È morto ieri sera a Varsavia il regista polacco, Andrzej Waida. 90 anni, Wajida ha vinto la Palma d’oro nel 1981 con L’uomo di ferro e nel 2000 ha ricevuto l’Oscar alla carriera.
Il suo ultimo film Afterimage sarà presentato giovedì prossimo a Roma durante la Festa del cinema. Il film racconta la vita del pittore polacco Wladyslaw Strzeminski (1893-1952) e delle repressioni da lui subite nel dopoguerra in Polonia.
La sua consacrazione internazionale era arrivata con L’uomo di marmo, nel 1976. Considerato uno dei cineasti polacchi di maggior rilievo, era stato nominato all’Oscar nella categoria miglior film straniero in tre occasioni: oltreché per l‘Uomo di Ferro, anche per La terra della Grande Promessa e nel 2008 per Katyn. Il maggior critico polacco lo ha definito “regista simbolo dei tempi”. Wajda, che ha subito il duro impatto della Seconda guerra mondiale e nelle fosse di Katyn ha perso il padre, secondo ha cercato con vari film, compreso Katyn del 2007, di avvisare e prevenire affinché i suoi connazionali non ripetano più “i sacrifici inutili”, “l’eroismo invano”, “il culto della sconfitta”. “Ha creduto nella missione del cinema, nella responsabilità dell’artista di fronte alla società”, ha sottolineato il critico.
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