Con Il giorno in più, adattamento dell’omonimo best seller scritto da Fabio Volo, la commedia italiana torna a scommettere sull’amore. Sulla scia della tradizione americana Il giorno in più è un grazioso film senza artifici e senza snobismi, presentato oggi fuori concorso al Festival di Torino. Giacomo (Fabio Volo) è un intraprendente manager, non molto amante di legami e responsabilità, che lavora con il suo logorroico collega Dante (Pietro Ragusa). I giorni passano, tra serate fugaci con donne e noiose cene di lavoro, fino a quando un giorno arriva il colpo di fulmine. È Michela (Isabella Ragonese), una ragazza acqua e sapone che Giacomo incontra ogni giorno sul tram. I giorni passano fino a quando Michela rompe il ghiaccio invitandolo a prendere un caffè. Lo fa perché il giorno dopo partirà per New York dove inizierà una nuova vita, un nuovo lavoro lontano dall’Italia.
«Il personaggio di Giacomo», racconta Volo, «mi assomigliava in tante cose. Nel film, che è meno romantico del romanzo, i due protagonisti hanno all’inizio un atteggiamento diverso nei confronti del rapporto di coppia. Perciò sono costretti a trovare un terzo modo. Sono stato felice di girare il film a New York, una città dove è facile sentirsi a proprio agio. Se fossi stato io il regista avrei girato tre quarti del film a NY. Ma il regista Massimo Venieri ha trovato i giusti equilibri tra la città e l’amore». «Avevo molta paura», racconta la Ragonese, «di interpretare Michela, perché è un personaggio molto amato dai lettori. Quindi sono partita dal presupposto che avrei potuto deludere le persone che si erano costruite un’immagine di Michela. Ho deciso di ispirarmi a conoscenti e amiche che rappresentano alcune ragazze di oggi, intraprendenti a lavoro, ma paurose e bloccate nei confronti dell’amore. Non solo per paura della delusione, ma anche perché a volte si ha paura del troppo tempo da dedicare ad una relazione». Di sentimenti e di paure ne è pieno il film, che ricorda tante piccole commedie americane da Harry, ti presento Sally a 500 giorni insieme, passando per About a boy: «Non definirei», spiega Volo, «il protagonista di Un giorno in più un ragazzo irresponsabile. Ad esempio si dice che io abbia la sindrome di Peter Pan. Non appartengo ad una generazione di spaesati e bamboccioni. La nostra generazione, rispetto a quella dei nostri genitori, è pù complessa. Il vero problema è quando le persone invece di diventare se stesse diventano un ruolo, una moglie, un marito, un padre e una madre. I personaggi dei miei romanzi si mettono al centro, per capire quali sono veramente i loro desideri, e non per scegliere desideri indotti da altri». E sulla confezione del film (che ha tra i camei Luciana Littizzetto, Stefania Sandrelli e Lino Toffolo) Massimo Venier, il regista di tanti film interpretati dal trio Aldo, Giovanni e Giacomo, interviene: «Con il direttore della fotografia Paolo Carnera abbiamo scelto di raccontare il cambiamento del protagonista anche attraverso le città di Torino e di New York. Abbiamo lavorato su questo film evitando gli stereotipi del genere romantic comedy, come la donna figurina che serve da rimbalzo al protagonista maschile, i sentimenti sdolcinati, i personaggi secondari come inutile contorno dei protagonisti».
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