Fatale, femmina, felina. Occhi verdi e feroci, capelli corvini, curve generose e modi indecifrabili, Eva Green è oggi la più perfetta incarnazione cinematografica della donna pericolosa ma irresistibile. Un ruolo che ultimamente riveste con costanza, in versione fanta-peplum (300 – L’alba di un impero), western (The Salvation, passato a Cannes) o noir (l’imminente Sin City: Una donna per cui uccidere, titolo che è tutto un programma). E adesso anche in tv, grazie al serial horror targato Showtime Penny Dreadful (i “penny dreadful” erano romanzacci d’appendice pieni di spaventi che alla fine dell’Ottocento costavano un penny e andavano a ruba fra la classe operaia), già rinnovato per una seconda stagione negli Usa. Siamo in piena epoca vittoriana, ed Eva interpreta Vanessa, donna decisa e misteriosa intorno a cui si palesano pian piano personaggi classici della letteratura di genere, da Frankenstein a Dracula.
Cosa ti ha attirato del tuo ruolo in Penny Dreadful?
«Lo script era ottimo e il mio personaggio corposo, una delle migliori eroine di cui io abbia letto. All’inizio Vanessa è molto controllata, elusiva. Poi pian piano scopriamo perché fa così. È come un vulcano, cova un enorme fuoco dentro».
Anche l’epoca in cui è ambientato lo show fa la sua parte.
«Certo. Lei è una giovane ribelle e indipendente nella repressa Inghilterra vittoriana, tempi in cui le donne dovevano essere meravigliose statuine di cera. Mentre Vanessa è diversa, è forte ma piena di segreti e demoni, letteralmente e metaforicamente, quindi costantemente in guerra con se stessa».
Possiamo dire che ha dei superpoteri?
«Be’, è una spiritualista, può connettersi con l’Aldilà, leggere i Tarocchi, ma è anche posseduta da una forza oscura che è dentro di lei». […]
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