Elena Di Cioccio presenta Cattivo sangue al BMCG23: «Come i supereroi devi toglierti la maschera per arrivare alla tua essenza»
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Elena Di Cioccio presenta Cattivo sangue al BMCG23: «Come i supereroi devi toglierti la maschera per arrivare alla tua essenza»

Attrice, conduttrice e scrittrice, tra gli ospiti di Best Movie Comics & Games è arrivata oggi anche Elena Di Cioccio, che nel suo libro racconta una dolorosa esperienza personale che ne ha segnato la vita e affronta temi importanti come l'accettazione di sé e il dover fare i conti col giudizio degli altri: «Dopo 21 anni da sieropositiva, ho imparato a guardarmi coi miei occhi»

Elena Di Cioccio presenta Cattivo sangue al BMCG23: «Come i supereroi devi toglierti la maschera per arrivare alla tua essenza»

Attrice, conduttrice e scrittrice, tra gli ospiti di Best Movie Comics & Games è arrivata oggi anche Elena Di Cioccio, che nel suo libro racconta una dolorosa esperienza personale che ne ha segnato la vita e affronta temi importanti come l'accettazione di sé e il dover fare i conti col giudizio degli altri: «Dopo 21 anni da sieropositiva, ho imparato a guardarmi coi miei occhi»

Elena Di Cioccio Best Movie Comics and Games

Attrice, conduttrice e scrittrice, tra gli ospiti di Best Movie Comics & Games è arrivata oggi anche Elena Di Cioccio, diventata famosa in tutta Italia come inviata della trasmissione Le Iene e come conduttrice degli show Stracult, Scorie, La Malaeducaxxxion e Wanted, grazie ai quali ha conquistato il pubblico con il suo stile ironico e irriverente. Nella sua carriera Elena Di Cioccio vanta anche numerose esperienze da attrice ed è apparsa nei film L’industriale, Ci vorrebbe un miracolo e il recente horror Piove di Paolo Strippoli, oltre che nelle serie Squadra Mobile e Nudes. Nel privato segue una filosofia di vita buddhista, pratica lo yoga e, durante la partecipazione a Celebrity MasterChef Italia, ha rivelato di essere vegetariana.

Nel 2023 ha pubblicato il suo primo libro, Cattivo Sangue, dove si racconta in prima persona, affrontando temi personali come la scoperta della sieropositività, il superamento della dipendenza da cocaina, la perdita della madre e del fratello e la chiusura del rapporto con il padre, Franz Di Cioccio, leader della Premiata Forneria Marconi e figura rispetto alla quale ha sempre percepito un’assenza. Tutti eventi che le hanno cambiato la vita e che ha raccontato al pubblico del Best Movie Comics and Games con la consueta, stimolante e vitale schiettezza, dialogando con il critico cinematografico Filippo Mazzarella.

«In questo libro ho raccontato in maniera estesa 21 anni da sieropositiva – ha detto in apertura tenendo a battesimo la chiacchierata – Ho fatto di recente un coming out televisivo perché non volevo che la gente lo venisse a sapere dal libro, volevo dirlo io. Ho scritto il libro per fare pace con la mia storia, prendere coraggio e liberarmi da questo segreto che mi ha fatto molto male negli anni.  Mi aspettavo reazioni un po’ più forti, ma è stato tutto bellissimo: ho ricevuto tanto amore, affetto, comprensione, nessuno mi ha “squalificata”. Ho capito che c’era bisogno di raccontare una malattia che negli anni è stata raccontata come qualcosa di brutto, sporco, perverso, strano, quando in realtà sono solo io, una sieropositiva, anzi un alone viola, come si diceva in uno spot che veniva trasmesso all’epoca dell’esplosione della malattia, nel 1990, e in cui si diceva dell’AIDS: “Se lo conosci lo eviti“». 

«Da allora c’è stato un buco narrativo pazzesco, la malattia non è mai stata raccontata e in questo libro ho invece avuto modo di farlo – ha aggiunto a tal proposito – Alla popolazione dice che siamo in qualsiasi modo pericolosi e sporchi, voglio dire che invece è una malattia normalissima, che si può prendere tramite uno stupro, una trasmissione di sangue infetto o se sei sfigato e nasci in un Paese del Terzo mondo nel quale non puoi prendere i farmaci antiretrovirali che prendo io».

Elena Di Cioccio Filippo Mazzarella Best Movie Comics and Games

Il libro, oltre a raccontare dolorose esperienze personali difficili da metabolizzare, affronta anche tanti temi importanti che riguardano l’accettazione di sé e il dover fare i conti col giudizio degli altri. «Il tema è sempre quello della vergogna, della persona che sei, qualunque cosa tu sia. C’è chi fa un lavoro umile e pensa che sia deprecabile, ma non lo è. C’è chi ha un orientamento sessuale diverso dalla stragrande maggioranza di tutti gli altri e teme di essere squalificato. Poi c’è chi ha fatto una cosa di cui ha vergogna e non lo vuole dire, che sia aver rubato un giornaletto o aver detto una cattiveria. Il vero tema però è questo: chi sono gli altri per dirci che siamo giusti o sbagliati? Finché ho deciso di guardarmi con gli occhi degli altri non è andata bene, poi ho deciso di guardarmi coi miei occhi ed è nata quest’autobiografia». 

«Ho creato di costruire una storia che potesse essere fruibile a qualunque persona, anche a chi non mi conosce – ha detto sul processo narrativo del libro e memoir autobiografico, narrato tra l’altro in prima persona – È la storia di qualunque eroina che si trova davanti a un muro e dice: “Come faccio a superarlo? Dove inciamperò?” In questi anni, tenendo nascosta una cosa così dolorosa, all’inizio ho sviluppato una sorta di rabbia verso il prossimo. Prima c’è stata la fase dell’avere tutto ma del non potere godere di niente, dopo quella dello “stocazzismo”, cioè: “Io ho sofferto e te lo spiego, ti spiego come vivere con questa sofferenza“. Alla fine invece mi sono chiesta semplicemente, sentendo di non aver nessun consiglio da dare: “Ma io mi sono davvero guardata dentro?. Racconto la mia storia senza presunzione, per dire soltanto “io ho fatto così”, ma non potrei mai consigliare a qualcuno come comportarsi in questa situazione. Per poter prendere hai bisogno di sapere di cosa hai bisogno, come qualunque supereroe devi toglierti la maschera per arrivare alla tua essenza».

Di Cioccio è intervenuta in un panel tenutosi alla Comics Arena del Superstudio Più non a caso, essendo il suo libro pieno di citazioni fumettistiche. «I cattivi dei fumetti lo sono perché gli è successo qualcosa. Io non sono stata gradevole per un periodo della mia vita, mentre la mia narrazione diventa pop perché sono cresciuta con le cose del ‘900, la musica – ero adolescente quando c’erano i Guns N’ Roses, mi sono innamorata di David Bowie – i film, i fumetti, e nel libro si parla anche di Lupin III e Lady Oscar. Quelli del passato erano anni immaginifici, dove la musica era all’insegna di escursioni narrative e mentali, risultando molto diversa dalla musica di oggi, se penso a Bob Dylan e ai Pink Floyd per esempio».

Nel libro Di Cioccio si racconta, come la fa notare Mazzarella, in un modo che qualcuno potrebbe definire facilmente “senza filtri”, ma che in realtà sfugge sempre alla natura stucchevole di questa definizione. «Il punto di partenza per raccontare le mie esperienze sessuali, che ho fatto e fanno parte di me, era confrontarci senza retorica e senza giudizi, lasciando fuori gli psicologi. Per me il sesso non è solo amore, intimità e relazione, ma può essere anche un piacere che non ha nulla a che fare coi sentimenti. Alle presentazioni del libro incontro tante persone sieropositive come me, che mi raccontano i fatti loro, ed è come se non fossi più sola su quel pianeta di solitudine in cui ero confinata».

«Come regista di un film su questo libro vorrei Ron Howard – ha aggiunto infine, rispondendo a chi tra il pubblico le ha posto questa domanda e condividendo col pubblico del BMCG il proprio sogno – Un regista che riesce a raccontare il dinamismo mentale delle persone, ma anche questa palla di dolore che sta ferma lì al centro del petto, ti risucchia e non si muove, a prescindere da cosa si faccia nella vita e da quanto ci si senta realizzati. Vorrei un regista in grado di riuscire a raccontare questo, perché è un libro che parla di emozioni, spiegate nella maniera più semplice e visionaria possibile, ha colori e profumi. Anche la sessualità che racconto è una sessualità colorata». 

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