Festival di Roma 2010 - Castellitto: «Siamo parte decisiva dell'industria»
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Festival di Roma 2010 – Castellitto: «Siamo parte decisiva dell’industria»

Il presidente della giuria internazionale del Festival di Roma a favore dei manifestanti di ieri

Festival di Roma 2010 – Castellitto: «Siamo parte decisiva dell’industria»

Il presidente della giuria internazionale del Festival di Roma a favore dei manifestanti di ieri

Ieri sera, a Roma, nella serata di apertura del Festival Internazionale del Film che avrebbe dovuto far sfilare sul red carpet le star americane di Last Night come Keira Knightley ed Eva Mendes, anche la giuria internazionale ha scelto di partecipare alla protesta contro i tagli del Fus e a favore del rinnovo delle agevolazioni fiscali. Sergio Castellitto, che presiede la giuria, prima di entrare in sala ha letto le sue dichiarazioni a favore dei manifestanti: «Dopo l’occupazione della Casa del Cinema stiamo discutendo su cosa fare di fronte a un governo che ci aveva messo con le spalle al muro, tagliando i soldi del Fondo Unico dello Spettacolo ai minimi storici e quelli per le fiction televisive di un terzo, provocando in due anni il dimezzamento delle ore lavorative delle troupe, e cancellando dopo dodici mesi quelle agevolazioni fiscali che avevano dato un  po’ di linfa vitale al nostro settore. Non pretendiamo elemosine, ma investimenti pubblici e prelievi di scopo certi soprattutto da parte di chi utilizza il nostro lavoro, e chiediamo agevolazioni fiscali perché non rappresentano denaro a fondo perduto, ma risorse che tornano triplicate, sotto forma di tasse, allo Stato. E non siamo una categoria di parassiti o assistiti, come vorrebbe far credere il governo, ma parte decisiva di un’industria, quella dell’audiovisivo, che è strategica per ogni paese moderno e che coinvolge più di 250 mila persone. Qualcuno (Tremonti, ministro dell’Economia e delle Finanze, n.d.r) ha sostenuto che la cultura non si mangia: non è vero perché la cultura nutre lo stesso permettendo a centinaia di migliaia di persone che la producono di mangiare, e inoltre  fornisce a quei cittadini un alimento immateriale e decisivo, fatto di emozioni e sogni, consapevolezza e senso dell’identità nazionale, per guardare la realtà con occhi nuovi e immaginare un paese migliore».

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