Andrew Garfield, tornato di recente nei panni dell’Uomo Ragno in Spider-Man: No Way Home, ha lavorato con Martin Scorsese in Silence, film del 2016 e adattamento del romanzo di Shūsaku Endō dove ha vestito i panni del gesuita Padre Sebastião Rodrigues dividendo la scena con Adam Driver, Liam Neeson e Ciarán Hinds. 

Ai microfoni di Marc Maron al WTF Podcast, Garfield è tornato a parlare della sua esperienza con Scorsese, delle pressioni per la lavorazione di quel film con un maestro di primo piano e di tutte le emozioni provate nel suo incontro con il grande autore, il cui prossimo, attesissimo film è Killers of the Flower Moon (la post-produzione come sempre monstre dei film di Scorsese lo porterà a vedere la luce solo nel 2023). 

«Ti avvicini a un’esperienza come quella con tutto ciò che ti puoi aspettare: totale eccitazione, trepidazione, ti dai pizzicotti per verificare che sia tutto vero, e la totale consapevolezza che entri a far parte di quel ristretto novero di persone che ha avuto l’onore di lavorare con il maestro del cinema americano», ha esordito Garfield in proposito. 

L’incontro concreto con il regista ha però svelato una persona ben lontana da qualunque aura di sacralità, con la quale Garfield si è trovato benissimo sperimentando anche con leggerezza dei punti di contatto: «È semplicemente un tipo buffo. È un tipo divertente che ha una cultura cinematografica sterminata e sa un sacco di cose su storia e cultura. È l’italoamericano più ebreo che abbia mai conosciuto. È quasi disarmante nella sua ordinarietà fatta di straordinarietà».

Difficile, nel momento in cui la parola “buffo” viene associata al nome di Scorsese, non ripensare a questa scena di uno dei capolavori del regista, Quei bravi ragazzi, con protagonista Joe Pesci nei panni di Tommy DeVito. 

Che ne pensate delle parole di Garfield su Scorsese? Ditecelo nei commenti!

Foto: Getty (Amanda Edwards/Getty Images; Kevin Winter/Getty Images)

Fonte: WTF with Marc Maron (via IndieWire)

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