Faccia a faccia con Shane Black e Joel Silver: l’anti-eroismo dei personaggi
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Faccia a faccia con Shane Black e Joel Silver: l’anti-eroismo dei personaggi

Best Movie ha incontrato sceneggiatore e produttore del cult action Arma Letale per parlare di outsiders e supereroi a confronto con i protagonisti del satirico buddy movie The Nice Guys.

Faccia a faccia con Shane Black e Joel Silver: l’anti-eroismo dei personaggi

Best Movie ha incontrato sceneggiatore e produttore del cult action Arma Letale per parlare di outsiders e supereroi a confronto con i protagonisti del satirico buddy movie The Nice Guys.

Tornato a scrivere e dirigere allo stesso tempo, Shane Black ci spiega il bisogno umano per i suoi personaggi di essere ricchi di imperfezioni, accentuate da una vena umoristica che non li abbandona mai. E con il fedele Joel Silver al suo fianco, ha inizio un’indagine alla scoperta della loro ultima fatica insieme: The Nice Guys.

I personaggi dei tuoi film sono spesso dei duri fuori dal tempo, degli outsiders. Perché la decisione di collocare The Nice Guys negli Anni’70?

Shane Black: «Prima di tutto devo dire che adoro la nozione di anti-eroe, concetto piuttosto italiano, per descrivere un personaggio non legato allo standard tradizionale di eroismo, il quale non riesce ad inscriversi nella società in cui è collocato. I due protagonisti di The Nice Guys sono proprio due anti-eroi che presentano “momenti di coscienza” più visibili rispetto ai personaggi degli altri film action odierni e riescono in questo proprio grazie alla mancanza di aderenza all’epoca in cui sono chiamati ad abitare, gli Anni’70».

Secondo te Joel, Shane è consapevole di come far emergere questi anti-eroi con valori così diversi dall’epoca nella quale sono chiamati a vivere?

Joel Silver: «Shane ha un modo di fare che lo contraddistingue, l’ha sempre avuto. Arma Letale ad esempio è una sorta di precursore di The Nice Guys, ci sono dialoghi in quest’ultimo film che sono specchio di quelli in Arma Letale. La stessa caratterizzazione dei personaggi cardine di questo film che risale a 30 anni fa ormai, si evolve in Jackson Healy e Holland March. Quindi bisogna prima passare per Arma Letale per poi comprendere a fondo The Nice Guys che, attenzione, non vuole essere una parodia, ma esprimere una maggiore presa di coscienza attraverso un cambio di direzione».

Con Iron Man 3, invece, ti dedichi Shane a dei personaggi super forti, super duri, come hai gestito questo rapporto con il super-eroismo?

Shane Black: «Robert Downey Jr. interpreta il più riuscito supereroe di sempre perché è vero. Quando mi è stata affidata la sceneggiatura, ho iniziato, insieme al co-sceneggiatore Drew Pearce, a decostruire il supereroe, rendendolo più umano. Volevamo mostrare paure e debolezze di Iron Man, utilizzando un tono satirico, non il suo essere invincibile. Anche se alcuni fans non hanno apprezzato questo lavoro sul personaggio, io e Drew ci siamo divertiti molto a dargli vita!»

Joel, qual è stato il problema più significativo che hai risolto durante le riprese di The Nice Guys?

Joel Silver: «Il costo del film era notevole, quindi, per venire incontro alle spese, aveva più senso girare gran parte del film sulla costa orientale, ad Atlanta, piuttosto che sulla costa occidentale, a Los Angeles. Visto però che il film era ambientato nella L.A. del 1977 è stato difficile tramutare l’Atlanta del 2015 nella Los Angeles degli Anni’70, è stata una bella prova».

Holland March (Ryan Gosling) alla fine recupera in parte il rapporto con la figlia, ma non raggiunge mai quel grado di perfezione desiderato. Cosa rappresenta il suo personaggio?

Shane Black: «Ryan Gosling non diventa perfetto nel corso del film, un aspetto evidente che lo dimostra è il fatto che non smette di bere. Rappresenta il fantasma dell’eroe, che la figlia riesce quasi a toccare, ma poi sfugge perché non può diventare perfetto. Se dovessimo fare un sequel credo proprio che ripartiremmo da un Holland March alcolizzato… Ho provato ad inserire l’elemento dell’alcolismo anche in Iron Man, ma non c’è stato verso, mi hanno detto subito un secco No!»

 

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