Il direttore del Festival di Cannes Thierry Frémaux ha annunciato la Palma d’oro d’onore a Marco Bellocchio, che sarà consegnata in chiusura del Festival. Per l’occasione sarà presentato anche, in anteprima mondiale e nella sezione Special Screening, il nuovo film del maestro piacentino, Marx può aspettare, che uscirà contemporaneamente in Italia il 15 luglio, distribuito da 01 Distribution.
Attraverso questo documentario dal titolo enigmatico il cineasta cerca di capire, umilmente e retrospettivamente, il suicidio del fratello gemello all’età di 29 anni. Una tragedia familiare da cui non si è mai veramente ripreso, fonte sia di colpa che d’ispirazione. Mescolando estratti dei suoi film e conversazioni con persone a lui vicine, indaga così sulla figura fraterna, che non ha mai smesso di ossessionare la sua filmografia.
«Il 16 dicembre 2016 – racconta il regista presentando il progetto e i suoi tratti distintivi – Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa, Alberto ed io, Marco, le sorelle e i fratelli Bellocchio superstiti ci riunimmo, con mogli, figli e nipoti al Circolo dell’Unione a Piacenza per festeggiare vari compleanni. Io avevo organizzato il pranzo con l’idea di fare un film sulla mia famiglia, ma non avevo ancora le idee chiare. Non sapevo che cosa volevo esattamente fare. In realtà lo scopo era un altro… Fare un film su Camillo, l’angelo, il protagonista di questa storia. Marx può aspettare racconta della morte di Camillo, mio gemello, il 27 dicembre del 1968. Una storia totalmente autobiografica, ma che vuole essere ‘universale’ (altrimenti che interesse potrebbe avere?) per almeno due motivi: una riflessione sul dolore dei sopravvissuti (eravamo abbastanza sani noi fratelli per sentire dolore?), ma soprattutto sulla volontà di nascondere la verità a nostra madre, convinti che altrimenti non avrebbe sopportato la tragedia. E perciò il teatro nella tragedia. Il secondo motivo è che la morte di Camillo cade in un anno ‘rivoluzionario’, il 1968. L’anno della contestazione, della libertà sessuale, del Maggio francese, dell’invasione della Cecoslovacchia, ma tutte queste rivoluzioni passarono accanto alla vita di Camillo, non lo interessarono. ‘Marx può aspettare’ mi disse l’ultima volta che ci incontrammo…».
Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, afferma: «Marco Bellocchio è uno degli autori italiani ai quali ci lega un lungo e fecondo rapporto di stima, collaborazione e affetto. Amiamo e sosteniamo da sempre il suo cinema come una delle più significative espressioni del genio cinematografico italiano, in grado di innovare, sorprendere e rigenerarsi come pochi altri autori sono stati capaci di fare nel corso della carriera. A lui vanno le nostre congratulazioni più sentite e condividiamo, insieme, la gioia e la soddisfazione di vedere riconosciuto e gratificato un talento fuori dal comune come il suo. Grazie Marco a nome di tutta Rai Cinema, la tua opera è un dono prezioso per tutta la cultura italiana».
Dichiara Simone Gattoni, produttore con Kavac Film: «Marx può aspettare è un progetto iniziato cinque anni fa, un percorso molto difficile ma allo stesso tempo molto importante e profondo. È davvero una grande soddisfazione per tutti noi poterlo presentare in occasione di un così importante riconoscimento a Marco, regista con il quale si impara sempre, che spinge tutti i collaboratori a superare i propri limiti, a ricercare, a crescere. Dopo dieci anni in Kavac Film con Marco Bellocchio e Francesca Calvelli e dopo sette progetti fatti assieme, è davvero una gioia poter mostrare in anteprima Marx può aspettare al festival di Cannes in occasione della Palma d’Oro d’Onore a uno dei più grandi registi e artisti del nostro cinema, un riconoscimento che finora è stato conferito solo ad altri cinque registi e registe. Ringrazio, assieme a tutta Kavac Film, Rai Cinema, nelle persone di Paolo Del Brocco, Paola Malanga e Gabriele Genuino che ci hanno pazientemente atteso per questi cinque anni, oltre a Beppe Caschetto di Ibc Movie, e Moreno Zani e Malcom Pagani di Tender Stories per essersi schierati con noi nella produzione del film».
Pierre Lescure, presidente del Festival di Cannes, ha dichiarato: «Marco interroga le istituzioni, le tradizioni, la storia personale e quella collettiva. In ognuna delle sue opere, in modo estremamente naturale, scardina l’ordine precostituito». Thierry Frémaux, delegato generale, gli fa eco: «Siamo orgogliosi di omaggiare Marco Bellocchio, uno dei grandi maestri del cinema italiano con alle spalle 56 anni di affascinante lavoro, dopo i suoi amici registi Bernardo Bertolucci, Manoel de Oliveira e Agnès Varda. È un regista, un autore e un poeta. Onorarlo con la Palma d’oro onoraria è ovvio per tutti coloro che ammirano il suo lavoro».
Dopo il suo primo lungometraggio, I pugni in tasca (1965), che ha inaugurato una nuova era del cinema italiano allontanandosi dai codici del neorealismo, Marco Bellocchio ha girato Salto nel vuoto, che ha vinto i premi come miglior attore per Michel Piccoli e Anouk Aimée a Cannes nel 1980. Successivamente è stato regolarmente selezionato in Concorso sulla Croisette, con Enrico IV nel 1984, Il principe di Hombourg nel 1997, La Balia nel 1999, L’ora di religione nel 2002, Vincere nel 2009 e Il traditore nel 2019.
Scritto e diretto da Marco Bellocchio, Marx può aspettare è una produzione Kavac Film, Ibc Movie, Tender Stories con Rai Cinema, in collaborazione con Fondazione Cineteca Bologna, opera realizzata in collaborazione con Regione Lazio Fondo per il Cinema e l’audiovisivo, produttore esecutivo Michel Merkt e Alessio Lazzareschi, co-prodotto da Malcom Pagani e Moreno Zani, prodotto da Simone Gattoni e Beppe Caschetto.
I costumi sono di Daria Calvelli, la scenografia di Andrea Castorina, il montaggio di Francesca Calvelli, le musiche di Ezio Bosso, la fotografia di Michele Cherchi Palmieri e Paolo Ferrari. Le vendite internazionali sono curate da The Match Factory.
Foto di copertina: Getty (Pascal Le Segretain/Getty Images)
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