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Ci sono due modi per giudicare Ralph Spaccatutto, presentato ieri in anteprima per la stampa al Festival del film Roma. Il primo è considerandolo un cartoon Disney per famiglie, fatto per divertire i bambini e insegnare loro qualcosa: in questo senso, e lo diciamo con il sorriso, il film è perfettamente riuscito. C’è però il secondo livello di lettura, quello dove emergono alcune piccole magagne: Ralph è stato presentato come la pellicola che avrebbe fatto la gioia dei videogiocatori di tutto il mondo, in particolare i nostalgici degli anni Ottanta, delle sale giochi e di classici come Pac-Man e Q*Bert; in breve, i genitori dei bambini di cui sopra, i quali potrebbero rimanere in parte delusi dal risultato finale.
Una cosa alla volta, però, perché Ralph è prima di tutto, come si diceva, un cartoon Disney. Che racconta la storia di Ralph Spaccatutto, “cattivo” nell’immaginario videogioco Fix-It Felix: ogni giorno, ogni volta che la sala giochi apre e un bambino infila un gettone nella fessura del cabinato, Ralph distrugge il condominio di Niceland e sta al giocatore rimetterlo in sesto impersonando Felix, un quasi-Super Mario che con il suo martello magico è in grado di riparare qualsiasi cosa. Siccome essere cattivi è bello fino a un certo punto, arriva il giorno in cui Ralph si stanca di essere insultato e maltrattato dagli abitanti di Niceland e decide di dimostrare loro di essere buono. La soluzione? Conquistare una di quelle medaglie dorate che vengono regalate agli eroi quando portano a termine la loro missione. E siccome di fare il buono a casa Felix non se ne parla, Ralph evade dal cabinato e si trasferisce dentro Hero’s Duty, sparatutto sci-fi il cui scopo è sterminare la popolazione aliena dei Cybugs.
Tanta roba? È solo l’inizio: la trama, stratificata e complessa senza mai diventare confusionaria, prevede anche un subplot dedicato a Felix (che fugge dal suo gioco in cerca del Ralph perduto), uno alla piccola Vanellope (che in originale ha la straordinaria voce di Sarah Silverman) e infiniti altri rivoli che si incontrano armonicamente in un finale delizioso e per una volta non eccessivamente retorico. Ralph è un film sul vero significato della parola “cattivo”, sulla differenza tra essere e apparire, e ovviamente sull’amicizia e sull’amore, come da tradizione. Non è, e qui arriviamo a quel secondo livello che citavamo in apertura, un film che riflette sui videogiochi, sulla loro funzione e impatto sul pubblico – il mondo esterno è praticamente assente dall’intreccio, e il film si svolge per il 90% all’interno dei videogiochi –, né è una riflessione sul mezzo-videogioco. Certo non mancano gli accenni alla distonia tra vecchio e nuovo («Da quando i videogiochi sono diventati così violenti?» si chiede Felix di fronte alla strage di alieni di Hero’s Duty) né moltissimi deliziose riferimenti pop che vanno da Pac-Man a Pong, da Sonic agli esperimenti con Diet Coke e Mentos; e per una volta non si tratta di citazioni inserite a forza per accontentare gli adulti, ma di momenti ottimamente integrati con la trama. Il problema è che la maggior parte di essi sono concentrati nella prima mezz’ora di film, che promette di diventare una giostra nostalgica a base di gettoni e luci al neon salvo poi rifugiarsi nella più tranquilla struttura della fiaba Disney; per capirci, tre quarti del film si svolgono nell’immaginario videogioco Sugar Rush (liberamente ispirato a Mario Kart), dove tra alberi di zucchero e laghi di cioccolata ci si dimentica presto di avere a che fare con personaggi di un videogioco e ci si limita a godersi un’avventura dal ritmo forsennato.
Non che ci sia niente di male: il pubblico di riferimento resta quello dei più giovani, e i genitori, come dicevamo, saranno comunque felici di vedere alcuni loro vecchi beniamini risplendere di nuova vita sullo schermo del cinema. Oltretutto, Ralph Spaccatutto è un trionfo psichedelico: colori accesi e dissonanti, inquadrature folli, piccole invenzioni visive che punteggiano ogni singola scena (i personaggi dei videogiochi più antichi che si muovono a scatti, le torte in faccia che lasciano macchie pixellose sulla maglietta di Ralph), persino un 3D efficace e luminoso; c’è di che godere anche per i più cinefili, insomma.
Peccato solo per l’occasione mancata di creare il film definitivo sul mondo dei videogiochi, perché altrimenti Ralph Spaccatutto è uno dei migliori cartoon Disney degli ultimi anni. E considerando che di film per bambini si tratta, forse la nostra critica è ingenerosa, perché per il resto c’è poco o niente da dire di male su un film che merita un successo enorme. E che, se dobbiamo fare una previsione, successo enorme farà.
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