Al cinema è una storia che abbiamo già visto: metti un ragazzino di talento vicino al suo videogioco preferito e prima o poi accade qualcosa di straordinario. In Giochi stellari (1984) Alex, un teenager cresciuto in una sperduta periferia americana, batte qualsiasi record al suo arcade preferito, Starfighter: diventa talmente bravo che gli alieni lo coinvolgono in una battaglia spaziale per difendere la galassia “Contro Xur e l’armata di Ko-dan”, come recitava la vocina robotica del cabinato. Per non parlare del più recente Ready Player One, in cui il videogioco Oasis nasconde un easter egg che, se scovato, conferisce a chi se ne impossessa il controllo totale del gioco e quindi del mondo intero, visto che tutta l’umanità vive perennemente connessa a questo mondo virtuale. La magia egli Esport prende essenzialmente spunto da questo: trasformare la passione per un videogioco, in una professione vera, quella dell’atleta virtuale.
Negli Usa il giro d’affari ha superato per la prima volta quest’anno gli 1,1 miliardi di dollari. Ma il dato più impressionante riguarda l’audience: si stima che entro il 2022 le gare virtuali potranno contare su un pubblico superiore ai 645 milioni di persone. Numeri che ovviamente corrispondono a premi sempre più ricchi. Volete sapere quanto guadagna un pro? Se prendiamo una delle squadre più quotate del momento, il Team Liquid, tre dei suoi top player, Kuro Takhasomi, Ivan Ivanov e Lasse Urpalainen hanno guadagnato circa 3,4 milioni di dollari a testa tra le varie competizioni vinte (fonte Influencermarketing).
Un business sempre più allettante, tant’è che campioni dello sport reale, come ad esempio l’ex pilota di F1 Fernando Alonso, hanno creato il proprio team videoludico. E sono parecchie le società calcistiche che hanno già messo sotto contratto giovani campioni virtuali per rappresentare i propri colori: Manchester City, Paris SG, Sporting Lisbona, oltre alle italiane Sampdoria, Empoli e Roma (solo per citarne alcune). Anche nel nostro Paese infatti gli Esport stanno decollando velocemente: ogni giorno 260 mila persone seguono un evento virtuale e sono oltre 1 milione gli appassionati che assistono alle competizioni più di una volta alla settimana. Il genere più seguito in Italia è quello degli FPS – Call of Duty e affini –, seguito dai titoli sportivi – come FIFA o PES – e dai racing, (Gran Turismo, F1 e MotoGP). Del resto il campione del mondo Esport di Moto GP è proprio un nostro connazionale, si chiama Lorenzo Daretti e Yamaha lo ha già messo sotto contratto come pilota ufficiale. Insomma, se avete intenzione di diventare il prossimo Valentino Rossi virtuale, questo è il momento!
Foto: © GettyImages, © Lorimar Film Entertainment/ Universal Pictures, © Warner Bros.
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