Dopo Evan Rachel Wood, Phebe Bridgers, Wes Borland e Corey Feldman, che hanno accusato Marilyn Manson di abusi fisici e psicologici, ora anche l’attrice Esmé Bianco – interprete di Ros nello show Il Trono di Spade – ha rivelato gli sconvolgenti dettagli delle violenze subite dalla rockstar.
L’interprete, che ha vissuto per alcuni mesi con il musicista nel 2011, ha raccontato che Manson le ha provocato ferite e contusioni su tutto il corpo, tanto da averle lasciato delle cicatrici permanenti, ad inclusione di un taglio sul busto inflitto con un coltello. Tra gli altri abusi fisici, l’attrice ha anche aggiunto di essere stata legata con dei cavi, frustata e torturata con un sex toy elettrico che Manson utilizzava sulle sue ferite per provocarle dolore – lo stesso oggetto menzionato anche dalla Wood: «Ricordo solo che ero sdraiata lì e non l’ho combattuto. È stato il momento finale in cui avevo ormai perso ogni senso di speranza e sicurezza».
Esmé Bianco ha inoltre spiegato che Manson si serviva del suo lavoro sul piccolo schermo per umiliarla. Nel periodo in cui i due si frequentavano, l’attrice aveva infatti ottenuto la parte della prostituta Ros ne Il Trono di Spade, un ruolo che prevedeva delle scene di sesso che il musicista si divertiva a mostrare continuamente ai suoi ospiti e amici per denigrarla: «A quel punto ero entrata in modalità sopravvivenza e il mio cervello mi aveva insegnato ad essere piccola e accondiscendente».
L’attrice ha anche aggiunto che il cantante era arrivato ad inseguirla con un’ascia, un episodio che per lei ha rappresentato il punto di non ritorno, spingendola a fuggire nella notte: «In pratica mi sentivo come una prigioniera. Andavo e venivo a suo piacimento e mi ritrovavo a chiamare la mia famiglia mentre ero nascosta nell’armadio».
Ricordiamo che Esmé Bianco aveva già rivelato in passato di essere stata vittima di violenze domestiche, senza tuttavia fare il nome del suo carnefice. È probabile, dunque, che siano state le molte altre accuse ricevute da Marilyn Manson negli ultimi giorni ad averle dato il coraggio di parlare.
Fonte: The Cut
Foto: MovieStills, Getty (Jean Baptiste Lacroix)
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