La voce è roca, i capelli biondi, le labbra da sogno. L’effetto d’insieme, sensuale e caldo, di quel calore che genera simpatia anche nelle donne. Micaela Ramazzotti ha pochi anni in più di Scarlett Johansson (35 contro 31), una vita e una carriera a tonnellate d’oceano di distanza. Ma qui, da questa parte dell’oceano, le hanno chiesto di fare esattamente quel che ha fatto Scarlett, ed esattamente per lo stesso film: l’atteso e acclamato Her (il cui titolo italiano sarà Lei), di Spike Jonze (guarda il trailer sottotitolato in italiano e la nostra video-recensione dal Festival di Roma).
Ormai lo sappiamo: il film (5 nomination agli Oscar, un Golden Globe in tasca e già un documentario dedicato) racconta la storia d’amore tra Theodore (impiegato, neodivorziato, depresso) e Samantha… il software di un computer. Un software dall’intelligenza umana, la voce e l’anima femminili. E nessun corpo, nessuna fisicità. Una performance senza precedenti per la Johansson, sparita dal set e appollaiata nella post-produzione del film. La bella invisibile. La BIM, che presiede alla distribuzione di Lei, ha scelto per le sale italiane un esperimento, una scommessa, una sfida, in qualche modo, simili all’originale. «Non ti vedo, ma so chi sei». Quello che non sarebbe accaduto per le bravissime doppiatrici italiane di Scarlett Johansson (Domitilla D’Amico e Ilaria Stagni), e che con Micaela Ramazzotti sembra una “equivalenza” più plausibile. La notizia trapela, dopo settimane di rumors, dalle stanze più vicine alla post-produzione italiana. Micaela sarebbe pronta al leggio e al microfono, per calarsi nei panni impalpabili di una innamorata speciale.
C’è chi aveva scommesso che stavolta, tanto più trattandosi di un personaggio tutto virtuale, un’anima nel senso più letterale possibile (“fiato”, dunque voce), per le Voci della bella attrice americana sarebbe stata la prova ideale. Un gioco di fantasia, immaginare anche noi, in Italia, la bella Scarlett sacrificata nel buio, ma presente, perfettamente visibile, in ogni battuta. Grazie alla riconoscibilità delle sue voci italiane. Entra in scena, invece, con non poche responsabilità, un’attrice in auge, fresca di un successo televisivo (la serie Un matrimonio, di Pupi Avati), e già cara a registi come Carlo Verdone e (suo marito) Paolo Virzì. A lei, al suo proverbiale e simpatico broncio, ai suoi occhi di cerbiatta (ma soprattutto al talento di far galleggiare tutto questo nell’ombra e affidarlo alla forza della sua voce) la sfida farci innamorare di Samantha, come ha fatto Scarlett. In uno tra i film più attesi e belli di questa stagione.
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