Il grande pubblico lo conosce poco, ma Edoardo Winspeare (regista italiano cresciuto nel Salento e il cui nome tradisce le lontanissime origini inglesi) ha già firmato diversi film distribuiti con successo anche all’estero e in numerosi festival e sempre ambientati nella terra che tanto ama: la Puglia. E così, dopo Pizzicata, Sangue vivo e Il miracolo, Winspeare (presente oggi alla conferenza stampa milanese insieme al cast svoltasi in occasione della presentazione del film che uscirà nelle sale questo venerdì) torna anche stavolta nel tacco d’Italia per raccontarci “una storia d’amore impossibile con uno scheletro noir e, sullo sfondo, un affresco della sua amata terra”in Galantuomini .
Ambientato nella provincia di Lecce il film attraversa un arco temporale che va dagli anni ’60 – quando la Puglia era ancora, nelle parole del regista “un’isola felice, un paradiso terrestre» – agli anni ’90 “quando sotto alla Sacra Corona Unita divenne una terra di sangue». Un melodramma che ha per protagonisti Lucia (Donatella Finocchiaro), figlia di contadini che si è lasciata avvolgere dalle spire della criminalità organizzata diventandone lei stessa un esponente di prima linea, e Ignazio (Fabrizio Gifuni) amico d’infanzia di Lucia, emigrato al Nord da tempo e diventato giudice. Il ritorno al paesello di Ignazio, assegnato alla magistratura di Lecce, e la morte per overdose di un amico comune li riavvicina ponendoli allo stesso tempo su due fronti irrimediabilmente opposti. Il dramma è reso ancor più forte dal riaffiorare del sentimento mai sopito tra i due che impedirà a Ignazio di condurre in modo distaccato le indagini quando queste vedranno Lucia sempre più coinvolta.
“Edoardo Winspeare ha trovato la mia anima nera», ha raccontato Donatella Finocchiaro (sotto a sinistra), fresca di Marc’Aurelio d’oro per la sua interpretazione nel film Galantuomini, commenta il suo ruolo di donna-boss arruolata tra le fila della Sacra Corona Unita, proseguendo: “il mio è un personaggio ambiguo, doppio, insieme spietato e sensuale».
“Il film racconta proprio il crollo del mio personaggio. è questo passaggio che ci interessava raccontare», ha spiegato in conferenza stampa Fabrizio Gifuni (sotto a destra – noto al grande pubblico soprattutto per La meglio gioventù e ultimamente per il film premiatissimo ai David di Donatello La ragazza del lago ): “Ignazio è a una resa dei conti. Lui si trova subito davanti a una scelta da compiere nel momento stesso in cui riceve la prima mazzata della morte per overdose dell’amico di infanzia suo e di Lucia». Reduce dall’esperienza del piccolo film indipendente presentato a Locarno Inseguendo Godot, in cui interpreta un lugubre agente 06 in costume nero e occhiali da sole, Gifuni, interrogato sulla sua propensione ai ruoli più leggeri e da commedia, ha dichiarato a sorpresa “Io vorrei fare solo commedie! Col mio primo ruolo comico dell’idiota padovano nella Bruttina stagionata ebbi grande successo, ma poi per circostanze mi sono trovato a interpretare sempre ruoli drammatici. Il problema è anche che in Italia si fanno poche commedie come si deve. Ma se mi proponessero il copione giusto senza dubbio lo anteporrei a qualunque storia drammatica!».
Nel cast anche un insolito Beppe Fiorello, che smette i panni eroici cui ci ha abituato nelle fiction tv per indossare quelli del bulletto di periferia compagno della Finocchiaro. “Mi sono divertito un sacco a interpretare Infantino, questo personaggio sopra le righe», ha ammesso l’attore che sull’annosa questione “scegliere personaggi mafiosi come protagonisti di un film è moralmente controproducente?”, non ha dubbi: “se i personaggi non vengono mitizzati, come accade in Galantuomini , è senz’altro un bene. Winspeare li ha raccontati per quello che sono: bulli, ignoranti e volgari». D’accordo anche il regista che ha affermato: “L’unico dovere di un artista è fare una cosa bella e autentica». E per raggiungere il suo scopo Winspeare ha modellato la sua storia su persone reali conosciute durante i seminari di cinema che lui stesso ha tenuto nelle carceri maschili, femminili e minorili. Per il ritratto della sua protagonista è partito proprio dalle donne conosciute in queste circostanze e soprattutto, ha raccontato, “frequentando le mogli e le donne dei detenuti, che ho scoperto essere molto più intelligenti e pratiche di loro. Ne ho subito tutto il fascino, non da ultimo per la loro innegabile bellezza».
Nel frattempo, insieme alle sue tante attività artistiche che spaziano dal cinema alla musica, Winspeare prosegue la sua lotta contro l’abusivismo che deturpa la sua Puglia attraverso le iniziative della Coppula Tisa, un’associazione no profit che si propone di acquistare, al semplice scopo di abbatterli, i mostri edilizi che fanno scempio della sua terra. Quando si dice un impegno a 360°…
Al.Za.
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