla scarsa promozione dei suoi lavori. Nei tardi anni novanta la cantante è stata ordinata prete da un movimento cattolico indipendente, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary, annunciando nel 2003 di avere intenzione di abbandonare l’industria discografica.
Pur continuando a esibirsi, nel 2005 dichiara in una intervista concessa a Interview che la sua missione è di “salvare Dio dalla religione“. Il 27 dicembre 2011, dopo soli 18 giorni di matrimonio, la cantante irlandese ha divorziato dal marito Barry Herridge, con il quale si era sposata a Las Vegas.
Il 5 marzo 2012 pubblica l’albumHow About I Be Me (And You Be You). Il successivo 23 aprile annuncia l’annullamento di tutte le date del suo tour a causa di un disturbo bipolare, ma poi ci ripensa. L’album è tra i più lucidi e vibranti di O’Connor e nella versione deluxe include una cover di Song To The Siren di Tim Buckley. Il 2 luglio 2013 in concerto in provincia di Milano dedica solo voce la canzone I Am Stretched on Your Grave ad Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I. Poco prima del concerto ha ricevuto il direttore del Museo dei Papi di Padova, Ivan Marsura, che le ha portato in dono un ritaglio dell’abito di Papa Luciani.
Il 26 agosto 2014 esce l’album I’m Not Bossy, I’m the Boss, ultimo lavoro della cantante irlandese, che riceve buoni plausi dalla critica e che raccoglie, come nello stile dell’artista, ballate dolenti accanto a pezzi classicamente rock. Il mese successivo parte il suo tour mondiale: prima data a Terni il 20 settembre davanti a oltre 5.000 persone, a seguire Amsterdam, Bruxelles, Toronto, Chicago e New York.
Il 16 marzo 2015 Sinéad O’Connor dichiara sulla sua pagina Facebook che non canterà più Nothing Compares 2 U perché non la sente più sua e non riesce a dare emozioni al brano.
Il 29 novembre 2015 sulla sua pagina Facebook dichiara: “Le ultime due notti mi hanno distrutto. Ho preso un’overdose. Non c’è altro modo per ottenere rispetto. Non sono a casa, sono in un hotel da qualche parte in Irlanda, sotto un altro nome (in originale I have taken an overdose. There is no other way to get respect. I am not at home, I’m at a hotel, somewhere in Ireland, under another name)“ e subito dopo aggiunge: “Finalmente vi siete sbarazzati di me“. Le sue dichiarazioni hanno allertato le autorità irlandesi che hanno poi rassicurato i numerosi fan sulle condizioni della cantante.
L’8 agosto 2017 pubblica un video di 11 minuti sulla sua pagina Facebook nel quale dichiara le seguenti parole: «Sono da sola, tutti mi trattano male e sono malata. Le malattie mentali sono come le droghe. Vivo in un motel Travelodge in New Jersey e sono da sola. E non c’è niente nella mia vita eccetto il mio psichiatra, la persona più dolce al mondo, che mi tiene in vita. Voglio che tutti sappiano cosa significa, e perché faccio questo video. Le malattie mentali sono come le droghe, sono uno stigma. All’improvviso, tutte le persone che dovrebbero amarti e prendersi cura di te ti trattano male».
Nel 2021 pubblica la sua autobiografia Rememberings.
Il 7 gennaio 2022 viene ritrovato morto il figlio Shane, di soli 17 anni, avuto da una relazione con il cantante folk Donal Lunny. È stata la stessa cantante a darne annuncio sul suo profilo Twitter. Il ragazzo era scomparso da due giorni, dopo essere scappato da un centro psichiatrico dove era ricoverato per aver manifestato tendenze suicide.
Il 19 ottobre 2019 annuncia pubblicamente di essersi convertita all’Islam adottando il nome di Shuhada’ Davitt.
Muore, come detto, a Dublino il 26 luglio 2023 all’età di 56 anni dopo una lunga malattia.
Grazie di tutto, Sinéad.
Foto: Getty (Michel Linssen/Redferns)
Fonte: Irish Times
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