Festival di Berlino 2013: The Look of Love, il biopic sul re del sesso Paul Raymond
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Festival di Berlino 2013: The Look of Love, il biopic sul re del sesso Paul Raymond

Diretto da Michael Winterbottom, il film ripercorre la vita fatta di eccessi dell'imprenditore inglese, che fece la sua fortuna nel mondo della pornografia. A prestargli volto e corpo, l'attore Steve Coogan

Festival di Berlino 2013: The Look of Love, il biopic sul re del sesso Paul Raymond

Diretto da Michael Winterbottom, il film ripercorre la vita fatta di eccessi dell'imprenditore inglese, che fece la sua fortuna nel mondo della pornografia. A prestargli volto e corpo, l'attore Steve Coogan

Tutte le news dal Festival di Berlino 2013. Best Movie seguirà i film più importanti e vi racconterà le conferenze stampa più interessanti.

Il film

L’ultima fatica di Michael Winterbottom (che a Berlino aveva esordito con Butterfly Kiss e che sempre qui nel 2006 è stato premiato per il documentario The Road to Guantanamo) è un biopic provocatorio dedicato a Paul Raymond, soprannominato il “re di Soho”, impresario teatrale e proprietario di night club noti per le loro esibizioni di donne seminude (o nude del tutto) e per le pubblicazioni che gli costarono varie cause per oscenità. Meno noto oltremanica, Raymond era un vero e proprio Re Mida della pornografia che, fedele al suo motto “il sesso vende”, si era costruito un impero fatto di locali equivoci e pubblicazioni osé, ma anche di teatri, negozi e proprietà immobiliari, fino a possedere intere strade di Soho, il quartiere che fu lo sfondo dei suoi grandi successi.

In una cavalcata che va dal 1958 al 1992, Winterbottom segue la scalata apparentemente inarrestabile verso successo e ricchezze di Raymond (Steve Coogan, abituale collaboratore del regista) che da semplice ipnotizzatore da palcoscenico si trasforma in proprietario e imprenditore, attraversando mezzo secolo di storia e società anglosassone, seguendo e creando mode e costumi. Il film, però, si concentra soprattutto sul suo rapporto con tre donne: la moglie Jean (Anna Friel), la figlia Debbie (Imogen Potts) e l’amante Fiona Richmond (Tamsin Egerton), uno dei sex symbol della Londra anni Settanta (il film rimette in scena una sua famosa cavalcata per le strade di Londra nei panni – pochissimi – di Lady Godiva). Raymond, egocentrico e maniaco del sesso, sembra però incapace di tenersi strette le persone che ama: lascia la moglie Jean per Fiona, di cui fa la sua musa, ma alla fine perde anche lei, che si stanca di una vita fatta solo di eccessi, droga e sesso di gruppo. La fragile Debbie, che Raymond si tiene a lungo accanto sperando di farne la vera erede del suo impero, finisce schiava della droga e morirà per un’overdose di eroina lasciando due figlie piccole. L’altro figlio legittimo, che aveva seguito la madre in America dopo il divorzio, sembra non voler avere a che fare con lui mentre di un altro figlio, abbandonato proprio come lui era stato dal padre, sembra dimenticarsi del tutto.

La conferenza stampa

Alla conferenza stampa erano presenti anche Fawn e Indi, le nipoti figlie della sfortunata Debbie e principali eredi dell’immenso impero finanziario di Raymond, che hanno sostenuto la pellicola. «Non è un vero e proprio film biografico o un documentario, ma piuttosto impressionistico; Fawn e Indi loro ci hanno molto sostenuto, hanno capito che si trattava di un processo creativo» dice il regista. Il Paul Raymond dipinto con convinzione da Steve Coogan, cresciuto dalla madre dopo che il padre aveva abbandonato la famiglia, adora le donne, specie se svestite e sembra non poterne mai avere abbastanza. Il film di Winterbottom, in barba a possibili divieti e difficoltà nella distribuzione, non si fa remore di mostrare il pubblico e il privato, dalle ammucchiate nel letto con vista stelle dell’abitazione di Raymond (che a tutti i visitatori ricorda il contributo di uno dei Beatles all’arredamento) alla selezione delle “artiste” per i suoi spettacoli, dove ovviamente un bel paio di argomenti davanti e dietro contano più delle capacità recitative. E a giudicare dalla folla che si è ammassata fuori dall’Hyatt per vedere passare i membri femminili del cast le scelte sono state giudicate soddisfacenti.

La sfida semmai è stata riuscire a passare dal 1958, quando la vicenda inizia, fino al 1992, anno della morte di Debbie, attraverso una varietà di stili e di ambienti che dovevano riflettere l’epoca. Per evitare l’effetto “cartone”, Winterbottom ha girato moltissimo in location, a Soho, il regno di King Raymond. Le tre attrici che sono al centro della vita di Raymond parlano del film in termini entusiasti anche se, fa notare la giovanissima Tamsin Egerton (classe 1988, è lei la scandalosa Fiona Richmond), appartiene più all’epoca dei sui genitori che alla sua. Anna Friel, che fa la parte della moglie abbandonata Joan, non si fa scappare la battuta: «Quando lui ha iniziato si potevano vedere le donne nude negli spettacoli, ma solo da ferme. Lui è stato il primo a farle muovere, per ovvi motivi…».

«Raymond è un personaggio molto conosciuto in Inghilterra, soprattutto per le sue pubblicazioni porno. Gli inglesi hanno un rapporto difficile con il sesso e lui ha avuto un ruolo in un momento particolare della vita della società. Lui però non è che volesse fare una rivoluzione o cambiare i costumi, si considerava un imprenditore». Winterbottom ci tiene a sottolineare che quello che gli interessava raccontare non era il mondo della pornografia (che per altro quest’anno alla Berlinale sembra andare fortissimo come soggetto), ma la vita di un uomo che apparentemente poteva avere tutte le donne che voleva e che non è riuscito a tenersi vicino quelle a cui ha più voluto bene. L’idea della storia, comunque, si deve all’interprete Steve Coogan, che per primo glielo ha proposto come soggetto. «È strano e parla di sessualità in modo diverso e ho pensato che gli potesse piacere – ha dichiarato l’attore -. Io amo lavorare con Michael perché dirige in maniera particolare: gira un sacco di materiale, fa andare molto la telecamera e c’è un sacco di improvvisazione, non dice mai “Action” e “Cut”, quindi dopo un po’ ti rilassi. Può sembrare folle, ma io mi fido di lui. C’è del metodo nella sua follia» conclude Coogan citando Shakespeare.

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