«Se il traguardo della vita è solo fare soldi è ipocrita prendersela con chi di mestiere fa esattamente questo», con queste parole provocatorie Paul Bettany ha salutato la platea dei giornalisti accorsi in massa per incontrare il regista e sceneggiatore JC Chandor, ma soprattutto il cast stellare di Margin Call, film presentato in Concorso al 61° Festival del Cinema di Berlino, che si concluderà il 20 febbraio.
Il thriller della crisi finanziaria, come è stato definito il film da molta critica, getta in effetti uno sguardo tutt’altro che manicheo sul mondo a molti sconosciuto delle compagnie che gestiscono e commerciano in pacchetti di azioni e prodotti finanziari i fondi di investimento. Insomma, proprio i “mostri” che hanno dato il via alla crisi ormai due anni fa… Ma il bello di questo film, che a parere di tutti i suoi interpreti, entusiasti dell’esperienza di lavoro comune in un contesto di cinema indipendente, ha l’ambizione di parlare di etica e moralità, sta proprio nell’approccio volutamente giocato “dalla parte dei cattivi”, oltre che nella grande abilità di ridurre ai minimi termini, comprensibili anche ai non iniziati, il linguaggio e i temi di questioni finanziarie non proprio elementari.
Tutti i personaggi, dal junior analyst (Zachary Quinto, lo Spock dell’ultimo Star Trek) che viene dall’industria aereospaziale al superboss (Jeremy Irons) che ha l’unico scopo di tenere a galla la sua barca anche se a spese di migliaia di inconsapevoli investitori, tutti e ognuno condividono un ruolo attivo in un’azienda che, per evitare il fallimento, è disposta a smerciare prodotti a valore zero, e ognuno di loro, di fronte alla prova, dovrà scegliere fino a che punto accettare il compromesso. Particolarmente riuscita la figura dell’executive Sam Rogers interpretata da Kevin Spacey. L’attore, ormai da qualche anno alla guida dell’Old Vic a Londra, ha ricordato che per lui si tratta di tornare “sulla scena del delitto”, accostando il ruolo che in questa pellicola recita Simon Baker (che il pubblico televisivo ricorda come protagonista di The Mentalist) al suo in Americani.
Lo sguardo che Margin Call getta, dall’alto di un grattacielo di Manhattan, sulla città che non dorme mai e sui suoi abitanti (metafora di tutta l’America dell’uomo comune), è quello teso e spietato di un gruppo di persone che, come ha sottolineato il regista, anche se in qualche caso cadono in piedi si rendono conto di aver perso, o peggio ancora buttato via, una parte piccola o grande della loro vita senza costruire nulla che abbia un valore. «È una questione di moralità» secondo Jeremy Irons, la stessa che, guarda caso, sempre secondo il grande attore, sta dietro le scelte su quali film realizzare: solo i grandi titoli destinati a fare soldi, oppure anche storie importanti e più difficili, come questa, che forse possono dare un contributo a cambiare se non il mondo almeno la coscienza di chi ne ha in parte la responsabilità…
Festival di Berlino, presentato Margin Call
Ispirato alla storia vera del crollo della Lehman Brothers, che nel 2008 segnò l’inizio di una delle maggiori crisi finanziarie mondiali, il film è firmato da JC Chandor e interpretato da Kevin Spacey, Jeremy Irons, Paul Bettany, Demi Moore e Stanley Tucci