Fear the Walking Dead, lo showrunner a ruota libera sul pilot e su un'informazione chiave legata a The Walking Dead
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Fear the Walking Dead, lo showrunner a ruota libera sul pilot e su un’informazione chiave legata a The Walking Dead

Dave Erickson parla dei personaggi, dell'evoluzione della storia, dell'"uomo lupo" e di una possibile spiegazione finale

Fear the Walking Dead, lo showrunner a ruota libera sul pilot e su un’informazione chiave legata a The Walking Dead

Dave Erickson parla dei personaggi, dell'evoluzione della storia, dell'"uomo lupo" e di una possibile spiegazione finale

Dopo mesi di preview, anticipazioni gustose e orrorifici teaser, finalmente ieri ha debuttato sulla AMC il pilot di Fear the Walking Dead, spinoff del cult The Walking Dead. Lo show è subito partito in quarta con un attacco zombie particolarmente sanguinolento, ma il cuore della serie, come sappiamo, è una famiglia disastrata che dovrà sopravvivere all’epidemia.

Lo showrunner Dave Erickson ha parlato con Entertainment Weekly e The Hollywood Reporter a proposito della premiere, rivelando anche un’informazione chiave relativa all’universo di The Walking Dead, e ammiccando a quel che potremo aspettarci nel secondo episodio.

«Volevamo introdurre immediatamente il senso di apprensione, minaccia e paranoia. E io e Robert Kirkman abbiamo voluto che fosse Nick – considerata la sua backstory – a vedere per primo un infetto, anche perché la domanda è: lo ha visto davvero o se l’è immaginato? Lui non ci crede, non capisce se sia stata un’allucinazione causata dalla droga; e Travis non gli crede. Abbiamo giocato su quest’idea per cui il pubblico sa che ciò che ha visto è vero, ma nessun altro se ne rende conto, e questo è stato parte della sfida e del divertimento del pilot. Frank Dillane, poi, è stato fantastico, un attore incredibile che ha infuso molto realismo nella relazione con Cliff, Kim e Alycia – hanno tutti incarnato i loro personaggi, e la cosa migliore riguardo a Nick è che lui è vulnerabile, e possiamo identificarci con lui».

«Su Madison, si scoprirà parecchio in futuro. Penso che ci sia una parte della sua co-dipendente relazione con suo figlio che proviene dal suo senso di colpa e dalla preoccupazione che la dipendenza di Nick sia profondamente connessa alla sua famiglia».

«La questione delle autorità viene sollevata qui e tornerà in seguito, e c’è una scena con Tobias e Madison. C’è questa rapidità con cui la fine del mondo si avvicina, le persone cambiano e c’è un forte senso di confusione, e la speranza è che le cose vengano sistemate dalle autorità, quindi non agiscono, e quando se ne rendono conto è troppo tardi. La nostra famiglia, comunque, farà uno sforzo per salvarsi. Travis è una persona convinta che ci sia sempre una soluzione, ma sta per fare i conti con un mondo in cui non ce ne sono, e sarà molto dura per lui. Madison sarà al contrario più flessibile, e troverà delle maniere per adattarsi perché ha qualcosa che le rimane dal suo passato oscuro».

«Alicia, quando vede il video nel pilot, non crede che sia vero: è una diciassettenne molto impiantata nei social media, abituata a vedere cose che sembrano reali ma che si rivelano false. Chiaramente, alle persone ci vuole del tempo per aggiustare la propria nuova realtà e razionalizzare una cosa del genere. Qual è la tua difesa emotiva, prima che tu riesca ad attuare quella fisica?»

Alla fine della puntata, a Calvin sparano e lui diventa uno zombie, ma non viene morso: semplicemente, muore e poi ritorna. Questa potenzialmente è un’informazione importante, perché a Rick e compagni c’è voluto molto per rendersi conto che tutti erano stati infetti, e non era necessario venire morsi per diventare non morti. Significa che i personaggi dello spinoff lo capiranno subito? «La questione verrà sollevata, sì. Scopriranno i morsi a un certo punto, e si renderanno conto che Calvin non è stato morso, e cominceranno a mettere insieme i pezzi».

«Nel secondo episodio, dal momento che Nick ha capito di non essere pazzo, e Madison e Travis sono consapevoli del pericolo, tutti cercheranno di venire a patti con questo shock e proteggere i loro cari, oltre a fargli capire che il mondo sta cambiando».

«Avevamo realizzato una versione molto più accelerata del pilot. Ma fin dall’inizio Nick era un drogato: questo rendeva le cose più complesse, perché se vedi uno zombie ti convinci che lo vedi perché sei malato e c’è una ragione razionale. Nella prima puntata, Nick deve cercare di capire se ha visto davvero quello che ha visto o se era tutto nella sua mente. Il rapporto con sua madre è qualcosa che evolverà e verrà esplorato durante questa stagione e le prossime, sarà interessante vedere come si comporterà Nick quando sarà sobrio. Comunque, alla fine del pilota a noi interessava arrivare al punto in cui convalidavamo la visione di Nick. Per quanto riguarda Travis e Madison, lo scopo è specifico e personale, e riguarda il tenere unita la famiglia e proteggerla».

Alicia non sa quanto sia grave quest’epidemia, e il suo fidanzato Matt è scomparso. Inoltre, ha già pianificato il suo futuro e non vede l’ora di andarsene di casa. Che effetto avrà l’epidemia su di lei? «Cambierà tutto radicalmente. Nella prima stagione, c’è un intero mondo da scoprire, che li porterà a un certo punto nella seconda stagione. Poi c’è questo rapporto tra Nick e Alicia: entrambi hanno già avuto esperienze con la morte, il che sarà interessante da esplorare. Le persone che sembrano avere tutto sotto controllo, spesso sono quelle che soffriranno di più. Lei ha un arco narrativo molto specifico, doveva andarsene di casa e mettere distanza tra suo fratello e le sue cavolate e la relazione co-dipendente che Madison ha con Nick».

Ci sarà mai una spiegazione a tutto? «Alcune cose non le vedrete mai: non sapremo mai la causa, la cura e la verosimiglianza delle prime due stagioni di The Walking Dead. Sono questioni già esplorate in tantissimi film del genere».

In una scena Travis parla ai suoi studenti di Jack London, e alcune cose che articola in quel momento sono importanti tematicamente. Il concetto che la natura vince sempre è interessante in relazione a chi è l’uomo lupo nella storia, chi riuscirà a sopravvivere. «Si tratta di una delle grandi domande dello show: Chi è il più adatto a sopravvivere nel nuovo mondo e cosa farà? Questa è parte della ragione  per cui abbiamo iniziato con una famiglia problematica: cos’è la famiglia? Cominciamo con questo nucleo familiare disfunzionale e ci saranno molte domande mentre andiamo avanti, del tipo: Chi salviamo? Le persone con cui siamo connesse biologicamente? O le persone con cui si costruisce una nuova famiglia? Quali sono le tue alleanze?»

Infine, Erickson aggiunge che in Fear the Walking Dead, i non morti verranno chiamati non più «walkers» bensì «infected».

Fonte: EW, THR

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