Se avete mai letto L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, vi ricorderete di alcune pagine titolate Piccolo dizionario delle parole fraintese. Spiegavano come alcuni vocaboli, nella testa dei due protagonisti – Franz e Sabina –, assumessero significati diversi. Ci ho pensato mentre vedevo The Disappearence of Eleanor Rigby: Him and Her, originale esperimento di film doppio – lo stesso melodramma raccontato due volte, dal punto di vista di lui e di lei, con due opere alternative e complementari, non necessariamente sequenziali.
La storia, una, è quella di Eleanor (Jessica Chastain) e Connor (James McAvoy) – innamorati a New York, sposi e poi genitori – in crisi dopo la morte del figlio piccolo.
Eleanor lascia Connor, torna dai suoi (William Hurt e Isabelle Huppert), si iscrive di nuovo all’Università. Non sta abbandonando il marito, questo si capisce, sta abbandonando i ricordi.
Connor cerca di tenere botta, la insegue ai corsi e la spia per strada, usa l’amico del cuore (Bill Hader) come vedetta, e intanto prova a mandare avanti il suo ristorante, che non ingrana.
Le versioni, due, sono simili e diverse.
La versione di Connor è virata in blu, ha momenti di malinconia ma anche sfumature da commedia, è piena di romanticismo, inizia con un flashback dei primi incontri e lui che dice a lei distesa su un prato: «There’s only one heart in this body: have mercy on me».
Le versione di Eleanor è virata in ambra, è più drammatica e sospesa, piena di dubbi, inizia con lei che tenta il suicidio. Finisce però con uno sbocco ottimista che di là manca, o è solo suggerito.
Ci sono alcuni momenti, stanno sulle dita di una mano, che ritornano entrambe le volte, quando lui e lei si incontrano. E – piccoli frammenti di memoria fraintesa – sono diversi. Non tutta un’altra cosa, solo piccoli dettagli. Per esempio: lui viene investito da un auto dopo una lite per strada. Nella versione di Connor, Eleanor lo lascia sul marciapiede, pieno di cerotti, prima che l’ambulanza lo porti via. In quella di Eleanor, lei resta lì a guardare mentre lo portano all’ospedale, fino a che l’ambulanza non scompare dietro a una curva.
The Disappearence of Eleanor Rigby funziona in tanti modi. Tutti e due i film sono belli, ma sono belli in modo diverso. Presi assieme, anche se durano tre ore, sono ancora meglio. Possono infine essere visti in qualsiasi sequenza, per ammissione stessa del regista e della Chastain: qui a Toronto sono stati proiettati in entrambe le successioni. Non c’è un meglio o un peggio, ma l’effetto è diverso.
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