Dopo la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia, anche la Regione Marche chiude le proprie scuole, le biblioteche, i musei e altri luoghi di aggregazione come le discoteche e i cinema.
Ecco il comunicato pubblicato sul sito della regione:
l presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha appena firmato l’ordinanza n. 1 del 25/02/2020 che aumenta le misure per limitare la diffusione del contagio da Coronavirus. A partire dalle ore 00.00 di mercoledì 26 febbraio 2020 e fino alle ore 24.00 del 4 marzo 2020 sul territorio della Regione Marche in quanto confinante con i cluster è disposta:
a) la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, di qualsiasi natura;
b) la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche, universitarie (lezioni, esami di profitto e sedute di lauree) e di alta formazione professionale e dei percorsi di istruzione e formazione professionale, salvo le attività formative svolte a distanza e quelle relative alle professioni sanitarie ivi compresi i tirocini;
c) la sospensione di ogni viaggio di istruzione sia sul territorio nazionale sia estero;
d) la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura e delle biblioteche;
e) la sospensione dei concorsi pubblici fatti salvi quelli relativi alle professioni sanitarie per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche.
Leggiamo invece sul sito Ancona Today, che specifica la chiusura delle sale: «Come confermato dal presidente della Regione Luca Ceriscioli a margine della conferenza di presentazione dell’ordinanza, anche i locali di pubblico spettacolo (cinema, teatro, discoteche) rimarranno chiusi per tutta la durata delle misure restrittive».
Dal canto suo, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, si è dichiarato assolutamente contrario alla decisione della regione: «Ho sentito il presidente delle Marche Ceriscioli anche nel corso del pomeriggio. Non condivido questa scelta, è una scelta della Regione. Si sta operando per emanare questa ordinanza per tutte le regioni in cui non ci sono casi positivi e in cui si adotterà una regola comune anche per garantire ai cittadini un orientamento uniforme ed evitare la confusione».
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