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È morto Harry Belafonte: addio al cantante, attore e attivista dei diritti civili

Fu soprannominato "Re del calypso" per aver reso popolare la musica caraibica negli anni cinquanta: uno dei suoi brani più celebri è Banana Boat Song. L'ultimo film in cui è apparso è stato BlacKkKlansman, di Spike Lee, nel 2018

È morto Harry Belafonte: addio al cantante, attore e attivista dei diritti civili

Fu soprannominato "Re del calypso" per aver reso popolare la musica caraibica negli anni cinquanta: uno dei suoi brani più celebri è Banana Boat Song. L'ultimo film in cui è apparso è stato BlacKkKlansman, di Spike Lee, nel 2018

Harry Belafonte

Si è spento, all’età di 96 anni, il cantante, musicista, attore e attivista dei diritti civili Harry Belafonte, al secolo Harold George Bellanfanti Jr. Belafonte è deceduto nella sua casa nell’Upper East Side di Manhattan per un’insufficienza cardiaca, come riferito al New York Times dal suo portavoce Ken Sunshine.

Fu soprannominato “Re del calypso” per aver reso popolare la musica caraibica negli anni cinquanta: uno dei suoi brani più celebri è Banana Boat Song. Durante tutta la sua carriera, Belafonte si è battuto a favore di cause legate ai diritti umani e umanitarie.

Nato nel 1927 nel quartiere di Harlem, a New York, da genitori giamaicani, nel 1935 si trasferì con sua madre ad Aboukir, un villaggio in Giamaica. Nel 1939 fece ritorno a New York per frequentare la George Washington High School e poi arruolarsi marina degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale.

La sua carriera di musicista inizia alla fine degli anni quaranta, nel momento in cui inizia a esibirsi in vari spettacoli, collaborando anche con l’American Negro Theatre. Nel 1952 incide per la RCA Victor il suo primo singolo, Matilda, mentre il grande successo successo arriva prima con l’album Belafonte nel 1956 e poi con Calypso, il primo album a vendere più di un milione di copie. Nell’album è compresa anche la famosa e già citata Banana Boat Song

Nel 1959, nel ruolo del minatore Ralph Burton, è protagonista della pellicola La fine del mondo, un film fantascientifico post-apocalittico in cui, a seguito di un disastro termonucleare, un minatore pare essere l’ultimo rimasto sulla terra fino all’incontro con una ragazza (interpretata da Inger Stevens) di cui si innamora e che porterà ad un’accesa rivalità con colui che in seguito si rivela il terzo sopravvissuto. Per motivi di censura (negli Stati Uniti del tempo vigeva ancora la segregazione), nel film non figurano effusioni e chiari momenti romantici tra il protagonista e la ragazza.

Durante la sua lunga carriera, oltre a interpretare vari film, mantenne un forte impegno a sostegno del riconoscimento dei diritti dei neri americani. Fu il primo afroamericano della storia a ricevere il Kennedy Center Honors nel 1989 e in seguito ricevette anche anche la National Medal of Arts (1994) e il Grammy Lifetime Achievement Award (2000).

Tra i titoli della sua filmografia spiccano Carmen Jones di Otto Preminger, L’isola nel sole di Robert Rotten, Strategia di una rapina di Robert Wise, Non predicare… spara! di Sidney Poitier, tre film di Robert Altman (I protagonisti, Prêt-à-Porter, Kansas City), Bobby di Emilio Estevez e l’ultimo film d lui interpretato, BlacKkKlansman di Spike Lee del 2018.

Foto: Getty (Gary Gershoff/WireImage)

Fonte: New York Times

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