A Palmi, una piccola cittadina della Calabria, Don Vincenzo (Rocco Papaleo), geniale agricoltore in pensione, ha un’idea folle per risollevare la squadra di calcio locale: organizzare una bizzarra raccolta fondi per ingaggiare Etienne Morville (Blaise Afonso), cresciuto nelle banlieue parigine, giocatore di Serie A dal pessimo carattere, un’inguaribile testa calda ma tra i più forti al mondo. Seppure controvoglia, Morville lascerà Milano per trasferirsi a Palmi e provare a risanare la sua immagine. Qui si scontrerà con una realtà fatta di sincerità, che porterà tutti a vivere un’esperienza indimenticabile.
Archiviata la loro trilogia su Diabolik, con U.S. Palmese, presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma, i Manetti Bros. tornano alle radici “sudiste” del loro cinema e firmano una curiosa fiaba calcistica, che muove da una premessa volutamente assurda e forzata: quella di un incredibile “colletta” destinata a rovesciare le tradizionali gerarchie sportive del business e dei procuratori assetati di denaro, con uno slancio all’insegna del più classico dei romantici – e sulla carta irrealizzabili – sogni proibiti della provincia “pallonara”.
Il protagonista interpretato da Papaleo è un faccendiere apparentemente naïf, che si mette in testa di coinvolgere i suoi 18mila concittadini in un paesino in cui, come gli ricorda la figlia Cettina (Giulia Maenza), mancano alcuni dei più importanti servizi essenziali per la popolazione, ma dove il calcio può essere facilmente un combustibile di desideri e ambizioni in grado di unire il sentire collettivo.
Lo sguardo dei registi si confronta con una storia volutamente semplice, con più di una forzatura nelle premesse (difficile, specie al cospetto delle dinamiche economiche del calcio di oggi, sospendere l’incredulità), ma anche con un approccio volutamente leggiadro e appassionato nel raccontare un meridione tutto fatto di impresari improbabili, personaggi tipici e utopie che scaldano il cuore coccolando l’incanto rustico di una vita di provincia da Bar Sport lontanissima da sirene, riflettori, gabbie dorate. In tema di football si sarebbe parlato una volta di calcio “pane e salame” ed è esattamente con questo spirito che i Manetti hanno mandato in porto la loro storia, tanto esile quanto sincera.
Il design delle partite ha qualche azzardo fumettistico che dice molto delle passioni grafiche dei due cineasti, memori del magistero di Holly e Benji quando si tratta di filmare lo sport, mentre nella parabola del calciatore professionista vittima di un carattere difficile e di una preoccupante assenza di continuità è possibile vedere qualcosa di tanti star calcistiche degli ultimi anni, da Mario Balotelli, al quale comunque i Manetti hanno precisato di non essersi ispirati direttamente, fino alla più recente impasse della carriera del Paul Pogba, che in comune con Morville ha la nazionalità francese.
Le origini del film vanno invece rintracciate nella biografia dei Manetti, la cui madre, scomparsa lo scorso luglio, era originaria proprio di Palmi, e in un curioso dato che riguardo la cittadina calabrese, risultata nel recente passato la località italiana col più alto numero di donazioni a una squadra di calcio da parte dei suoi cittadini attraverso il 5 x mille, a riprova di un attaccamento singolare da parte dei palmesi per la compagine cittadina dai colori neroverdi (su 19mila abitanti, come riportato dal Sole 24 Ore, ben 4mila abitanti hanno scelto di destinare le loro somme alla Palmese, per un totale di 80.000 euro).
Nel cast di contorno, oltre ai vari Gianfelice Imparato e Massimiliano Bruno, da segnalare anche qualche apparizione più curiosa e bizzarra, come la poetessa Adele Ferraro interpretata da Claudia Gerini, e la presenza di vari telecronisti e commentatori sportivi che appaiono nei panni di loro stessi, da Paolo Condò a Caressa-Bergomi, ma forse i comprimari più rilevanti sono da ricercare direttamente nelle caratterizzazioni più singolari dei giocatori sul campo da gioco, autentici emblemi di un Sud del mondo vitale e sgarrupato molto caro ai Manetti.
Foto: Mompracem, Rai Cinema
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